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Guide alpine a muso duro contro le Guide Ambientali, che rispondono a tono

Avevamo pubblicato qualche giorno fa il comunicato stampa della Guide Alpine lombarde (è possibile leggerlo qui) circa l’accompagnamento in montagna a seguito della delibera regionale X / 7235 del 17 ottobre scorso (che potete leggere qui).

Di seguito, pubblichiamo la risposta delle Guide Ambientali Escursionitiche, che dal canto loro spiegano come l’interpretazione della normativa regionale effettuata e comunicata dalle guide alpine sia errata. 

Pubblichiamo in ultimo anche il successivo comunicato stampa delle Guide Alpine lombarde, che ribadiscono la propria posizione con toni decisamente duri. 

Nei prossimi giorni approfondiremo la questione ascoltando direttamente le voci delle due parti. 

 


Comunicato stampa Guide Ambientali Escursionitiche:

Nessuna limitazione possibile in Lombardia per le Guide Ambientali Escursionistiche. Attenzione alle vere e proprie “fake news”!

Anno nuovo, Collegio Guide Alpine vecchio: i soliti annunci roboanti per dire che la montagna ha partorito l’ennesimo topolino.

Un comunicato del Collegio Nazionale Guide Alpine (Conagai) in cui si dichiara che la “Lombardia fa chiarezza su accompagnamento professionale contro l’abusivismo” è stato diffuso accompagnato da spiegazioni fuorvianti che sono tranquillamente classificabili come “fake news”. Solita noiosa storia: solo gli iscritti al Collegio possono accompagnare professionalmente e le GAE sarebbero tutte abusive.
Su cosa si basa tutto l’impianto del comunicato dal titolo così impegnativo?
Su una semplice Delibera assessoriale della Regione Lombardia del 17 ottobre 2017 e su un’interpretazione del funzionario dello stesso Assessorato allo Sport che ha deliberato atti legittimi ma con un potere vincolante legislativo relativo.
Quindi, ripetiamo a chi avesse strabuzzato gli occhi che non stiamo scherzando: una delibera di un Assessorato regionale che si occupa di sport e la lettera di un dirigente in risposta a un quesito posto dal Collegio Guide Alpine Lombardia, strumentalizzata per affermare tutto quel che la delibera stessa non può dire.
La Regione Lombardia ha emanato un atto dalla forza normativa pressoché nulla, che immaginiamo sia stato soppesato parola per parola in previsione di possibili impugnazioni. E che sembra occuparsi più che altro dell’ambito di stretto interesse dell’Assessorato stesso delle professioni tecnico-sportive e quindi non della professione di Guida Ambientale Escursionistica che è appunto classificata come turistica.
Delibera che stabilisce infatti i confini operativi per quote e tipologie di sentieri per Guide Alpine e Accompagnatori media Montagna, a danno e limite come al solito dei secondi.

Non una legge vera e propria, seppur regionale con tutti i limiti che avrebbe in relazione all’esclusività in materia di professioni da parte dello Stato. Ma una semplice delibera con la pretesa di annullare le normative europee sulla libera concorrenza e libera circolazione delle professioni, la sentenza inappellabile della Corte Costituzionale 459/2005 e relativa interpretazione sulla non esclusività dell’accompagnamento escursionistico e la legge 4/2013 sulle professioni non ordinistiche.
Da parte delle Guide Alpine è poi uscito il solito comunicato ridondante di termini cari al loro Collegio, come esclusività, sicurezza, abusivismo, quote altimetriche. In un minestrone di dichiarazioni avventate e contraddizioni evidenti.

ESCLUSIVITÀ. Dove come quando e perché? Dove sta scritta nella delibera? C’è scritto nero su bianco che SOLO ed ESCLUSIVAMENTE le Guide Alpine e gli AmM possono passeggiare, se retribuiti, accompagnando lungo determinati sentieri? Ovviamente non c’è scritto, ma nel caso si tratterebbe di esclusiva in nome di che cosa? Della sicurezza, scrivono come da copione.

Appunto, SICUREZZA: sta talmente a cuore al Collegio delle Guide Alpine la salute dei cittadini che tende a preoccuparsene solo se accompagnati, quindi se il cittadino va in giro da solo l’escursionismo è sicuro, se accompagnato da altri professionisti no!!! Giova ricordare che purtroppo la maggior parte degli incidenti colpisca il singolo escursionista, non il gruppo accompagnato da una Guida AIGAE e/o AmM.
I nostri dati di anni sui pochi e lievi incidenti con le G.A.E. sono sono stati pubblicati ma attendiamo invano una risposta al nostro appello alla trasparenza con la pubblicazione dei dati del Collegio Guide Alpine. A nostro avviso sarebbe obbligato a farlo e scopriremmo ad esempio che proprio nel caso della Lombardia i dati contraddicono le teorie sulla maggiore presunta sicurezza ottenuta con la loro formazione.

“ABUSIVI se cammineranno sui sentieri…”.
Il comunicato ci cita proprio per esteso con la diffamante definizione di “abusivi”.
Ma del nome della nostra categoria professionale, riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico e da relativi codici ISCO della Comunità Europea, nella delibera non c’è traccia alcuna. Mistero!
Ma poi: se siamo “abusivi” perché le Guide Alpine ci hanno cercato per proporre accordi e incontri riconoscendo il nostro innegabile ruolo? Perché quando su richiesta sono state presentate proposte articolate e ragionevoli non sono state analizzate, dibattute, con confronti costruttivi e controproposte? Perché dopo averlo voluto il Collegio Guide Alpine ha fatto saltare il tavolo di lavoro congiunto disattendo il protocollo sottoscritto a distanza di solo una settimana?

“… sopra i 600 METRI”: oh ecco rispuntare le leggi del 1971 e del 1952 con il criterio altimetrico di montagna abolito da lustri e quindi inesistente nella giurisprudenza italiana!
Abbiamo già dissertato abbastanza sugli infiniti sentieri che possono esserci in mezzo ai prati degli altopiani a 2000 metri e sui precipizi che possono presentarsi anche a 100 metri di quota. Secondo la famosa affermazione della sentenza 459/2005 che la differenza tra le nostre professioni non sta nel “dove” ma nel “come” si svolge. Differenza che abbiamo più volte ribadito e riconosciuto nello stabilire come inviolabili le attività svolte dalle Guide Alpine con “corde, piccozze e ramponi” e “sui terreni innevati o ghiacciati di particolare acclività”.
Praticamente vogliamo dire che se a Selvino (esempio di un comune bergamasco il cui capoluogo è a 960 m.) esiste il PIEDIBUS in cui operatori retribuiti da una cooperativa accompagnano i bambini per le vie e i sentieri tra le loro case e la scuola, questo deve essere fatto da AmM e se dovesse nevicare si rende necessaria l’onnipresente Guida Alpina con tanto di ramponi?

Quel che non emerge nel loro comunicato per l’ennesima volta è come nella realtà quotidiana l’ALPINISMO sia un’attività totalmente distinta dall’ESCURSIONISMO. Attività separate, anche se le Guide Alpine le esercitano entrambe e non abbiamo nulla da eccepire al proposito: non diciamo mai infatti “solo noi”. Le sovrapposizioni parziali tra professioni sono normali e diffuse.
Perché le Guide Alpine non scrivono anche cosa hanno chiaramente detto gli esperti del Ministero dello Sport, da cui essi dipendono, durante l’ultima riunione (a cui abbiamo partecipato anche noi) presso l’Ufficio Legislativo del Ministro dello Sport a proposito di sicurezza ed esclusività nell’accompagnamento escursionistico?

Vorremmo anche veder scritto e spiegato come in modo del tutto “atipico”, al Collegio delle Guide Alpine vengono riservati finanziamenti senza gara o bando pubblico.
Ci chiediamo infatti se sia lecito ed opportuno che un ente pubblico che dovrebbe svolgere esclusivamente il compito di rappresentanza professionale dei propri iscritti e tutela del consumatore destinatario dei servizi resi dagli iscritti diventi un monopolista di servizi a finanziamento pubblico.
La Regione Lombardia per la sola formazione ha stanziato a favore del Collegio 180.000,00 euro l’anno per tre anni.

A questo punto siamo proprio sicuri che il Collegio Guide Alpine che si vanta di conoscere meglio di tutti la MONTAGNA la voglia anche difendere, sostentare e contribuire al suo sviluppo nel momento in cui poche decine di singoli professionisti pretendono di dettare legge e divieti a centinaia tra AmM, soci AIGAE, aziende e società di servizi che operano nel campo del turismo, dello sviluppo economico dei territori e ambienti naturali (alpini compresi).
Pensiamo al caso limite delle Marche dove, nonostante un’inequivocabile sentenza del Tribunale di Pesaro, 4 (quattro per loro stessa ammissione al Tg3!) Guide Alpine pretendono di avere l’esclusiva dell’accompagnamento su neve in tutta una Regione messa in ginocchio dal terremoto e che avrebbe bisogno di ogni briciola del mercato turistico per provare a rialzarsi.

Gli enti, le istituzioni, il mondo dei parchi, le imprese del turismo, gli appassionati di escursionismo chiedono tutti a gran voce di finirla con questa inutile guerra, che sta impegnando e disperdendo preziose energie e competenze: le Guide Ambientali Escursionistiche esistono, sono una figura riconosciuta dal mercato, dalla gente e dalle leggi. Siamo migliaia, siamo nei territori e ci occupiamo da professionisti del turismo in ambiente. In ogni ambiente non alpinistico. Con fantasia e la capacità di dare ossigeno alle iniziative. Pronti a collaborare con tutti, come già lo facciamo in decine di società miste che vedono insieme le Guide Alpine e le G.A.E.
È ora di fare seriamente una legge sulle professioni dell’accompagnamento escursionistico in natura al passo con i tempi e con la realtà, in linea con le normative europee sulla libera concorrenza.
Nella tutela di chi vuole usufruire in sicurezza di tutti gli ambienti e non a privilegio o a protezione dei professionisti.
Basta steccati, basta divieti inutili, basta privilegi, basta ottusità.
Andiamo tutti oltre e lavoriamo per il bene comune.

Noi ci siamo e tendiamo ancora una volta la mano alle guide ragionevoli di tutti i settori che vogliono evolvere e confrontarsi.
Da oggi infatti cambiano gli hashtag della diffusione della nostra azione, lasciando la battaglia contro la Casta della montagna a chi vorrà continuare a rimanere in trincea.
Basta stare costretti a difenderci da attacchi assurdi e retrogradi.

Il nostro mondo è all’aperto, in natura e sui sentieri.

 


Comunicato stampa n. 2 Guide Alpine Lombardia:

In Lombardia Guide Ambientali escursioniste fuori legge

Allegati:
Deliberazione regionale
Risposta a richiesta di parere a Regione Lombardia da parte del Presidente delle Guide Alpine lombarde

Regione Lombardia ha stabilito che su tutti i percorsi Escursionistici della regione, classificati “E” (Escursionistici) ed “EE” (Escursionisti Esperti) possono accompagnare a titolo professionale solo gli Accompagnatori di media Montagna, le Guide alpine e gli Aspiranti Guida, mentre sui percorsi Turistici, classificati “T” non vi è riserva fino a quota 600 metri, limite oltre il quale anche i sentieri Turistici rientrano nell’area di competenza esclusiva. Pertanto tutte le altre tipologie di “Guide”, comprese le numerose Guide Ambientali escursionistiche, su questi territori risultano abusive. È questo un nuovo provvedimento dizonazione preso da una regione italianaovvero una divisione in aree del territorio che stabilisce inequivocabilmente quali siano le figure professionali che possano accompagnare in ambiente. Quello lombardo non è infatti l’unico caso: di poche settimane fa è anche il decreto legge che attua la zonazione siciliana, che ha riservato l’accompagnamento professionale sull’Etna, al di sopra all’incirca dei 1900 metri (di fatto su tutti i percorsi più impervi), a Guide Alpine e Guide Vulcanologiche. Ancora nella stessa direzione si stanno già muovendo Friuli Venezia Giulia e Veneto

Così come il decreto legge siciliano del 20 ottobre 2017, anche la delibera lombarda del 17 ottobre completa quanto stabilito dalla legge nazionale n.6 del 1989, che regola la professione di Guida alpina, dell’Accompagnatore di media Montagna e della Guida Vulcanologica, che riserva loro l’accompagnamento. Mancava alla legge nazionale, infatti, un tassello operativo per renderla chiara al di là di ogni possibile dubbio, vale a dire la suddivisione del territorio regionale in aree di competenza, al fine di indicare con chiarezza quelle riservate all’attività di Accompagnatore di media Montagna. Da qui, nel febbraio 2017, l’interrogazione del Collegio regionale posta al competente organo di Regione Lombardia per far luce su questo punto, anche in ragione della presenza sul territorio di altre tipologie di “Guide” come le Guide Ambientali escursionistiche: veniva richiesta una definizione delle aree di competenza che non si prestasse ad interpretazioni, a zone grigie, dove di fatto l’abuso di professione era più fiorente.

“La Guida ambientale escursionista – si legge nella risposta ufficiale di Regione Lombardia (allegato A) – può svolgere liberamente la propria attività salvo che la stessa non si sovrapponga a quella di altri operatori e in particolare, all’attivitàdellAccompagnatore di media Montagna, che Regione Lombardia ha espressamente riconosciuto e disciplinato nella citata l.r. 26/2014, avvalendosi della facoltà prevista dall’art. 22 della l. 6/1989. [..] Leventuale svolgimento in montagna delle suddette attività, in assenza della prescritta abilitazione, è sanzionabile quale esercizio abusivo della professione, ai sensi dell’articolo 15 comma 3 lettere a) e b), della l.r. 26/2014”. Abusivismo perseguibile penalmente e multabile in Lombardia fino a 3000 euro.

Il discorso è valido in generale per tutte le tipologie di “Guide” che facciano attività di accompagnamento escursionistico come servizio professionale, “riservate per legge, dell’accompagnatore di media montagna”.

A febbraio scorso Regione Lombardia ha poi divulgato la Legge regionale sulla sentieristica che deputa all’ERSAF la tenuta del Catasto regionale e a CAI e Guide alpine la responsabilià sulla classificazione. Le definizioni escursionistiche e le scale di difficoltàsono quelle del CAI, recepite dal Regolamento della legge regionale sui sentieri. Ad ottobre infine Regione Lombardia è giunta alla deliberazione della Giunta regionale (allegato B) con la quale “sono definite le zone in cui si svolgono le attività di accompagnamento. Costituiscono aree di attività specifica dellesercizio della professione dellAccompagnatore di media Montagna le aree e terreni situati al di sopra dei 600 metri di altitudine sul livello del mare; gli itinerari e percorsi situati al di sotto della quota altimetrica di 600 metri, classificati con indici di difficoltà E (Sentiero escursionistico) ed EE (Sentiero per escursionisti esperti) secondo la segnaletica elaborata dal Club Alpino Italiano (CAI) per la gestione della rete sentieristica”.

Come nella zonaziona dell’Etna, anche in questo caso la legge non intacca lattività amatoriale, quella di gruppi di amici o gli escursionisti solitari. La legge non riguarda tutto ciò che non è professionale. Fa chiarezza invece su chi accompagna in montagna per professione a tutela dell’utente, che avrà così la garanzia di mettersi nelle mani di persone istruite, formate e accreditate da corsi ed esami derivati da piattaforme internazionali, garantite dal Collegio delle Guide alpine. Perché come sempre, i rischi in ambiente non si possono mai eliminare, ma con le giuste competenze si possono drasticamente ridurre. A questo serve una formazione rigorosa garantita dall’ordine professionale.

 

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9 Commenti

  1. Bisogna far capire a queste Guide Alpine di abbassare la cresta ma soprattutto bisogna dare l’opportunità ad altre persone di lavorare perché la montagna è un territorio comune a tutti e va sfruttata con parsimonia e rispetto..

  2. viene da ridere.. ci si straccia le vesti per l’attentato alla libertà dell’alpinismo solitario in nepal.. e qui tra ordinanze leggi,divieti sull’attività sportiva in montagna .. tutto bene madama la marchesa.. vero!….

  3. Come sempre si tende a complicare ciò che è piuttosto semplice:
    Guide Alpine dal grado EE a tutta la scala di difficoltà alpinistica.
    Indifferentemente dalla quota…

  4. Da un pò di tempo le guide alpine si sono messe a fare comunicati che solo a leggere le prime tre righe mi viene immediatamente da applaudire chi la pensa al contrario. Poi quando ho letto dei 600 metri dal ridere sono andato in bagno

  5. ma le guide di media montagna le ha fatte il CAI ???

    perchè non fare quelle di bassa montagna ….
    guide di pianura …
    al livello del mare …
    haha !

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