Ghiacciai a rischio estinzione in 40 anni
MILANO — E’ come se negli ultimi anni fossero spariti quattro grandi laghi alpini. Sono queste le drammatiche conseguenze dell’arretramento dei ghiacciai sulle Alpi, emerse dal convegno "Clima e ghiacciai" tenuto sabato all’Università Statale di Milano.
"Sicuramente – spiega Claudio Smiraglia, presidente del Comitato glaciologico italiano e collaboratore del Comitato Ev-K2-Cnr, – se non ci saranno cambiamenti sensibili del clima i ghiacciai lombardi, un pò come tutti i ghicciai alpini, avranno un tempo di sopravvivenza che si può stimare in qualche decennio".
"Le previsioni che abbiamo fatto sono che i più piccoli, a metà del nostro secolo, saranno completamente estinti. I ghiacciai più grandi sopravviveranno ancora fino a fine secolo ma ridotti a piccole placche" ha aggiunto Smiraglia.
Stando ai dati rilevati dalla prima stazione meteorologica installata in Italia sul ghiacciaio dei Forni, in alta Valtellina, le variazioni meteo-climatiche in alta montagna sarebbero molto più veloci di quelle che avvengono in pianura.
Dal 2001 gli scienziati hanno notato un incremento della temperatura del permafrost – il ghiaccio che entra in profondità nelle pareti rocciose – di quasi mezzo grado fino a una profondità di 40 metri. Questo ha innescato enormi frane su tutte le montagne italiane.
"Dalle ricerche – dice il presidente del Comitato glaciologico italiano – sta emergendo questa fase di dissesto continuo del glacialismo alpino, in particolare i carotaggi che abbiamo fatto sulle Alpi in alta quota, sul Monte Rosa e sul Monte Bianco, emerge che il clima continua a cambiare. E abbiamo sicuramente una fase di riscaldamento intenso che sta comportando un’accelerazione del decadimento glaciale".
Anche i laghi in alta quota stanno dando segni di arretramento. Di conseguenza la vegetazione alpina si sta espandendo a ritmi superiori alle previsioni.
"I ghiacciai arretrano quindi lasciando spazio alla vegetazione che evidentemente si appropria di spazi che non aveva anni fa. Ma oggi – conclude Smiraglia – con l’incremento della temperatura la vegetazione può salire a quote più elevate rispetto a solo vent’anni fa. Quello che abbiamo osservato è che questo fenomeno è molto più veloce di quanto ci aspettassimo".
Tutta colpa del riscaldamento globale, dunque. Una situazione pesante che si riscontra anche in altre parti del mondo. Il comitato Everest-K2-Cnr, attraverso la sua rete di monitoraggio Share, tiene sotto controllo Himalaya e Karakorum.
"I ghiacciai certamente stanno riducendosi in grandezza e spessore – dice Agostino Da Polenza, presidente del Comitato Ev-K²-Cnr, – le risorse idriche stanno diminuendo, il permafrost si sta riducendo e sciogliendo, per cui c’è una situazione di deglacializzazione delle aree alte della Terra".
Valentina Corti