Montagne

Gasherbrum IV

Sesta montagna del Pakistan sfiora gli ottomila metri e conta solo quattro ascensioni alla vetta, la prima nel 1958 da parte di Walter Bonatti e Carlo Mauri, partecipanti alla spedizione del Club Alpino Italiano guidata da Riccardo Cassin. Con un’altezza di 7925 metri il Gasherbrum IV è una montagna bellissima che, con la su forma piramidale e slanciata, accompagna i passi di chi si avventura lungo il ghiacciaio Baltoro. Ha difficoltà elevate, forse maggiori di quelle del K2, per questo è così poco ripetuta.

Posto al confine tra Pakistan e Cina la sua parete ovest viene chiamata “parete lucente” mentre il nome della montagna, Gasherbrum IV, deriverebbe dall’unione ei termini Balti “rgasha” – bello – e “brum” – montagna –.

Geografia

Il Gasherbrum IV è localizzato alla testata del ghiacciaio Baltoro, parte della catena montuosa del Karakorum. Si trova al confine con la Cina e fa parte del massiccio dei Gasherbrum di cui fanno parte anche tre cime che superano gli ottomila metri: Gasherbrum I, Gasherbrum II, Broad Peak. Poco distante si trova il K2.

La prima salita

La prima salita del Gasherbrum IV è avvenuta il 6 agosto 1958 da parte di Walter Bonatti e Carlo Mauri, componenti della seconda spedizione organizzata dal Club Alpino Italiano in Karakorum. Una spedizione di rivincita, dopo gli accadimenti di soli quattro anni prima sul K2, sia per il capo spedizione Riccardo Cassin che per il giovane Walter Bonatti. Oltre a loro del gruppo fanno parte gli alpinisti Giuseppe de Francesch, Carlo Mauri, Toni Gobbi e Giuseppe Oberto; il medico Donato Zeni e l’orientalista Fosco Maraini.

L’attacco alla vetta è partito da campo 6, a 7350 metri di quota, quando Bonatti e Mauri si sono mossi con un’unica spinta verso la cima. Una salita particolarmente complessa che li ha portati prima sulla cima Nord, poi attraverso una difficile cresta sulla cima principale. L’itinerario, un difficile percorso di misto con tratti di quinto grado oltre quota settemila, si sviluppa lungo i seracchi di sud-est per poi salire seguendo la cresta nord-est.

L’impresa è stata enorme, di portata internazionale, anche se non ha avuto il meritato riconoscimento fino a oggi. Sono passati più di sessanta anni dalla prima salita e la via rimane irripetuta, un dato importante che fa comprendere la portata dell’ascensione.

Particolare da evidenziare è come la salita quasi a quota ottomila sia stata realizzata senza l’uso di bombole d’ossigeno. Una scelta dettata più che dall’etica, al tempo non ci si poneva il problema dello stile alpino sugli Ottomila, dalla necessità di potersi muovere agilmente sui difficili passaggi di quinto grado prossimi alla vetta. Con i 19 chili di bombole sulla schiena i movimenti sarebbero risultati troppo impacciati e lo sforzo sarebbe stato eccessivo.

Vie alpinistiche

Il Gasherbrum IV conta pochissime ascensioni alla vetta, solo quattro, quasi tutte realizzate per vie diverse.

Il tracciato seguito dai primi apritori non è il più battuto, dopo di loro nessuno è più riuscito a ripeterlo. Gli ultimi a provarci sono stati gli Alpini nel 2018, in occasione dei 60 anni dalla prima salita. Dopo aver raggiunto una quota di 6300 metri la spedizione è stata funestata dalla scomparsa di caporal maggiore scelto Maurizio Giordano, evento che ha decretato la chiusura del tentativo.

Il più frequentato dei tracciati, con ben una ripetizione, è quello che sale per la cresta nord-ovest. Aperto nel 1986 da Greg Child, Tim Macartney-Snape e Tom Hargis ha visto i tre bivaccare sulla cima nord prima di raggiungere il punto più alto. Questa ascensione rappresenta anche la seconda salita assoluta al Gasherbrum IV. Nel 1999 i sudcoreani Kang Yeon-ryong e Yun Chi-won riescono con successo nella ripetizione della via sulla cresta nord-ovest, segnando la quarta salita alla vetta. Nel 2008 gli spagnoli Alberto Iñurrategi, Ferran Latorre, Juan Vallejo, José Carlos Tamayo e Mikel Zabalza tentano una nuova ripetizione della via. Non riescono a raggiungere la vetta, ma toccano una delle cime secondarie posta a 7910 metri di quota.

La terza ascensione avviene invece nel 1997 quando una spedizione sudcoreana riesce a effettuare la prima salita completa della parete ovest, passando per lo sperone centrale. In tre raggiungono la vetta, dopo giorni di dura scalata: Bang Jung-ho, Kim Tong-kwan e Yoo Huk-jae. Riguardo la ovest merita citazione l’incredibile salita realizzata nel 1985 da Wojciech Kurtyka e Robert Schauer. I due sono i primi a violare la parete, lo fanno in stile alpino toccando i 7900 metri di quota e sbucando sulla cresta sommitale ma non riuscendo a raggiungere la vetta.

Guida al Gasherbrum IV

Raggiungere il Gasherbrum IV non è cosa per tutti. Il percorso di avvicinamento è lungo e si svolge in ambiente naturale d’alta quota privo delle comodità presenti lungo il cammino per l’Everest.

Nonostante tutto il trekking verso il Gasherbrum IV rimane uno dei più panoramici e suggestivi itinerari offerti da Himalaya e Karakorum. In nessun altro luogo è possibile ammirare cattedrali di roccia e ghiaccio così imponenti come le Torri di Trango, la Torre Muztag, il K2, il Broad Peak e il Chogolisa.

La prima cosa da fare per avvicinarsi alla piramide del Gasherbrum IV è prendere un volo aereo diretto a Islamabad. Dalla capitale pakistana sarà possibile volare su Skardu, nella parte orientale del Gilgit-Baltistan. In alternativa è possibile raggiungere la località via terra percorrendo la Karakorum Highway, una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita. Da Skardu il viaggio prosegue in jeep fino al villaggio di Askole (3050 m), ultimo avamposto raggiungibile con un mezzo a motore. Da qui si prosegue a piedi, con lo zaino in spalla, prima costeggiando il torrente Biafo, poi il Baltoro, fino a incontrare la testata dell’omonimo ghiacciaio da risalire fino al circo Concordia. Negli ultimi giorni di questa risalita la piramide mozzata del Gasherbrum IV accompagna i passi dei trekkers. Da Concordia ancora una manciata di ore e si raggiunge il campo base della montagna. I più allenati impiegano 4 o 5 giorni per raggiungere le pendici della montagna. Molti vengono però rallentati dagli effetti della quota.

Raggiunta Askole il trek procede verso Jula (3150 m), quindi Payu (3400 m) e Urdukas (4100 m), sui fianchi del ghiacciaio Baltoro. Il quarto giorno si dorme sul ghiaccio vivo nel campo di Gore (4500 m) per poi raggiungere Concordia (4700 m) e godere dello spettacolo più bello del Karakorum. Per il rientro il consiglio è quello di proseguire verso il passo di Gondogoro La per poi raggiungere il villaggio di Hushe e fare rientro a Skardu.

I trekkers interessati a vivere questa esperienza devono munirsi di una guida e pagare un permesso. In generale il costo di un trekking economico si aggira intorno ai 2000 Euro a persona.

Il consiglio, per chi fosse interessato a raggiungere il Gasherbrum IV è quello di rivolgersi a un’agenzia specializzata in trekking. Ne esistono di diverse sia in Italia che in loco. Il loro aiuto è fondamentale per riuscire a sbrigare in modo rapido le difficili questioni burocratiche.

Il Gasherbrum IV nella filmografia

Gasherbrum – La montagna di luce, di Werner Herzog, 1985

Il Gasherbrum IV nella bibliografia

Gasherbrum IV, di Fosco Maraini, Leonardo da Vinci, 1959

La montagna scintillante, di Walter Bonatti, Solferino, 2018

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Un commento

  1. Giuseppe de Francesch,Bepo,..tenne un diario strettamente privato circa l’andamento dell’impresa e rischio’ di rimanerci dopo una lunga scivolata su nevaio ripido.Pare che nel gruppo di alpinisti ci fossero ruoli da primadonna e da i servitori -mulo.
    Tommaso Magalotti “mani da strapiombi”ne scrive.
    Da qualche parte ho il diario di Fosco Maraini.

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