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Ferrate del Gran Sasso, finalmente i collaudi- di Stefano Ardito

Sembra essersi finalmente concluso, e nel modo migliore, il balletto di informazioni sulle nuove vie ferrate del Gran Sasso, al centro di importanti (e ben fatti) interventi nell’estate del 2017. 

Dopo mesi di interrogativi e incertezze, un comunicato a firma di Alfonso Calzolaio, direttore del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, ha reso noto che il “certificato di regolare esecuzione” dei lavori è stato redatto a metà luglio di quest’anno per cinque itinerari attrezzati del massiccio abruzzese. 

Sono quindi aperti agli escursionisti e agli alpinisti (che le utilizzano per raggiungere gli attacchi delle vie, o in discesa) le vie ferrate Danesi e Ventricini del Corno Piccolo, la ferrata Ricci e la nuova via normale della Vetta Orientale del Corno Grande, e l’itinerario attrezzato che conduce dal versante di Campo Imperatore fino al bivacco Bafile.

Nuova ferrata del bivacco Bafile

Sull’ultimo percorso citato, continua il comunicato a firma del direttore del Parco, devono essere realizzati “piccoli lavori di sistemazione”. Degli interventi, però, che “non pregiudicano la possibilità di fruizione e la sicurezza” del percorso, che è quindi aperto e utilizzabile. 

La situazione è diversa per la ripida ed esposta ferrata Brizio, che collega la Sella del Brecciaio alla Sella dei Due Corni, e permette di raggiungere il Corno Piccolo se si è partiti da Campo Imperatore. Su questo tracciato, spiega il Parco, “alcuni elementi installati risultano danneggiati dagli eventi atmosferici”. Per questo motivo, la ferrata non è ufficialmente agibile. 

A conferma di quanto scritto dal direttore Calzolaio, l’Ente Parco ha diffuso una lettera del 15 luglio scorso, con la quale l’ingegnere teramano Massimo Marini comunicava di aver completato il collaudo delle ferrate.   

Nei giorni scorsi, i due documenti sono stati spediti ai Carabinieri Forestali e alle società di gestione degli impianti di risalita (il Centro Turistico del Gran Sasso e la Gran Sasso Teramano). 

In qualche modo, sono poi arrivati alle sezioni del CAI e alle guide alpine dell’Abruzzo e delle regioni vicine, che quindi possono includerli nei loro programmi senza temere conseguenze in caso di incidenti. 

Sorprende che, tra i rifugi del massiccio, il comunicato del Parco sia stato spedito solo al Fioretti (ai piedi del Monte Corvo, lontano dagli itinerari attrezzati), confondendo il nome del rifugio con quello del gestore. 

La comunicazione sull’avvenuto collaudo, invece, non è stata spedita ufficialmente né al Duca degli Abruzzi né al Franchetti. La maggior parte dei frequentatori delle ferrate, invece, transita proprio da questi due punti di appoggio. 

Nuova ferrata del bivacco Bafile

Non hanno ricevuto la notizia, e non ci sembra corretto, né i quotidiani né i principali siti d’informazione abruzzesi. E nemmeno i giornalisti, come chi scrive, che si sono occupati a lungo del caso. Non si parla delle ferrate e della loro agibilità nemmeno sui social dell’Ente Parco, né sul sito ufficiale www.gransassolagapark.it. 

Non ci sono stati interventi, fino a oggi, sull’impegnativo Sentiero del Centenario, che traversa il settore orientale della catena. Su questo itinerario, invece, scalette pericolanti e corde fisse sfilacciate o staccate dalla parete creano dei seri pericoli per i frequentatori. 

Ci auguriamo che, prima della fine dell’estate, e della conclusione a fine 2018 del progetto finanziato dalla Regione Abruzzo con fondi dell’Unione Europea, anche il Sentiero del Centenario venga messo finalmente in sicurezza.  

Sarebbe utile ai frequentatori dei due massicci avere notizie aggiornate sullo stato di avanzamento della nuova segnaletica dei sentieri del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Il progetto, finanziato dall’Unione Europea, deve tassativamente concludersi entro il 2018.    

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