Turismo

Escursione a bassa quota tra i Sassi di Roccamalatina

Camminare nel Modenese ai piedi di spettacolari guglie arenacee. Un itinerario facile e per tutte le stagioni

Tra i vari parchi dell’Emilia centrale, nel Medio appennino modenese se ne trova uno dominato da imponenti guglie arenacee. È il Parco dei Sassi di Roccamalatina che si estende per 2.300 ettari sui territori collinari dei comuni di Guiglia, Marano sul Panaro e Zocca. In quest’area protetta si alternano a breve distanza ambienti molto differenti: antichi castagneti, boschi e coltivazioni, incolti argillosi e fenomeni di carsismo. Grazie a questa ampia variabilità ambientale prosperano grandi varietà di fauna e flora.

Queste nude rupi che svettano verticali e si ergono per più di 70 metri sopra morbidi prati e calanchi creano una forte contrapposizione paesaggistica. Il contrasto ne permette l’identificazione a grande distanza da tutti i territori circostanti. Ma come si sono formati i Sassi di Roccamalatina, o come li chiamano gli abitati del luogo, i Sassi?
Le rocce che oggi affiorano nel territorio del Parco sono in gran parte di origine argillosa, costituitesi per sedimentazione nei fondali profondi di quello che un tempo era l’Oceano Ligure. I Sassi sono invece costituiti da arenarie, sabbie grossolane che si sono cementate durante il processo di formazione. Il passare del tempo ha lavorato per sottrazione come uno scultore con un blocco di marmo, andando a erodere e disgregare argille e arenarie: queste ultime, essendo molto più resistenti, sono rimaste praticamente intatte. Questi agglomerati arenacei sono diventati così via via sempre più dominanti nel paesaggio appenninico.

Le tracce della presenza dell’uomo in questi territori diventano stabili a partire dall’Età del Bronzo e si rafforzano nella più recente Età del Ferro. Infatti durante l’espansione della popolazione etrusca tra il VI e il V a.C. queste terre divengono di importanza strategica per il collegamento tra il Tirreno e la Pianura Padana. Ancor oggi molti fondi e rustici hanno nomi che derivano da toponimi della successiva civiltà romana. Nell’Alto Medioevo in opposizione all’invasione longobarda si formò in queste aree una linea difensiva bizantina, che portò alla costruzione di numerosi edifici ancor oggi di notevole rilievo storico.

L’Anello dei Sassi

(344 m di dislivello, 2.30 ore, E)
Per raggiungere il Parco dei Sassi di Roccamalatina, che è situato pochi chilometri oltre l’abitato di Guiglia, basta seguire la strada provinciale 623 del Passo Brasa dalla via Emilia. Vi è un’ampia scelta di percorsi di varie lunghezze e difficoltà che permettono di inoltrarsi nell’area protetta, così tutti possono trovare quello che fa al caso loro.
Particolarmente interessante è l’itinerario n.3 del Parco, denominato “l’anello dei Sassi”.
Il luogo di partenza e di arrivo è la Pieve di Trebbio nei cui pressi si trova un parcheggio. Il percorso si sviluppa attorno alla valle del rio Vallecchie dominata dai Sassi, che rimangono quasi sempre in bella vista. Sviluppandosi ad anello, il sentiero permette di vedere da ogni lato questi irregolari pinnacoli rocciosi scoprendo al contempo i diversi ambienti naturali che si sono sviluppati ai loro piedi.

Si parte prendendo in direzione del Borgo dei Sassi, mantenendo le indicazioni per l’itinerario n.3 che troviamo puntualmente indicato su tutto il tracciato. Dopo solo pochi minuti dalla partenza si arriva a Castellaro a 482 m. di quota. Originariamente era una delle quattro rocche assegnate dagli Estensi ai Pio nel 1420 assieme ad altre fortificazioni. Vicino all’abitato si eleva un’imponente torre a pianta quadrata che in origine aveva la funzione di torre campanaria del borgo.
Si prosegue per pochi minuti raggiungendo l’Oratorio dei Sassi situato, a fronte del Borgo dei Sassi a 495 m di quota, dedicato alla Beata Vergine Assunta e chiamato anche della “Madonna dei Sassi”. Si hanno notizie certe della sua presenza fin dal 1729.

Il sentiero procede in discesa in direzione del Mulino della Riva e a quota 454 m si trova la ricostruzione di un’antica carbonaia. Sebbene non sia realmente funzionante ci si può rendere conto, grazie alla struttura realizzata e alle dettagliate informazioni che si trovano in loco, di quale fosse il suo funzionamento. Un’arte quella dei carbonai ormai andata perduta e invece molto praticata in queste zone.

Si scende fino al Mulino della Riva a quota 382 m. dopo poco più di un’ora dalla partenza, in cui si trovano panchine e area barbecue: un luogo perfetto per una sosta. Si riparte in salita in direzione S. Apollonia – Mulino Vallecchie. Superato un piccolo ponte e mantenendo la destra si arriva su strada asfaltata nei pressi della trattoria S. Apollonia dopo 1 ora e 35 minuti dalla partenza.
Si procede sempre seguendo il segnavia n.3 in discesa fino da incrociare il Rio delle Vallecchie dopo circa 2 ore e 15 minuti. Prima di oltrepassare il ponte merita effettuare una deviazione di poche centinaia di metri verso destra per raggiungere una sorgente di acqua solforosa, un luogo quasi mistico con un fascino speciale.
Ritornati sul percorso principale si oltrepassa il ponte e si procede a destra verso via Castellino in salita che offre altri scorci caratteristici sui Sassi di Roccamalatina e si trona in breve al punto di partenza.

Specifiche percorso

Dislivello: 344 m
Quota minima: 297 m
Quota massima: 538 m
Tempo (soggettivo): 2,5 ore
Lunghezza: 10 km
Difficoltà: Escursionismo

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