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Emilia Romagna. 10 milioni di euro per le giovani coppie con il sogno di vivere in montagna

Nel 2020 la Regione Emilia-Romagna ha sperimentato il “Bando Montagna”, offrendo un contributo fino a 30mila euro a fondo perduto a giovani coppie e famiglie con il desiderio di acquistare o ristrutturare casa per andare a vivere in Appennino. L’iniziativa ha riscosso tale successo che per il 2021, dopo aver stilato una prima graduatoria di 341 nuclei cui destinare i contributi, è stato decretato di estendere tale opportunità ad altre 346 giovani coppie o famiglie. Un ampliamento reso possibile da uno stanziamento aggiuntivo di 10 milioni di euro dal bilancio regionale, per un totale di 20 milioni di euro.

Così rinasce l’Appennino

Dalla prima graduatoria (341 giovani coppie o famiglie) si evince che l’età media di coloro che sognano una nuova vita in uno dei 119 comuni appenninici dell’Emilia Romagna sia di poco superiore ai 30 anni. In 9 casi su 10 nuclei con figli.

Per i territori montani il ritorno dei giovani rappresenterà una preziosa iniezione di risorse e occasione di sviluppo e lavoro, grazie ai cantieri che si apriranno. In molti casi, per un trasferimento fuori città, sarà infatti necessario attuare dei lavori di ristrutturazione, che si prevede vengano affidati a imprese del territorio.

“A vincere è la montagna”

“Di fronte al successo di questa misura, unica nel suo genere nel Paese e citata da molti quale esempio virtuoso, e alle tante domande arrivate e giudicate idonee, ci eravamo subito impegnati a raddoppiare i fondi disponibili e, soprattutto, i beneficiari – afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, presentando il provvedimento in videoconferenza stampa – . Lo facciamo a pochi mesi dalla prima tranche, con uno stanziamento rilevante, interamente dal bilancio regionale, e diamo gambe a ciò che avevamo detto rivolti alle tante famiglie e giovani coppie che hanno risposto con entusiasmo alla nostra proposta. Perché sia chiara una cosa: a vincere è la montagna, territorio splendido della nostra regione, con 700 giovani coppie, famiglie o nuclei aiutate nella loro decisione di voler vivere in appennino, o di rimanervi.”

“Abbiamo centrato l’obiettivo – prosegue – , cogliendo un bisogno diffuso. Per questo renderemo strutturale questa misura, finanziandola anche nei prossimi anni. Mi auguro anzi che il Governo possa destinare fondi alle aree montane, sostenendo provvedimenti di questo tipo. Un bisogno che va nella stessa direzione delle nostre politiche di rilancio dei territori montani: un impegno a 360 gradi per promuovere uno sviluppo sostenibile di questa parte così importante del territorio regionale, con l’obiettivo di colmare il divario con la pianura e i grandi centri abitati, perché potremo ripartire più forti di prima solo se ripartiremo tutti insieme”.

“L’impressionante mole di richieste per l’acquisto e la ristrutturazione della prima casa in montagna – osserva l’assessore a Montagna, parchi e forestazione Barbara Lori sono il segno tangibile che i nostri sforzi per andare incontro alle necessità delle persone e dei territori dell’Appennino hanno colto nel segno. Abbiamo dato il via un progetto straordinario che mette al centro le giovani coppie e le famiglie, intervenendo in maniera concreta nel loro futuro. Il nostro obiettivo è anche valorizzare e promuovere queste aree scommettendo sulle opportunità che rappresentano in chiave sociale, ambientale ed economica. Il bando ‘Giovani coppie 2020’, che ha messo a disposizione complessivamente 20milioni di euro, ci ha permesso di avviare un percorso virtuoso per il nostro Appennino. Non si tratta ‘solo’ di una casa, ma di un ‘movimento’ che aiuta a contrastare lo spopolamento della montagna. Questo attraverso l’arrivo di nuove famiglie che scelgono di vivere fuori dai centri urbani contribuendo a dare nuova linfa vitale a questi territori e a rafforzare politiche di sostenibilità,a partire dal recupero di parte del patrimonio edilizio esistente”.

Il successo del Bando Montagna

Il “Bando Montagna” è uscito nel maggio 2020, con via a settembre alla presentazione delle domande. Sono state ritenute ammissibili 2.310 domande, distribuite per provincia come segue: 129 in quella di Piacenza, 335 in quella di Parma, 297 in quella di Reggio Emilia, 390 in quella di Modena, 624 in quella di Bologna, 99 in quella di Ravenna, 319 in quella di Forlì-Cesena, 120 in quella di Rimini.

Come anticipato, di 2.310 ne sono state selezionate per il contributo regionale in una prima fase 341. Con lo scorrimento della graduatoria verranno ammesse altre 346 domande. Di queste, 167 per l’acquisto di una abitazione, 84 per un intervento di ristrutturazione e 95 per un intervento misto di acquisto e ristrutturazione. L’analisi di questa seconda tranche di domande conferma complessivamente quanto era già emerso per la prima.

Nell’87 % dei casi si tratta di nuclei familiari o monoparentali con figli, nel 13% di single. L’età media continua ad essere bassa, di poco superiore ai 30 anni. Sostanzialmente in linea anche il valore dell’importo medio assegnato, di poco inferiore ai 29 mila euro.

Cosa si richiede ai giovani nuclei familiari

Il bando prevede per tutti i beneficiari l’obbligo di trasferire la propria dimora abituale nell’alloggio acquistato o ristrutturato, entro sei mesi dalla sottoscrizione dell’atto di acquisto o dalla data di ultimazione dei lavori, richiedendo contestualmente la residenza nel comune montano per almeno cinque anni.

Tra le finalità – oltre a quella di rilanciare lo sviluppo di questi territori – anche quello di spingere sul recupero del patrimonio edilizio montano con criteri premianti per gli interventi su edifici di valore storico come le case in sasso, situati all’interno di aree di pregio ambientale, oppure dismessi e abbandonati.

contributi sono a fondo perduto e vanno da un minimo di 10 mila euro, a un massimo di 30 mila euro, comunque non superiori al 50% delle spese sostenute in caso di acquisto dell’immobile e, in caso di ristrutturazione, al 50% dell’importo lavori e alla somma non portata in detrazione fiscale.

Per quanto riguarda la tempistica, il bando prevede la conclusione dell’intervento entro 9 mesi (in caso di acquisto dell’immobile) o di 24 mesi (in caso di recupero, con fine dei lavori). In particolare, per questa seconda tranche di progetti i termini decorrono dalla data di approvazione della delibera di scorrimento della graduatoria.

Destinatari sono i nuclei familiari in cui almeno uno dei componenti (ad esclusione dei figli) sia nato dopo il 1^ gennaio 1980 (età massima 40 anni) e abbia la residenza anagrafica in Emilia-Romagna o comunque svolga un’attività lavorativa esclusiva o principale nel territorio regionale. Tra i requisiti anche l’Isee inferiore a 50mila euro se relativo a un nucleo già formato, e fino a 60 mila per nuclei da formare. Tra le premialità, quelle a favore degli interventi realizzati in comuni montani in cosiddetta fascia 1 e 2 (su tre fasce, quelli più penalizzati sulla base degli indici di reddito, di anzianità e di spopolamento). Punteggi aggiuntivi anche per i nuclei familiari che trasferiscono la residenza da un comune non montano (in particolare se un componente del nucleo ha un lavoro in montagna); per le famiglie con figli conviventi e/o minori; per quelle già residenti, ma con attività lavorativa in altro comune montano.

Per i beneficiari della prima tornata, sono già state avviate le operazioni di rendicontazione delle domande e sono in dirittura d’arrivo le prime erogazioni.

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