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Dennis Brunod: rally che passione

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AOSTA — Riposti nell’armadio sci e pelli di foca, l’alpino valdaostano Dennis Brunod è atteso da un’estate che lo vedrà protagonista come "corridore del cielo". Ma non solo. La sua passione segreta sono i rally automobilistici: per saperne di più, leggete l’intervista.

Brunod, come affronti lo skyrunning dono un’intensa stagione di scialpinismo ad alto livello?
Appena conclusa la stagione di scialpinismo, nella quale ho corso 22 gare, me ne sono stato tranquillo almeno per un mesetto. Uno stop ci vuole, sia fisicamente che di testa. Mi serve per poter ritrovare la voglia e la forza di ricominciare. Come ho già detto mi sento principalmente uno scialpinista. Le skyrace estive mi serviranno come stimolo ad allenarmi bene, ma con più tranquillità rispetto all’inverno.
 
Scialpinista e skyrunner. Spiegaci come ti prepari per le due specialità.
Vista la mia professione, che è poi anche la mia grande passione, sicuramente lo scialpinismo va preparato al meglio rispetto allo skyrunning. Per lo ski alp faccio periodi di carico, alternati a fasi di scarico durante tutta l’estate e l’autunno. L’obiettivo è poi arrivare a fine autunno a fare allenamenti più specifici per ritrovare la forma giusta. Come allenamenti faccio bici, corsa, camminate e skiroll. Un po’ di tutto. Per lo skyrunning niente di specifico. Sfrutto questi allenamenti e vado a fare le gare.
 
Sono due sport che si assomigliano?
In salita forse sì, ma in discesa il gesto tecnico cambia completamente. Nello scialpinismo bisogna saper far bene i cambi pelli, mettere i ramponi e tutte quelle manovre tecniche che l’attrezzatura scialpinistica richiede. Nello skyrunning si è soli con le proprie scarpette. Il risultato finale dipende solamente dalla propria condizione fisica, mentre nello skialp può dipendere oltre che dalla condizione fisica anche dall’aver fatto bene i cambi di assetto, dalla rapidità con cui si affrontano le discese, dal non aver rotto materiali o non aver perso le pelli di foca.
 
Hai iniziato la tua carriera agonistica con lo sci di fondo. Cosa ti ha spinto a cambiare?
Sono entrato nel Centro Sportivo Esercito nel 1996 come fondista. Poi nel 2000 c’è stato il passaggio nello scialpinismo e skyrunning. Il motivo è presto detto: per poter andare forte nello sci di fondo si doveva aver sempre più forza. La mia struttura fisica (piccolo e magro: 56 chili…) non mi ha permesso di ottenere buoni risultati. Ho provato lo scialpinismo e, fin da
subito, mi sono trovato bene. Con Manfred Reichegger abbiamo iniziato a scalare le classifiche, rendendoci conto che eravamo portati per questo tipo di sport dove leggerezza e resistenza sono fondamentali.
 
Hai altre passioni oltre allo scialpinismo e allo skyrunning?
La mia terza passione sono i rally. Tra una corsa e l’altra ci sarà qualche gara in macchina per staccare un po’ la spina dai soliti sport di pura fatica. In questo caso non corro per l’Esercito ma per la scuderia valle d’Aosta Rally Team.
 
Quali sono gli obbiettivi della tua stagione skyrunning 2007?
Come ogni anno penso di fare Valposchiavo, la 4 Luglio, la Alagna, la Mezzalama Skyrace, il Giir di Mont e alcune altre gare. Una cosa è certa. Deciderò gara per gara in base a come sto. In queste prove correrò grazie al centro sportivo dell’Esercito, La Sportiva e Baroli Sport.
 
La prima sfida è la Valmalenco-Valposchiavo, che tu hai vinto nel 2002 e nel 2004.
Sì. Di questo tracciato mi piace soprattutto l’ultima parte della salita e tutta la discesa, anche se direi che questo non è proprio un percorso ideale alle mie caratteristiche. La almalenco-Valposchiavo, nel complesso, è una gara corribile e veloce. Per come sono fatto, preferisco di più il tracciato tecnico. Ciò nonostante questa è una gara nella quale sono sempre andato bene.
 
A Poschiavo si assegnerà il titolo europeo di specialità. Miri a vincerlo?
Ogni volta indossi un pettorale, cerco sempre di dare il massimo. Ma per l’estate non mi prefiggo in anticipo grandi obbiettivi, di solito corro quando ho voglia e scelgo un po’ le gare all’ultimo momento. Così di testa sono più tranquillo. Il mio obbiettivo numero uno è sicuramente lo scialpinismo. Poi viene lo skyrunning. 
 
Quali saranno gli avversari da tenere maggiormente in considerazione?
Ricardo Mejia in primis. Anche se non correrà per il titolo continentale, punterà comunque al primo posto assoluto. Solo per citarne alcuni, vedo bene il tedesco Helmut Schiessl e il catalano Roc Augusti. Sicuramente ve ne saranno molti altri, visto l’altissimo livello cui ci ha abituato questa gara.
 
Qualcuno ti confonde per omonimia nel cognome, con Bruno Brunod. Altri ti indicano come suo predestinato successore.
I primi anni, molti pensavano che io e Bruno fossimo parenti, ma non è così. Però sono molto legato a Bruno, è stato proprio lui a farmi scoprire lo skyrunning. Con lui ho iniziato a fare i primi allenamenti e le prime gare. Per me è una persona mitica, unica! Ammiro la sua grinta e testardaggine, caratteristiche che ha sia in gara, ma soprattutto durante gli allenamenti per riuscire ad ottenere ciò che vuole raggiungere. Rispetto a Bruno credo di avere più costanza negli allenamenti.
 
Maurizio Torri

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