Gente di montagna

Danilo Callegari

“Punta lo sguardo verso l’infinito, là dove posizioni il tuo sogno. Ora abbassa la testa e lavora sodo con costanza e passione per raggiungerlo”.

Danilo Callegari

Ha una tendenza innata a spingersi oltre i limiti. La sua missione è fondere, in un’unica avventura aria, terra e acqua. Ama la natura in tutte le sue forme ed espressioni, in particolare quelle più dure. Danilo Callegari è un esploratore estremo che ricerca le terre più remote e sconfinate del Globo. Fonte d’ispirazione, determinato ed entusiasta, ha pedalato attraverso i continenti, nuotato in acque oceaniche, volato tra le montagne più alte della Terra, scalato le più impegnative vette delle Alpi e dell’Himalaya, delle Ande e del Caucaso, e ha remato in kayak sulle acque della Patagonia e del lago Titicaca.

Vita privata

Danilo Callegari nasce il 21 febbraio del 1983 a Bannia di Fiume Veneto, un villaggio del Friuli Venezia Giulia, in provincia di Pordenone, a metà tra le montagne e il mare. Già da giovane si appassiona agli sport estremi e muove da subito i primi passi in montagna. Diventa esperto di alpinismo, kayak, sub, parapendio, corsa, nuoto e ciclismo. È paracadutista nell’Esercito Italiano, nel quale rimane per quattro anni: in questo periodo vive in prima persona la tremenda realtà della guerra, combattendo per oltre 5 mesi in Iraq. Un’esperienza che gli insegna ad avere un approccio più consapevole alla vita: da questo momento, infatti, affronterà ogni esperienza senza lasciare nulla al caso, uno stile che applicherà anche durante le sue spedizioni, che programmerà sempre con molta attenzione e razionalità. Oltre ai progetti come avventuriero si dedica anche a organizzare speech motivazionali e team building aziendali.

Avventuriero estremo

Nel 2008 Danilo Callegari decide di sfidare sè stesso in un contesto particolarmente selvaggio: l’Islanda. Trascorre un anno ad allenarsi e infine parte da Venezia alla volta di Keflavik, percorrendo i 3.000 chilometri dell’intero perimetro costiero dell’isola. Nel 2009 intraprende un viaggio in bicicletta tra le montagne più alte del Pianeta: trascorre quaranta giorni pedalando nel Nord dell’India, in Himalaya e Karakorum, superando montagne, torrenti e villaggi di fango sperduti. Nel 2010 affronta, in solitaria, e con temperature di molto sotto lo zero, i 200 chilometri della traversata integrale del Vatnajokull, la più vasta ed estesa superficie ghiacciata d’Europa.

Tra il 2011 e il 2012 è impegnato nel progetto South America Extreme, e lancia il tentativo di scalare le Seven Summits, le sette vette più alte di ogni continente: inizia con la cima dell’Aconcagua (6.962 m), la vetta più alta del Sud America, raggiunta dopo quattro mesi di viaggio e centinaia di chilometri in bicicletta attraverso montagne e deserti in quota, e 280 km in kayak sul lago navigabile più alto del mondo, il Titikaka. Nel 2011 Danilo Callegari conquista l’Elbrus (5.642 m), la cima più alta d’Europa, con il rientro in Italia dalla spedizione in bici, attraverso Russia, Ucraina, Romania, Ungheria e Slovenia, pedalando per 4.000 km.

Il Progetto Magellano è del 2013: Danilo Callegari percorre 380 miglia nautiche (700 km) con una temperatura media attorno ai 2° C. La partenza è da Capo Deseado, sull’Isla Desolacion sull’Oceano Pacifico e l’arrivo a Punta Dungeness, che si affaccia sull’Atlantico. Nel 2014 l’avventuriero tenta la scalata in solitaria, in stile alpino e senza l’ausilio di ossigeno supplementare, lo Shisha Pangma, la quattordicesima montagna più alta della Terra, 8.027 metri. L’esploratore si mette alla prova anche in Africa quando, nel 2015, nuota per 50 km nell’Oceano indiano, per poi passare ai caldi torridi delle distese centrali, fino ai ghiacci perenni sulla cupola del Kilimanjaro. L’impresa dell’anno seguente lo vede sfidare l’ottava montagna più alta del mondo, il Manaslu, nel cuore della catena himalayana. Una prova di preparazione tecnica per una scalata anche questa volta in solitaria e in stile alpino, senza l’ausilio dell’ossigeno supplementare. Il 2018 è invece l’anno del progetto Antarctica Extreme, che lo porta nell’estremo Antartide, dove l’avventuriero friulano trascorre tre lunghi mesi nello sconfinato bianco. Anche se non tutto dell’impresa va secondo i piani e l’esploratore italiano non riesce a raggiungere il Polo Sud in solitudine e autonomia, si porta comunque a casa la quarta Seven Summits dopo Aconcagua, Elbrus e Kilimangiaro: il monte Vinson (4.892 m), che scala in stile alpino, per poi, dopo quattro giorni di attesa dal suo rientro dalla montagna, decollare, raggiungere i 5.000 metri di quota e lanciarsi da lassù con il paracadute.

Danilo For Childern

Durante la sua ascesa al Manaslu, Danilo Callegari entra in contatto con la “Teresa Academy”, una realtà fondata da Madre Teresa di Calcutta, che si occupa di sostenere, attraverso progetti di istruzione, bambini dai 0 ai 16 anni, e cerca di salvare giovani ragazzine da abusi sessuali, maltrattamenti e prostituzione. Da quest’incontro nasce il progetto Danilo for Children: un’associazione senza scopo di lucro, attraverso cui l’avventuriero vuole portare un supporto concreto ai bambini orfani, vittime di violenze e di difficili situazioni familiari, attraverso la costruzione di asili e infrastrutture nelle zone remote del mondo che ha conosciuto durante i suoi viaggi, partendo dal Nepal.

Riconoscimenti

Danilo Callegari è stato premiato agli Adventure Awards 2013 con il Gold Beard come miglior avventuriero dell’anno.

Film e video

Durante l’agosto del 2019 è stata trasmessa su DMAX una serie tv “Extreme Adventures”: cinque episodi durante i quali il viaggiatore estremo si mette a nudo e racconta sé stesso e le sue avventure.

Curiosità

Tra le varie imprese dell’esploratore ricordiamo anche le sue 27 maratone corse in 27 giorni.

 

“I limiti esistono soltanto nella nostra mente”.

Danilo Callegari

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