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Bollettini dei pollini e gite in alta quota come sollievo per le allergie

Pollini
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BERGAMO — Tempo di primavera: tornano i prati in fiore e con loro le allergie, patologia di cui ormai soffrono moltissime persone. Secondo una recente indagine dell’Anifa – Associazione Nazionale dell’Industria Farmaceutica dell’Automedicazione – ne sarebbero interessati tra il 15% e il 45% della popolazione mondiale, mentre nel Belpaese quasi un italiano per famiglia. Se, farmaci a parte, non si può far altro che aspettare che passi il picco di fioritura, è bene comunque tenere presente da un lato che la montagna è un toccasana per allergici, e dall’altro che esistono strumenti come i bollettini dei pollini che fanno previsioni sui livelli di concentrazione degli allergeni.

Starnuti, gocciolamento nasale, lacrimazione, prurito e congestione nasale e oculare e in qualche caso anche tosse. Questi i sintomi più comuni delle allergie, nei casi più gravi associati anche all’asma. Si comincia a marzo ma si va avanti tranquillamente fino a fine settembre, in base alle temperature, all’andamento della stagione e ovviamente al momento della fioritura delle piante a cui si è allergici. Non tutte le settimane infatti sono uguali, ma si soffre più o meno in base alle concentrazioni di pollini rilevate nell’aria.

Utili allora possono essere i bollettini dei pollini, diramati fra gli altri dall’Arpa, dall’Associazione Italiana di Aerobiologia, dagli istituti di ricerca sui pollini, oppure sul sito di 3Bmeteo. Di ciascuna regione e provincia vengono riportati, settimana per settimana, i dati relativi alle percentuali di pollini delle piante verso cui si registrano le allergie più comuni: dalle graminacee alle oleacee, alle betulacee e così via.

Dalla pianura al mare, dalla città alla campagna le allergie interessano grande parte della popolazione, soprattutto in condizioni ambientali di inquinamento atmosferico. Gli inquinanti infatti si attaccano alla superficie dei pollini dispersi nell’aria, procurando un’infiammazione delle vie aeree che aumenta la permeabilità delle mucose. Anche per questa ragione in alta quota, dove l’aria è più pulita, gli allergici possono trovare sollievo.

Ma non solo, perché in ambiente alpino i pollini diminuiscono con l’aumento della quota. Le condizioni ambientali e la flora variano molto da una montagna all’altra, ma nel corso di uno studio effettuato in Colorado è stato dimostrato che esistono sui monti 54 tipi diversi di pollini, dei quali solo otto regolarmente presenti in quantità significativa. Anche per chi è allergico alla polvere i monti sono un toccasana: salendo di altitudine infatti diminuiscono le polveri casalinghe, acari in particolare. Infine la quota, a patto che non sia troppo alta, sembra avere un effetto positivo anche sull’asma allergica.

Per approfondimenti su allergie e montagna: Arriva la primavera: la montagna è rifugio per allergici

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