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Bivacco Pelino in Maiella imbrattato da 4 giovani. Ora rischiano la reclusione

La scorsa settimana il Bivacco Pelino, iconico ricovero posto sul Monte Amaro (2793), la vetta più alta del massiccio della Maiella, è stato sottoposto a un “restyling” non autorizzato. Sulla vernice rossa che ricopre la struttura metallica hanno fatto la loro comparsa delle decorazioni, dipinte con vernice bianca e nera. Di fatto un vandalismo, ma con un tocco artistico tale da portare alcuni utenti a pensare, di fronte alle immagini diffuse sui social, che dietro un simile lavoro d’alta quota vi fosse il placet della sezione CAI di Sulmona, che ne è proprietaria. A chiarire che non si sia trattato affatto di un intervento decorativo autorizzato è il comunicato stampa diffuso in data 25 agosto dai Carabinieri Forestali, intervenuti a seguito della segnalazione di alcuni escursionisti, in cui il termine scelto per descrivere l’opera è “imbrattamento”.

 

Tre ragazzi e una ragazza tra i 19 e i 27 anni, che nella mattinata di ieri hanno verniciato con bombolette spray il Bivacco Pelino, rifugio del CAI sulla vetta del Monte Amaro, sono stati identificati dai militari della Stazione Carabinieri “Parco” di Pretoro – si legge – , intervenuti subito dopo il fatto su segnalazione di alcuni escursionisti. I Carabinieri Forestali, sulla base della descrizione fatta dai segnalanti, hanno riconosciuto quattro ragazzi notati il giorno precedente, durante un servizio di controllo del territorio,scendere dall’auto in Loc. “Rifugio Pomilio” di Rapino (CH) ed incamminarsi verso il Blockhaus. Così l’indomani, tornati a valle per riprendere il mezzo, i quattro hanno trovato una pattuglia ad aspettarli. Gli stessi rischiano la pena della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 300 a 1.000 euro, per imbrattamento di bene immobile, oltre all’applicazione della normativa in materia di aree protette e all’obbligo di ripristino e ripulitura.”

Il commento della sezione CAI di Sulmona

Contattata dalla nostra redazione, la sezione CAI di Sulmona ha tenuto a ringraziare i Carabinieri Forestali e i segnalanti, cogliendo l’occasione per evidenziare che l’aspetto esteriore del Bivacco Pelino sia solo uno dei problemi e non il principale.

“La sez. CAI di Sulmona, proprietaria dell’immobile, adirà le vie legali contro gli autori del gesto, anche solo per ribadire il concetto che una proprietà a disposizione di tutti non può essere rovinata da chiunque. In passato si sono verificati altri gesti vandalici e sono stati denunciati all’autorità competente, questa volta si conoscono gli autori. Ringraziamo gli escursionisti che hanno segnalato la situazione, dimostrando senso civico e autentica passione per la montagna, i Carabinieri Forestali della Stazione di Pretoro (CH) che sono prontamente intervenuti e il Parco Nazionale della Maiella, nella persona del Direttore f.f. Luciano Di Martino, che ha subito chiesto informazioni alla Sezione. Dopotutto anche il Parco si può considerare parte lesa, dichiara la sezione.

“Siamo dispiaciuti per il fatto che dopo poche ore dalla notizia del danno su alcune pagine social circolava la fantasiosa notizia che era stata la nostra sezione ad autorizzare gli “artisti”, nulla di più falso – prosegue – . Cogliamo questa occasione per portare all’attenzione di tutti le condizioni del Bivacco Pelino che non sono proprio accoglienti come hanno giustamente fatto osservare molti escursionisti. Il Bivacco si trova a 2.793 m. di quota su Monte Amaro, la cima più alta della Maiella. Per raggiungerlo ci vogliono almeno quattro ore di cammino, per il percorso più breve. In caso di maltempo costituisce un valido riparo e in passato ha salvato più di una vita. Ma come tutte le strutture di montagna ha bisogno di una regolare manutenzione che purtroppo la Sezione CAI di Sulmona non può sostenere, l’ultimo intervento è stato effettuato nel 2010, quasi totalmente a carico della Sezione le cui entrate sono solo le quote dei soci. Speriamo che questa vicenda abbia il lato positivo di sensibilizzare qualche amministrazione pubblica della necessità di tenere in efficienza questa struttura.”

Le condizioni del Bivacco Pelino

La struttura necessiterebbe di interventi ben più intensi ed onerosi di una passata di vernice, come dimostrano le immagini diffuse nei giorni scorsi dalla pagina FB Chieti Meteo. Nel ricovero sono presenti perdite importanti, con conseguente diffondersi della ruggine e sarebbero da sostituire vetri. “Dovremmo quasi dichiararlo inagibile”, la riflessione dell’autore del video.

 

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11 Commenti

  1. Preferisco i vecchi bivacchi ex rossi in lamiera arrugginita ben colorati di nuovo che vedere i sentieri pitturati dappertutto, su sassi, tronchi e ometti, con segni rossi e bianchi messi dal cai…. ora brillanti o luminescenti.
    Per me questo sì che è un vizio ormai diffuso da condannare, tra l’altro è poco istruttivo.

  2. Sono stato lì su giusto il giorno prima, e sono stato fortunato abbastanza da farmi qualche foto davanti al bivacco non ancora imbrattato da questi sedicenti “artisti”, e quando ho visto il primo articolo che parlava dell’episodio volevo credere ad una bufala goliardica.. Invece poi l’amara conferma.. Quanto alla galera non saprei, ma secondo me intanto già sarebbe una buona sanzione quella di caricarli come zampogne di materiale per pulire, costringerli a salire su per la Rava del Ferro, e quindi una volta arrivati su metterli subito a porre rimedio allo schifo che hanno partorito.

    Ciò detto il CAI di Sulmona dovrebbe pure prendere atto però del fatto che, come giustamente si indica nell’articolo, il Pelino (come praticamente ogni bivacco o rifugio non gestito che ho visitato in centro Italia) era in condizioni pietose già prima: vernice esterna sbiadita tanto da sembrare quasi Cor-ten (ma ci può stare, così esposto agli agenti atmosferici com’è), pannelli di coibentazione interni scarabocchiati della qualunque pure loro, pavimento in listoni di legno saltato in alcuni punti, finestre-oblò rattoppate con buste di plastica (che non è proprio il massimo in caso di utilizzo invernale del bivacco).. Insomma, secondo me sarebbe arrivato il momento di interrogarci sul fatto che sia ora di cambiare marcia nella manutenzione da parte di chi possiede questi immobili e nella gestione da parte di chi questi immobili li utilizza. Un bel salto in termini di mentalità, che arrivati quasi alle porte del 2023 ci vorrebbe..

  3. Non mi pare avessero cattive intenzioni , gli atti di vandalismo sono ben altri , sicuramente hanno peccato di presunzione credendo di fare bene perché certo è che non volessero fare danni . Comunque la schiera di buonisti a fare il coro accusatorio perfettamente inutile, farebbe bene a sollevare lamentele a chi in realtà dovrebbe occuparsi del buon mantenimento di queste strutture. Buona giornata a tutti! Renato Ferro

  4. Beh… galera mi sembra eccessivo… però per questione di etica e regolamenti basterebbe addebitare le spese di ripristino e investire sull’informazione!
    P.S. Non credo siano più decorosi i vari sentieri escursionistici con rocce imbrattate di ogni colore!

  5. La sezione CAI di Sulmona farà causa ai quattro ragazzi… Mah… Farebbe bene prima a smantellare quell’oscena baracca visto che non è in grado di tenerla a posto.

  6. È molto meglio di prima.
    “Imbrattamento di bene immobile” i caramba l’hanno inventato al momento.
    Il vero “IMBRATTAMENTO DI BENE NATURALE PUBBLICO” sono : panchine giganti, ponti tibetani, bivacchi nuovi, ferrate e cementate, croci e madonne. Ce ne sarebbe d’arrestare di gente e amministratori pubblici

    1. Ecco. Vogliamo parlare delle mega croci a led fosforescenti che si vedono a millemila chilometri di distanza? Chi ha dato il permesso?

  7. Gestisco degli stazzi nel Parco Abruzzo, di proprietà comunale, adibiti a bivacchi custoditi per uso escursionistico.
    Sono un volontario, e per due di questi, non raggiungibili col fuoristrada, ho compiuto decine di viaggi per ciascuno stazzo, zaino in spalla, per dislivelli ogni volta dell’ordine di 400/500 mt.
    Sulle spalle attrezzi e materiali scrupolosamente tarati per gli interventi di manutenzione.
    Certo salire al Pelino è un’altra cosa, ma con le squadre giuste di persone con fiato e manualità, molte manutenzioni a basso costo si riescono a fare.
    Suggerisco il Cai Sulmona di confrontarsi col CAI Coppo dell’Orso (con sede a Trasacco Aq), per farsi spiegare come l’azione di gruppo può fare miracoli e dare motivazione a giovani e atletici escursionisti.
    Li’, col rifugio Coppo dell’Orso a quota 1870 mt hanno fatto miracoli.
    Marco

  8. il bivacco era in pessime condizioni già 4 anni fa. Sicuramente se fosse un bivacco mantenuto sarebbe un peccato ‘decorarlo/imbrattarlo’, però nella condizione in cui si trova, praticamente abbandonato, trovo non sia un tale peccato decorarlo così. Sicuramente non da galera e non qualcosa da scomodare le forze dell ordine e il sistema giudiziario inutilmente! Questo non è vandalismo ma ARTE, che può piacere o non piacere ma i ragazzi sicuramente l’hanno fatto con buone intenzioni senza scritte volgari o altro!
    Spero che motivi la sezione a prendersi cura del proprio bivacco, o in caso contrario che venga rimosso perché nelle condizioni in cui è è solo brutto e praticamente inutile!

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