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Artur Hajzer muore al Gasherbrum I, la difficile ricostruzione dei fatti

Artur Hajzer (Photo polskihimalaizmzimowy.pl)
Artur Hajzer (Photo polskihimalaizmzimowy.pl)

(Updated) SKARDU, Pakistan — Artur Hajzer è morto al Gasherbrum I, precipitato, a quanto pare, sotto gli occhi del compagno di spedizione Marcin Kaczkanl. Non si conosce ancora la versione definitiva e ufficiale dei fatti, ma secondo molti siti della stampa polacca, questa mattina Krzysztof Wielicki avrebbe confermato la morte del veterano himalaysta. Kaczkanl è stato ritrovato a campo 2 e dovrebbe ridiscendere oggi al campo base insieme a un team russo andato in aiuto. Secondo le ultime informazioni che circolano sul web, Hajzer – leader del progetto Polish Himalayan Winter 2010 – 2015 – sarebbe precipitato alla base del Japanese couloir.

L’obiettivo per questa stagione di Hajzer e Kaczkan era quello  di salire prima il Gasherbrum I e poi il Gasherbrum II senza ossigeno e senza l’aiuto di portatori. Secondo le ultime ricostruzioni dei fatti domenica 7 luglio avevano lasciato campo 3 a 7150 metri, per raggiungere la cima del Gasherbrum I (8068 metri). Intorno a quota 7600 metri sarebbero tornati indietro per i venti troppo forti, rientrando a campo 3. A quel punto avrebbero chiamato con la radio il cuoco al campo base, dicendogli che volevano ridiscendere a campo 2 e che stavano bene.

Sempre domenica alle 11 ora polacca, quindi alle 14 locali, Isabella Hajzer avrebbe ricevuto un sms che comunicava un incidente e la caduta nel Japanese couloir. Non è chiaro al momento né chi l’abbia mandato né il contenuto esatto del messaggio.  Secondo quanto riferisce Explorersweb, a quel punto sarebbero iniziate le operazioni di soccorso, gestite dal Thomas Laemmle, leader della German Gasherbrum Expedition. Nella notte tra domenica e lunedì un gruppo di portatori di alta quota sarebbe salito sulla montagna con lo scopo di raggiungere campo 2: tuttavia i venti forti li avrebbero costretti a abbandonare il proposito e a tornare indietro. Nella notte tra lunedì e martedì il tempo è migliorato: dal campo 1 (6000 metri) sarebbe partito un gruppo di alpinisti russi che hanno raggiunto campo 2 dove hanno trovato Kaczkan. Non si sa al momento se il polacco sia caduto anch’egli nel couloir o no.

Sarebbe stato proprio Marcin Kaczkanl ad avvertire della morte di Artur Hajzer, che avrebbe visto cadere davanti ai suoi occhi. La notizia del resto circolava già al campo base nelle scorse ore, come ci era stato comunicato della spedizione scientifica italiana.

Artur Hajzer ha salito l’Annapurna in invernale nel 1987 insieme a Wanda Rutkiewicz, Krzysztof Wielicki e Jerzy Kukuczka; con quest’ultimo ha aperto anche una nuova via sulla parete sud dell’Annapurna Est (8.010 metri). Ha salito diversi ottomila, in alcuni casi partecipato all’apertura di vie nuove.

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2 Commenti

  1. Ci vorrebbe un aggiornamento: Artur Hajzer non è disperso, è morto purtroppo (è ufficiale). Lo ha confermato Marcin Kakczan che lo ha visto precipitare (si ipotizza un errore tecnico) e che ha di seguito visto il suo corpo senza vita. Kaczkan non era caduto nel couloir: l’sms è stato probabilmente mandato alla moglie di Hajzer da qualcuno che si trovava nel campo e che ha visto tutto ed era convinto fosse Hajzer a precipitare (questo però resta ancora da chiarire). Che anno tragico per l’himalaismo polacco…

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