Alpinismo

Annalisa Cogo: è un problema etico

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MILANO — "L’ossigeno è un problema etico, dal punto di vista prettamente medico per l’organismo sarebbe addirittura meglio usarlo. Dal punto di vista etico no, perchè cambia i valori in gioco. Ma di questo si dovrebbero occupare le debite istituzioni". Annalisa Cogo si occupa di malattie respiratorie e di medicina d’alta quota da 27 anni. Ha iniziato con una spedizione all’Aconcagua e poi ha proseguito gli studi che l’hanno portata a diventare Presidente commissione medica del Cai dal 1990 al 1997; presidente della Società medicina di montagna dal 1999 al 2005; infine responsabile del settore ricerca medicina e fisiologia per il Comitato Ev-K2-Cnr.

Dottoressa Cogo, quali vantaggi porta l’ossigeno ad un alpinista che sta scalando?
Sostanzialmente lo riporta a livello del mare o comunque a una quota più bassa, in base a quanto ne assume. Questo, ovviamente, migliora le prestazioni perché rida carburante all’organismo.
 
E’ corretto considerarlo doping?
La mia opinione personale è che questo è un discorso etico e non medico, perché non c’è alcuna controindicazione per l’organismo. Il doping si vieta per due motivi: o per motivi etici e sportivi, o perché è una sostanza dannosa per l’organismo. L’ossigeno è un problema esclusivamente etico perché dal punto di vista prettamente medico per l’organismo sarebbe addirittura meglio usarlo, per esempio durante il sonno. Parlando di etica, invece, sarebbe meglio non usarlo, ma di questo si dovrebbero occupare le debite istituzioni.
 
Non usare l’ossigeno provoca danni?
Tutte le volte che l’organismo ha meno ossigeno a disposizione subisce dei danni, più o meno gravi e permanenti a seconda della durata di questa situazione. Nell’alpinismo non si parla di danni permanenti, o quantomeno per adesso non sono stati rilevati. Ma esporsi ad alte quote senza ossigeno mette certamente più a rischio di mal di montagna e di tutti i danni temporanei dovuti alla mancanza di ossigeno: maggior affaticamento, maggior disidratazione, rischi di trombosi, esaurimento fisico. Il cuore fa fatica perché la pressione della circolazione polmonare aumenta molto.
 
E usarlo invece non comporta alcun rischio per la persona?
L’uso in sé non è dannoso, e nemmeno sbagliare dosaggio. Certo però, se uno si trova improvvisamente senza ossigeno e si trova esposto ad una quota a cui non è acclimatato, potrebbe . subire gravi conseguenze.
 
E’ paragonabile, secondo lei, all’emotrasfusione?
Secondo me no, perché l’emotrasfusione è più complessa. Aumenta la concentrazione per aumentare la performance, mentre l’uso dell’ossigeno è anche per tutelare la salute. Quando diventa solo un mezzo per aumentare la performance allora è un problema, ma ripeto, esclusivamente etico e non medico.
 
Pensa che sia importante, sempre dal punto di vista sportivo, che gli alpinisti che porteranno in cima all’Everest la fiamma olimpica nel 2008 scalino senza ossigeno?
Secondo me sì per due motivi: perché è contro lo spirito olimpico e per la contesa Tibet-Cina. Ma questo esula dalla mia laurea.
 
Sara Sottocornola
 

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