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Ambientalisti contro nuovo mega hotel in Dolomiti: “No all’ecomostro a Passo Giau”

No all’edificazione di 40.000 metri cubi sul passo Giau, è questo l’appello lanciato da Italia nostra, Mountain Wilderness, Wwf, Comitato Peraltrestrade Dolomiti e Gruppo Promotore Parco del Cadore contro l’ipotesi di costruzione di un hotel di lusso, con circa 24.500 metri cubi nel sottosuolo, in luogo dell’attuale hotel “Enrosadira”, località conosciuta anche per essere stata la scenografia del famoso film “Ladyhawke”.

Le associazioni ambientaliste hanno unito le proprie voci in una segnalazione con oggetto “Richiesta di provvedimento di tutela su ambito protetto, su cui è stato chiesto un intervento edilizio di inaccettabile impatto paesaggistico e ambientale. Colle Santa Lucia (BL) – loc. Passo Giau – area assoggettata al D.lgs. 42/2004 Parte III – ex Hotel Enrosadira”, inviata alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le Province di Βelluno, Padova e Treviso, alla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, alla Fondazione DOLOMITI-UNESCO, al Sindaco di Colle Santa Lucia, Prof. Paolo Frena, alla Regione Veneto e Provincia di Belluno.

L’impatto del progetto

L’impatto del progetto è evidenziato chiaramente dalle associazioni nel documento: “24.500 metri cubi corrispondono, ad esempio, a n. 3 edifici di almeno 7 piani o a una settantina di appartamenti di taglia media! Va inoltre precisato che il terreno su cui sorge l’Enrosadira è caratterizzato da una cotica erbosa di spessore variabile dai 5 ai 10 cm sotto la quale si trova la roccia dolomitica, quella che compone il sovrastante monte Averau. Non è quindi difficile immaginare quali possano essere le problematiche conseguenti all’approvvigionamento idrico e allo smaltimento dei reflui, quali disastri sarebbero causati dalle esplosioni con mina, necessarie per la frantumazione del banco roccioso dolomitico e quali conseguenze potrebbero ricadere su ambiente e paesaggio per la sola formazione e conduzione del cantiere”.

L’area

“Partiamo dal presupposto – proseguono le associazioni nella missiva – che il passo Giau è area protetta paesaggisticamente, che l’intervento proposto si colloca a oltre duemila metri di altitudine e che la convenzione Unesco, di cui fanno parte le Dolomiti, stabilisce che beni culturali e naturali siti in varie parti del mondo e d’importanza universale debbano essere conservati quali patrimonio di tutta l’umanità. L’area interessata, inoltre, è localizzata nelle vicinanze del Sic Monte Pelmo – Mondeval – Formin, appartenente alla rete Natura 2000”.

L’appello

“Chiediamo alle autorità competenti – concludono – di escludere qualsiasi intervento edilizio che possa deturpare la località. In particolare, chiediamo che il Ministero per i Beni ambientali eserciti le funzioni di tutela previste dalla normativa ed esprima parere negativo, senza possibili spiragli di fattibilità. Interventi di questa natura rappresentano infatti l’esatto contrario di quello che chiamiamo sviluppo sostenibile in quanto comportano consumo del suolo, danno al paesaggio e all’ambiente, danno irreversibile per tutta la collettività. Da parte nostra, siamo intenzionati a tenere alta l’attenzione e ad avvalerci di tutti i mezzi legali a disposizione per impedire che si realizzi questo ulteriore scempio nel territorio dolomitico.”

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Un commento

  1. Probabilmente costruito con i contributi di cui parlava pochi giorni fa a Edolo la Mariastalla Gelmina.
    Perché sia chiaro: “la montagna va aiutata nella ripresa post farsapandemia!”

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