Arrampicata

Alpi Apuane: 3 falesie a due passi dal mare

Belle arrampicate anche in novembre a breve distanza dalle spiagge della Versilia. Con i suggerimenti di Gionata Landi, a.Guida alpina e apuano doc

Un tuffo nel mare della Toscana in questa stagione è, per i più, poco proponibile. Si può, invece, arrampicare su montagne a due passi dalle spiagge dove è comunque piacevole concludere la giornata. Succede sulle Alpi Apuane, quella catena montuosa bianchissima e aguzza che si erge appena alle spalle lungomare della Versilia.
Marmi e calcari non mancano e sono presenti moltissime falesie dove si può divertire qualsiasi scalatore: dal principiante al più esperto. Ne raccontiamo tre, tutte sul versante delle Apuane meridionali che guarda il mare e adatte alla stagione autunnale. Con i suggerimenti di Gionata Landi, aspirante Guida Alpina del Gruppo Prorock Outdoor e alpinista autoctono delle Apuane.

Anche Adam Ondra ha arrampicato nel Camaiorese

La propaggine più meridionale delle Alpi Apuane coincide con una delle più famose aree d’arrampicata della Toscana, il Camaiorese. In pochi km dal bagnasciuga si raggiungono Camaiore e le sue falesie, incastonate tra i borghi collinari e le vallette formate da torrenti che scendono dai monti Prana e Gabberi.

Sulle pareti calcaree di Camaiore dal 1985 lavora un gruppo di volontari impegnato ad attrezzare e mantenere le falesie più varie. Per citarne qualcuna tra le falesie storiche, quella dei Pilastri di Setriana, poco distante dall’abitato di Casoli, o la ben nota Candalla.
Quest’ultima è la falesia con il maggior numero di tiri in zona. In particolare, è suddivisa in due settori: uno alla base del panettone calcareo (Candalla Bassa), con vie molto lunghe di resistenza ben ombreggiate d’estate, e uno più a monte (Candalla Alta). Quest’ultimo settore è il regno degli amanti degli strapiombi di calcare a canne, ed è considerato da molti arrampicatori uno degli spot di scalata migliori della Toscana. Inoltre, nei pressi di Candalla Bassa scorre un torrente famoso per le sue piscine naturali dove, in estate, è possibile fare il bagno dopo una sessione di scalata.

Questa zona d’arrampicata è conosciuta come “il Camaiorese” e può considerarsi a tutti gli effetti come una delle zone più estese e più belle per praticare l’arrampicata sportiva in ambiente outdoor in Italia. Infatti, le sue oltre 50 falesie comprendono più di 1500 itinerari, che annoverano alcune tra le vie più difficili in Italia. Queste hanno attirato l’attenzione di arrampicatori come Adam Ondra”, commenta Gionata Landi.

A Pruno sulla Torre di Belen

Immersa nel bosco con vista sul Monte Forato, a breve distanza dall’abitato di Pruno (frazione di Stazzema), si trova la Torre di Belen. “La falesia, chiodata dalla Guida alpina Stefano Nesti, e voluta dall’associazione ‘ I raggi di Belen’, è chiamata così in omaggio al Dio (Belen, appunto) in cui credevano le popolazioni Liguri Apuane che abitavano la zona in antichità”, spiega Landi. Belen significava letteralmente ‘colui che brilla’, era per i popoli Apuani il Dio del Sole e donava luce, calore e vita.

I nomi di alcune vie della falesia sono ripresi da questi antichi dèi Liguri Apuani, mentre per gli altri si attinge alla mitologia greca. Per citarne qualcuno: Aletto, Tisifone, Megera, Apollo, Iacco, Sileno…
La roccia è uno stupendo calcare lavorato a gocce, tra i migliori in Apuane. Le vie offrono un completo repertorio di movimenti ed una varietà di situazioni: soprattutto placca, ma anche fessure verticali, buchi e atletici strapiombi. La parete è esposta ad est e va in ombra nel primo pomeriggio.

Monte Lieto, vie facili e panoramiche

Sulle pendici del Monte Lieto, a brevissima distanza dal borgo di Sant’Anna di Stazzema (tristemente noto per l’eccidio dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale) si trovano le pareti di Compito con i loro moltissimi itinerari d’arrampicata adatti a tutti i livelli e stagioni. Qui si trovano infatti circa 80 vie su calcare di ottima qualità. “Sant’Anna è anche il nome che tutti i climber che la frequentano usano per definire la zona del Monte Lieto, che però comprende anche le Pareti di Compito”, spiega Landi.

In particolare, ricordiamo tre falesie storiche: Foce di Compito, Lieto Alto e Lieto Basso. “Delicati ed eleganti passaggi di piedi su placca sono il genere d’arrampicata più frequente in queste falesie, dove i gradi si distribuiscono dal IV al 7b, con una grande prevalenza della fascia intermedia che si aggira dal V al 6b. La falesia è valida sia per i principianti che per chi intende cimentarsi su qualche tiro più duro”, dice ancora la guida, che aggiunge: “II calcare non è certo una novità per le Apuane, ma lo è sicuramente una così grande concentrazione di vie facili, come quelle presenti sulle Pareti di Compito. Si tratta di vie adattissime per i principianti e per chi vuole passare una giornata tranquilla senza stressarsi su vie estreme. Questi itinerari sono stati attrezzati da Alessandro Bertagna e Thor Bertolucci”.

Ma perché la consideri speciale, domandiamo a Gionata? “Questa è la falesia che preferisco tra quelle di cui abbiamo parlato, ed è anche quella che frequento di più, sia con i clienti sia per piacere. Sono più legato a questa falesia perché amo molto il territorio delle Apuane, e anche come guida cerco di valorizzarlo il più possibile. C’è anche una questione di memoria legata a Sant’Anna di Stazzema e a quanto il paese ha sofferto durante la Seconda guerra mondiale. Inoltre, dal Monte Lieto si ha una vista a 360° su tutte le Apuane, e quando frequento questa falesia respiro aria di montagne, aria di Apuane” risponde la guida nato a pochi chilometri da qui.

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