Gente di montagna

Agostino Da Polenza

“Ho pianto di gioia e soddisfazione ogni qualvolta uno dei miei è arrivato in cima. Sono orgoglioso e contento di aver portato tanti bravi alpinisti in vetta. La mia gioia è quella della vetta che ho vissuto, anche personalmente.”

Agostino Da Polenza

Alpinista, manager e coordinatore di progetti scientifici in altissima quota. Agostino Da Polenza è una figura poliedrica nel mondo della montagna. Dalle opinioni mai allineate è un commentatore dalla lingua a volte tagliente, quando però parla di montagna (di Himalaya e Karakorum in particolare) ci sono poche altre voci così autorevoli e preparate. Dopo aver lasciato l’attività alpinistica ha fondato, insieme al professor Ardito Desio, il comitato Ev-K2-CNR. Insieme hanno ideato e costruito il Laboratorio Osservatorio Piramide ai piedi dell’Everest. Come capospedizione ha diretto oltre una dozzina di missioni alle montagne più alte del Pianeta, cinque al K2. Alcuni lo definiscono il papà degli alpinisti italiani in Himalaya. Quando infatti le cose non vanno per il verso giusto sulle più alte cime della Terra Agostino è un punto di riferimento nel coordinamento di soccorsi ad altissima quota.

La vita privata

Nato il 28 agosto 1955 a Gazzaniga, in provincia di Bergamo, Agostino Da Polenza frequenta il liceo artistico e si iscrive ad architettura, che lascerà dopo pochi anni per portare avanti la sua passione per la montagna. Per inseguire questa, a soli diciannove anni, intraprende il percorso come aspirante guida alpina.

Quella per la montagna si potrebbe quasi dire una questione di famiglia per Da Polenza. Suo padre era il cugino del celebre Walter Bonatti. “La mia infanzia è cresciuta con questa figura eroica che aleggiava in casa”.

Nel 2004 un tumore gli strappa la moglie, Silvana, con cui ha una figlia, Francesca, nata nel 1987. Nell’agosto 2020 è di nuovo un tumore a portargli via la compagna Stefania.

L’alpinismo

Appassionatosi inizialmente alla speleologia, abbandonò presto questa disciplina per dedicarsi al mondo del verticale. Fin da ragazzino dimostrò infatti un naturale talento alpinistico, aiutato anche da doti atletiche non indifferenti. Il suo primo approccio con la roccia avvenne sulle falesie della bergamasca, dove ripeté le vie classiche chiodate tra le due guerre mondiali dai fratelli Longo, da Carlo Nembrini e altri forti alpinisti della zona.

In breve dai monotiri calcarei passò alle pareti delle Grigne e della Presolana quindi, a quelle del Monte Bianco. Qui effettuò alcune salite di primordine come la ripetizione della via via Hemming-Robbins al Dru, con Franco Nembrini.

Gli orizzonti alpinistici di Agostino si allargarono ben presto alle montagne del mondo. Già nel 1974, a soli diciannove anni, ebbe l’opportunità di partecipare a una spedizione di bergamaschi in Perù. L’obiettivo era il Puscanturpa Nord, dove riuscì nell’apertura di una nuova via sullo sperone nord-est. L’esperienza fu quasi totalizzante per il giovane Da Polenza, tanto che l’anno successivo eccolo nuovamente in Sud America, questa volta con Renato Casarotto. Obiettivo era la verticale e fredda parete sud dell’Huandoy, su cui i due riuscirono ad aprire una via tecnica e difficile.

L’Himalaya arrivò poi nel 1978, a ventitré anni, con una spedizione diretta al Tukuche Peak (6920 m, nelle vicinanze del Dhaulagiri). Due anni dopo ritornò in Nepal, questa volta per tentare il suo primo Ottomila: il Lhotse. Cercò di muoversi sulle orme degli alpinisti polacchi, che nella stagione precedente avevano violato l’Everest in pieno inverno, e riuscì a raggiungere da solo il Colle Sud (7906 m) nel mese di gennaio 1981. Poi ancora una volta in Sud America, sull’Ancohuma (6427 m, Bolivia) dove aprì una via sulla parete est-nord-est.

Il 31 luglio 1983 raggiunse la vetta del K2, il suo primo Ottomila e la montagna a cui legherà indissolubilmente il suo nome. Lo fece passando per lo spigolo nord (via aperta giusto l’anno precedente da una spedizione giapponese, quella di Da Polenza fu la prima ripetizione) insieme al compagno Joseph Rakoncaj. Agostino era membro della spedizione guidata da Francesco Santon e fu il suo salto di qualità a livello professionale.

Il 7 giugno 1985 raggiunse la vetta, insieme a Antonio Camozzi, del Gasherbrum I.

Nel 1996 entra a far parte dei Ragni della Grignetta.

La montagna come professione

Quella vissuta al K2 fu un’esperienza monopolizzante che occupò due anni di vita ad Agostino. Un periodo in cui Da Polenza si dedicò a una costante preparazione alpinistica, ma non solo. In questi anni si occupò di organizzazione logistica, di comunicazione e di budget. Tutte competenze che gli furono utili quando, pochi anni dopo, prese la strada dell’alpinismo e della montagna come professione.

Nel 1984, grazie anche alla salita del K2, mise a punto il progetto “Quota 8000”, un’ambiziosa iniziativa che si proponeva di unire alpinismo, comunicazione e ricerca scientifica. Il progetto proseguì fino al 1987 e vide Da Polenza guidare diverse spedizioni di successo che raggiunsero le vette di: Gasherbrum I, Gasherbrum II, Broad Peak, K2 e Nanga Parbat. Dopo la chiusura di “Quota 8000” Agostino strutturò in Italia una società di servizi specializzata in gestione e coordinamento logistico di spedizioni scientifiche in altissima quota.

Nel 1987 si occupò dell’organizzazione di due spedizioni, una al K2 e l’altra all’Everest, promosse dal professor Ardito Desio. Lo scopo di queste era l’esatta misurazione dell’altezza delle due montagne. Sempre nello stesso anno si occupò dell’organizzazione di una spedizione diretta al Makalu, con l’obiettivo di effettuare alcune ricerche ambientali e tossicologiche.

Il 1988 lo vide unirsi all’amico Benoit Chamoux, con cui fondò il progetto “Esprit d’Equipe” che portò alla salita di Annapurna, Manaslu, Cho Oyu e Shisha Pagma. Quasi in contemporanea, nel 1989, nacque in collaborazione con il professor Desio il comitato Ev-K2-CNR. Un ambizioso progetto di ricerca scientifica e tecnologica concretizzato con il Laboratorio Osservatorio Piramide, che venne costruito e messo in funzione nel 1990, a una quota di circa 5000 metri a poche ore di cammino dal campo base dell’Everest.

La Piramide, centro d’eccellenza riconosciutoci in tutto il mondo, nacque con l’ambizione di diventare un laboratorio di ricerca permanente ad alta quota.

Nel corso degli anni Novanta e Duemila Da Polenza ebbe occasione di organizzare diverse spedizioni alpinistiche, in particolare tornò più volte a guidare squadre di alpinisti su Everest, dove fu capospedizione nel 1992 e nel 1994 (lo scopo delle spedizioni era quello di determinare l’esatta altezza della montagna), e K2 dove guidò tre spedizioni (1996, per i cinquant’anni dei Ragni della Grignetta; 2004, per i cinquant’anni della conquista della montagna; 2014, per i sessant’anni della prima salita, spedizione composta per la prima volta da alpinisti pakistani).

Sul finire degli anni Novanta si dedicò ad alcuni progetti locali. In particolare, nel 1998 coordinò il progetto di Sviluppo Area Orobica per la Provincia di Bergamo. Nel 1999 invece partecipò alla costituzione del Consorzio Asist per la promozione e lo sviluppo dei territori montani della Regione Lombardia.

Sempre nel 1998 diede avvio alle operazioni che poi avrebbero portato alla proclamazione dell’Anno Internazionale delle Montagne fondando a Bergamo il Comitato Italiano promotore della celebrazione che si sarebbe svolta nel 2002.

Onorificenze

  • Cavaliere dell’Ordine al merito sportivo della Repubblica italiana
  • Membro Onorario della Società geografica italiana

Libri

  • K2, lo spigolo Nord, con Francesco Santon, Coop. ed. L’altra riva, 1983
  • Everest-K2: montagne di sogno, Ferrari, 1994
  • Quattro mesi in cima al mondo, con Massimo Cappon, Rizzoli, 2004
  • La montagna, una scuola di management: la determinazione del singolo e della squadra sono le chiavi del successo sul K2 come in azienda, con Gianluca Gambirasio (prefazione di Kurt Diemberger), FrancoAngeli, 2008.

“Un campione rincorre la prestazione, un alpinista il senso della vita. Ho il dubbio che la seconda cosa si possa fare anche attraverso la prima.”

Agostino Da Polenza

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Un commento

  1. “Gustì”, fino ad oggi sei soddisfatto di ciò che hai fatto nella tua vita, o rimpiangi molto di non aver fatto qualcosa ?

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