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I nostri lettori: Blocco Instabile, la montagna ed il fallimento

(Testo e video di Gabriele Colombo)

Blocco instabile nasce in un periodo pieno zeppo di ricorrenze di fallimenti per me. E’ fatto male, di fretta, senza pensarci troppo, con la pancia e non con la testa.
Blocco instabile è un cocktail di coincidenze che ha creato, a mia insaputa, un mini documentario sull’arrampicata e sulla montagna.
Blocco instabile é composto:
Per il 5% da un incontro casuale e bellissimo in cui ho parlato di arrampicata, ho provato a mettermi in gioco, ho sbagliato.
Per il 10% da un bancone del bar e le persone che da dietro lo rendono cosi speciale, dove parlando per caso di fallimento mi è stata data la giusta idea per far partire questo lavoro.
Per il 15% da una mail scritta ad un gruppo di alpinisti a me sconosciuti, ma che sembra abbiano fatto la storia di questa disciplina, e ad un ragazzo di 25 anni che a mezzanotte in una piazza deserta si è fatto intervistare come se fosse la cosa più normale del mondo.
Per il 20% dal fatto che ho scelto di fare la tesi, 15 anni fa, con un pazzo che dopo tutto sto tempo si ricorda ancora di me e mi dedica ancora il suo pensiero con entusiasmo.
Per il 25% dagli amici, dalle persone che mi conoscono appena, dalle grigliate primaverili, dai bambini che non sanno quante cose belle dicono, dal piacere di fare cose insensate, dal futuro che è adesso, dalle vecchie ferite.
Aggiungi l’1% di pazzia nel passare più tempo in macchina avanti e indietro da Lecco che i minuti effettivi passati in quella città.
E un altro 1% è composto della mia storia, dai miei fallimenti e dalle mie inutili scalate.
Per il 9% dalla musica di Max e dalla sua voglia di fare una colonna sonora.
Per il 17% da un amico che mi ha portato sotto una parete da arrampicare, non capendone il senso, perché li ci vai solo se vuoi salire e io invece preferivo star sotto. A lui e alla sua pazienza a spiegarmi tutto, aiutandomi a capire che arrampicata e fallimento son molto legati.
Per il 3% dai bar in curva. Dalle birre sotto le vette, basse e con troppi rovi, di Lecco ma senza le quali molti eroi dell’arrampicata non ci sarebbero.
Per il 13% dalle notti insonni, dai libri letti, dai pdf visti sul telefono, da patabang, dal melloblocco, dalle vacanze come modern family.
Per il 7% da quella sensazione per cui devi fermare i pensieri, prendere appunti, far fluire le emozioni.
Il resto è di chi ama l’arrampicata anche solo perché l’ha scoperta a militare e tuttora ne parla con amore.
Non fate le operazioni perché il tutto non è mai la somma esatta dei suoi componenti.

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