Sport estremi

Svalbard, nuove linee di sci ripido per Colli e Poli

LONGYERABYEN, Svalbard — Federico Colli, maestro di sci ed esperto di sci estremo, e Giovanni Poli, guida alpina e conoscitore del Polo Nord, sono tornati al Circolo Polare artico per sciare nuove linee inedite di sci ripido/sci estremo nel grande nord. A differenza dello scorso anno i due alpinisti e sciatori si sono mossi in una zona più vicina al mare, quindi a maggiore rischio per quanto riguarda la presenza dell’orso polare, riuscendo a sciare quattro nuove pareti – couloir e replicando l’ottimo risultato passato. 

Tra quest’anno e l’anno scorso Colli e Poli sono riusciti a scendere ben nove nuove linee di discesa e couloir; nessun italiano ne aveva mai ottenuto questo risultato al Circolo Polare artico. Di seguito riportiamo le foto e il racconto dei protagonisti.

 

“Squadra vincente non si cambia. Visto l’ottimo lavoro dello scorso anno in team con Giovanni Poli, per sciare nuove linee di sci ripido al circolo polare artico (la scorsa primavera avevamo aperto 4 linee di sci ripido mai sciate), anche quest’anno il fascino di nuove sfide nel grande nord ci ha fatto tornare per provare a sciare pareti da sogno nel regno del temibile orso bianco.

Il grande nord delle isole Svalbard è il territorio in cui ci siamo mossi (78°-79° lat. Nord) per sciare pendenze di 50° e pareti inviolate dagli sci. Linee estetiche e pulite cercando ripide pareti a picco sui fiordi, linee inimmaginabili da trovare oggi sulle Alpi, dove le pendenze verticali più belle ed eleganti sono ormai state tracciate da tempo.

In questa spedizione, rispetto allo scorso anno, abbiamo cambiato solo la posizione del campo base, che era stato messo sul ghiacciaio dell’Atom Fjellet: quest’anno siamo stati più vicino ai fiordi poiché l’avvicinamento è stato più semplice e non sono richiesti permessi speciali. Le nostre “scorribande” sciistiche si sono concentrate nell’Isfjorden, nel Van Mijenfjorden e nella Reindalen nel territorio del Nordenskiold.

La prima discesa assoluta in cui ci cimentiamo è la cima ovest dell’Opera Fjellet sulla parete ovest- nord/ovest, 850 metri di discesa tra i 47°-50° di pendenza, solitamente non sciabile perché sovrastata da una gigantesca cornice (non presente quest’anno) creata dai violenti venti artici provenienti da est.

Salendo abbiamo visto un grosso animale bianco, ma avvicinandoci e tenendolo sempre d’occhio abbiamo capito che si trattava di una renna e non del pericoloso orso polare.

Abbiamo constatato subito che le temperature erano più calde dello scorso anno, anomale per la latitudine, ma soprattutto per il periodo. Molti fiordi infatti non si sono ghiacciati e questo ha reso per nulla banale scegliere gli avvicinamenti alle montagne da scalare. Il brutto tempo, le nuvole basse e le nevicate ci hanno accompagnato per quasi tutto il periodo.

Il tempo avverso ha reso difficoltosa la scelta della direzione della seconda cima che abbiamo deciso di sciare. La luce è piatta e saliti i primi 300 mt di dislivello ci ritroviamo su un immenso pianoro senza visibilità. per questo togliamo i fucili dagli zaini e li teniamo a portata di mano in caso di un attacco improvviso di un orso: con questa nebbia un suo avvicinamento non sarebbe visibile. Risaliamo tutta la valle Endalen e il nostro obiettivo è sciare la cresta nord ovest del Karlbay Fjellet, mai sciate prima, con pendenze iniziali di oltre 50° per poi arrivare a 45°, una discesa di 1045 mt di dislivello.

Il giorno dopo prendiamo le motoslitte per spostarci in una valle molto selvaggia: Reindalen (valle delle renne). Infatti è pieno di renne che scavano nella neve alla ricerca di cibo non indisturbate dagli uomini. Decidiamo di sciare il HØgnyta, una cima che sovrasta il fiordo, la cui parete e relativa discesa con gli sci sud- sud/est non è mai stata sciata: una linea bellissima di 990 mt con pendenze 45°-50°. Purtroppo anche oggi la discesa è stata caratterizzata da grossi nubi e luce piatta che riduce al minimo la visibilità sul terreno.

Anche il giorno successivo il brutto tempo non ci da tregua, ma tentiamo di salire HirstFjellet per sciare la parete Nord. Purtroppo più avanziamo sulla cresta e meno vediamo intorno a noi essendo proprio dentro la nuvola. Arrivati in cima non vediamo nulla se non le nostre tracce di salita. Decidiamo quindi di sciare un ripido canale sul versante sud – sud /est di 900 mt quasi tutti con pendenza continua di 50°.

Il meteo, con continue nevicate e le nuvole basse, preclude il tentativo di altre discese su pareti ridire, ma continuiamo a sciare facili pendii in un luogo ancora veramente selvaggio, dove la natura e il clima fanno da padroni. Noi accettiamo ciò che la montagna del grande nord concede. Ammirando luoghi incontaminati e facendo un sci “d’ambiente” veramente unico.

Torniamo a casa anche quest’anno con 4 nuove linee di sci ripido al circolo polare artico.

È solo viaggiando che riusciamo a raggiungere obiettivi impossibili per chi resta fermo sui suoi passi.

Never Stop Exploring.”

Foto e testo courtesy of Federico Colli

 

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