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Trento Film Festival, record di iscrizioni: svelati segreti della 63esima edizione

[:it]TRENTO — Mancano ormai pochi giorni alla 63esima edizione del Trento Film Festival, che avrà luogo dal 30 aprile al 10 maggio con 115 film tra lunghi e corti, programmati e replicati durante 8 giorni, in un programma che si dipana su quattro sale, per un totale di oltre 110 proiezioni. Ricco il programma delle serate d’alpinismo – qualche nome: Reinhold Messner, Hervé Barmasse, Armando Aste, Elio Orlandi, Simon Yates, Mauro Corona, Nives Meroi, Cesare Maestri -, delle mostre e della rassegna MontagnaLibri che, ripercorrendo da prospettive diverse anniversari importanti come i 150 anni dalla prima salita alla vetta del Cervino e la Grande Guerra, raccontano la montagna di ieri, per capire quella di oggi e riflettere su quella di domani.

La prima e più antica rassegna cinematografica al mondo dedicata alla montagna, all’esplorazione e all’avventura, diventata negli anni uno degli appuntamenti più attesi per discutere e riflettere su tutto ciò che ruota intorno al mondo della montagna e più in generale all’ambiente, alla natura, ha svelato ieri programmi, date e numeri. Cominciando da un record: 451 film iscritti, il numero più alto nella sua storia, con opere provenienti da tutte le parti del mondo, tra le quali, Europa, Stati Uniti, Sud America, Sudafrica, India, diversi paesi orientali. Un record da accomunare a quello delle presenze registrato l’anno scorso, con oltre 20 mila spettatori tra le serate al cinema e agli eventi alpinistici, cui si aggiungono gli oltre 25 mila visitatori della rassegna MontagnaLibri e i 15 mila spettatori agli incontri letterari, mostre, seminari.

Gli organizzatori della rassegna, anche di fronte ai grandi temi affrontati dall’Expo di Milano, hanno posto attenzione al rapporto dell’uomo con la natura, della quale la montagna diventa sempre più spesso sfondo e specchio dei problemi che affliggono l’umanità, dagli sconvolgimenti climatici, alle guerre di trincea che si continuano a combattere in montagna in diverse parti del mondo, dalla condizione sociale delle donne, a quella dei migranti, dalla povertà di molte popolazioni delle terre alte, alla crisi economica che ha modificato gli stili di vita dei paesi più ricchi.

«L’Expo – ha evidenziato il presidente del Trento Film Festival, Roberto De Martin – rende Milano importante per il mondo in questo 2015: il Trento Film Festival ne è cosciente e partecipa con competenza ed entusiasmo a questa “sfida”, con la novità del patrocinio Unesco. Tanto più avendo collaborato, con l’Università Statale di Milano, nell’autunno 2014, alla prima edizione di “Milano Montagna”, continuando a farlo nell’anno corrente. Con la Mountain Partnership-FAO e il Ministero dell’Ambiente, il Trento Film Festival articolerà una presenza significativa per la montagna a giugno all’Expo durante le iniziative legate alla “Mountain Week”, promossa dalla Convenzione delle Alpi; a luglio durante la settimana di presenza di Euregio; a dicembre per la tradizionale giornata Onu per la montagna al Quirinale».

«Il manifesto ufficiale della rassegna, realizzato dall’artista portoghese Bernardo Carvalho – ha aggiunto la direttrice del Trento Film Festival, Luana Bisesti – utilizzando un linguaggio emozionale, immediato e intenso rappresenta una montagna colorata e immaginaria, per spettatori di ogni età, dove la natura custodisce una ricchezza di storie che attendono solo di essere svelate e narrate: proprio quello che il festival si prefigge di fare da 63 anni. Natura, wilderness, outdoor, sono il punto di partenza del nostro indagare e non è un caso se nella cultura contemporanea la natura sta occupando uno spazio sempre maggiore e soprattutto sta ispirando una fortissima creatività”.

Il programma cinematografico (clicca qui per vederlo) propone opere appassionanti e originali che interpretano il tema della montagna secondo diverse prospettive, a cominciare dai film a concorso. “La sezione competitiva del Trento Film Festival – ha spiegato Sergio Fant, responsabile della programmazione della rassegna – è riservata ai documentari e cortometraggi, a concorrere all’assegnazione delle Genziane d’Oro e d’Argento 2015 saranno 14 film di durata superiore ai 50 minuti, 10 dei quali in anteprima italiana e 12 film brevi: uno in anteprima assoluta, tutti gli altri in anteprima italiana. Come abitudine il Concorso punta su opere appassionanti e originali che interpretano il tema montagna secondo le chiavi più disparate: dagli attesi migliori film di alpinismo dell’anno, al documentario creativo su temi sociali e ambientali, alle migliori opere d’autore in cui le vette e i più spettacolari paesaggi naturali del pianeta fanno da sfondo al racconto di storie e protagonisti straordinari”.

Quest’anno del Trento Film Festival che, oltre alla programmazione cinematografica (per la quale si rimanda allo specifico comunicato stampa) proporrà un calendario fitto e variegato di iniziative che avrà come filo conduttore il racconto del rapporto con la natura, la montagna, di come l’uomo si è approcciato ad essa. In questo racconto che parte dalla storia per arrivare all’oggi, si inseriscono le serata di apertura e di chiusura del festival, con due opere da riscoprire in nuove versioni restaurate: venerdì 1 maggio, all’Auditorium Santa Chiara, Maciste alpino di Luigi Maggi e Luigi Romano Borgnetto con Bartolomeo Pagano, La ricostruzione e il restauro digitale della versione originale sono stati realizzati dalla Biennale di Venezia, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, presso il Laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna e sarà accompagnato dal jazzista Raffaele Casarano con il quartetto “Locomotive”; sabato 9 maggio, al Supercinema Vittoria, Vertigine bianca di Giorgio Ferroni, documentario ufficiale dei Giochi olimpici invernali di Cortina d’Ampezzo del 1956, il cui recupero fa parte del prestigioso progetto del Cio (Comitato internazionale olimpico) di restauro di tutti i film olimpici ufficiali, già ospitati da festival prestigiosi come Cannes, Venezia e Il Cinema Ritrovato di Bologna.

Saranno protagonisti, tra serate alpinistiche e incontri letterari, grandi nomi dell’alpinismo, come Reinhold Messner, Hervé Barmasse, Armando Aste, Elio Orlandi, Simon Yates, Mauro Corona, Nives Meroi, Cesare Maestri, ma anche celebri scrittori, come l’esploratore e geografo Franco Michieli, il giornalista e viaggiatore Paolo Paci, Arno Camenisch, Francesca Melandri, Giacomo Sartori, Antonio Bortoluzzi, Brando Quilici, Enrico Brizzi, molti dei quali presenteranno in anteprima italiana le loro opere nell’ambito della rassegna MontagnaLibri.

Un festival che permetterà, inoltre, di “viaggiare” in tutto il mondo, attraverso un itinerario che inizierà con la prima serata-evento (30 aprile, alle 21, Teatro Sociale) con protagonista il giornalista e scrittore Beppe Severgnini e che continuerà fino all’India, paese ospite della rassegna e che, in altrettante serate evento, vedrà tra gli ospiti d’eccezione di questo grande Paese, ricco di bellezze, arretratezze e contraddizioni, il giornalista e scrittore Federico Rampini (6 maggio, alle 21, Sala della Cooperazione) e l’attore, scrittore e alpinista Giuseppe Cederna (5 maggio, alle 21, Teatro Sociale).

Tra le serate alpinistiche il 4, 7 e 8 maggio, alle 21, l’Auditorium Santa Chiara vedrà sul palcoscenico, rispettivamente, Simon Yates in “My mountain life”, Armando Aste ed Elio Orlandi in “L’alpinista come ricercatore di bellezza e di infinito” e Reinhold Messner, Hervé Barmasse in “150-100-50-0. Storie di alpinisti fra il Cervino e la guerra”. Il 10 maggio, alle 21, al teatro Gries di Bolzano, altra serata alpinista con “Hervé Balmasse racconta il suo Cervino”.
Domenica 10 maggio, al Messner Mountain Museum di Castel Firmian, a Bolzano, la quarta edizione del forum internazionale “QuoCLIMBis?”, dal titolo “The right to go. The duty to help-Il diritto di andare. Il dovere di aiutare”. Insieme a Reinhold Messner, grandi alpinisti di ieri e di oggi racconteranno le loro esperienze e le azioni in aiuto degli sherpa e delle loro valli.[:]

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