Pareti

Courmayeur, consegnati i Piolet d’Or 2015

[:it]COURMAYEUR, Aosta – Si è svolta lo scorso weekend ai piedi del Monte Bianco la 23esima edizione dei Piolet d’Or. Le tre salite finaliste – la traversata del Fitz Roy di Alex Honnold e Tommy Caldwell, la nuova via sulla Nord del Hagshu, di Ales Cesen, Luka Lindic e Marko Prezelj, e la nuova via al Thamserku, di russi Alexander Gukov e Alexey Lonchinskiy – sono tutte state premiate. Perché la Piccozza d’Oro, nell’intento degli organizzatori, non vuole più essere l’incoronamento di un vincitore, ma un riconoscimento alle migliori salite alpinistiche dell’anno passato.

La “svolta” dei Piolet d’Or è stata lanciata forse un po’ in sordina. A distanza di alcuni giorni dall’uscita del primo comunicato stampa che annunciava le salite selezionate, si è capito – anche grazie ad articoli usciti sulla stampa internazionale come Alpinist e Desnivel – che non si trattava di “nomination”, vale a dire di una lista di finalisti, come negli anni passati. Quelle tre erano di fatto già le salite premiate e pertanto tra il 9 e l’11 aprile a Chamonix e a Courmayeur si sarebbe svolta semplicemente la consegna delle piccozze d’oro.

Piolet d'Or 2015: Tommy Caldwell, Aleš Česen, Luka Lindič, Alexey Lonchinskiy, Alexander Gukov, Doug Scott,  Federica Cortese, Eric Fournier, Sir Chris Bonington, Christian Trommsdorff, Lindsay Griffin, Marko Prezelj
Piolet d’Or 2015: Tommy Caldwell, Aleš Česen, Luka Lindič, Alexey Lonchinskiy, Alexander Gukov, Doug Scott,
Federica Cortese, Eric Fournier, Sir Chris Bonington, Christian Trommsdorff, Lindsay Griffin, Marko Prezelj (photo www.pioletsdor.com)

E così è stato. Sabato 11 al Cinema Palanoir di Courmayeur sono stati premiati gli statunitensi Tommy Caldwell e Alex Honnold, i russi Aleksander Gukov e Aleksey Lonchinsky, e gli sloveni Marko Prezelj, Ales Cesen e Luka Lindic. I primi hanno firmato la traversata del Fitz Roy (Argentina), i secondi hanno scalato la parete sud del Thamserku (Nepal), gli ultimi hanno aperto una nuova via sul versante nord dell’Hagshu (India). Sono stati selezionati, all’interno di una lista di 58 ascensioni, da una giuria tecnica composta da nove alpinisti di fama mondiale, provenienti da altrettanti paesi: Hervé Barmasse (Italia), Kazuki Amano (Giappone), Valeri Babanov (Russia), Stephane Benoist (Francia), Andy Houseman (Gran Bretagna), Michael Kennedy (Stati Uniti), Ines Papert (Germania), Raphael Slawinsky (Canada), Andrej Stemfeli (Slovenia).

“Per il mondo dell’alpinismo – si legge nelle motivazioni ufficiali -, il 2014 è stato un anno caratterizzato da un clima insolitamente sfavorevole e da tensioni geo-politiche. Ciò nonostante, non sono mancati audaci scalatori pronti a tentare salite esplorative. I nove membri della giuria tecnica internazionale hanno scelto tre salite, due sull’Himalaya e una in Patagonia, simbolo di uno stile alpino moderno, tecnico e di alto livello. Queste imprese, tutte ambite tra gli scalatori, incarnano i valori di un nuovo modo di fare alpinismo e come tali vengono celebrate”.

Il Piolet d’Or alla carriera-Premio Walter Bonatti, quest’anno è stato assegnato a Sir Chris Bonington. “L’immensa ricchezza e la diversità delle prime salite realizzate da Chris Bonington rendono senza eguali il suo contributo al mondo dell’alpinismo – recita la motivazione ufficiale -. Infatti, in tutto il Regno Unito molte pareti, considerate grandi classiche, possono vantare una “via Bonington”. Le sue arrampicate sulle Alpi sono leggendarie, così come lo sono stati il suo carisma e la sua determinazione durante le pionieristiche ascese sulle più famose pareti dell’Himalaya, come capo spedizione. Senza dimenticare la lunga successione di prime salite in stile alpino, spesso su vette inviolate nel Greater Rangers. Il suo incontenibile entusiasmo per l’arrampicata è vivo ancora oggi”.

 

 

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Un commento

  1. Secondo me questo evento ha perso credibilità e senso.
    Era molto meglio una volta quando c’era un vincitore ma tutti sapevano che le altre salite non premiate erano di valore piuttosto che adesso dove si premiano tutti quelli selezionati.
    Era più uno sipirito goliardico anche se molte volte veniva preso sul serio, ma almeno aveva un senso.
    A sto punto si faccia un simposio a cui partecipano tutti gli alpinisti più famosi, si fanno i complimenti a vicenda, si discute di dove va l’alpinismo e ci si lascia in amicizia senza premi o menate varie.
    Inoltre non capisco l’atteggiamento di Prezlj che aveva sostenuto non essere in sintonia con tale premio perchè, diceva, non si possono comparare le salite alpinistiche, mentre ora sembra gradirlo.
    In fondo, anche se sono stati premiati tutti, le loro tre ascensioni sono frutto di una selezione e quindi non in linea con i pensieri sopra espressi.

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