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Tempesta in Himalaya: concluse le operazioni di recupero, almeno 40 morti

L'esercito nepalese effettua i soccorsi nella zona dell'Annapurna Circuit (Photo European Pressphoto Agency)
L’esercito nepalese effettua i soccorsi nella zona dell’Annapurna Circuit (Photo European Pressphoto Agency)

KATHMANDU, Nepal — Sono state chiuse oggi le operazioni di soccorso in Nepal, dove tra lunedì e mercoledì della settimana scorsa si sono verificate un’eccezionale tempesta di neve e numerose valanghe. Il bilancio finale dunque parla di almeno 40 morti.

L’ultimo corpo ritrovato, stando al The Himalayan Times, è quello di una donna, un’escursionista israeliana. La vittima, rinvenuta nella mattinata di oggi lunedì 20 ottobre nei pressi del Thorang pass, al confine tra i distretti del Manang e del Mustang, fa salire al momento il bilancio delle morti accertate a 40. Non ci sono aggiornamenti però sui dispersi o sui feriti gravi.

L’officiale di polizia Bikash Khanal ha dichiarato che sono stati evacuati nel complesso 502 trekkers, tra Guide alpine e turisti: 299 erano stranieri. Le operazioni di soccorso dovrebbero chiudersi nella giornata di oggi, anche se, stando a quanto dichiarato da Ramesh Dhamala della Trekking Agencies’ Association of Nepal (TAAN) e riferito dall’agenzia Afp potranno verificarsi eventualmente nuove ricognizioni nei prossimi giorni.

Tra gli evacuati già nella giornata di venerdì c’era anche il gruppo di Adriano Favre, che insieme a suo figlio e ad altre due persone si trovava tra il circuito dell’Annapurna e il Dhaulagiri. Secondo l’Ansa erano circa 30 gli italiani che si trovavano in Nepal nella zona interessata dalla tempesta di neve, tutti rimasti fortunatamente illesi o in buone condizioni.

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