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K2 e Broad Peak, la settimana prossima si tentano le cime

K2 Risveglio tra le nuvole
K2 Risveglio tra le nuvole

SKARDU, Pakistan — Sono pronti a tentare le vette gli alpinisti impegnati questa stagione in Karakorum. La prossima settimana infatti, dovrebbe arrivare l’attesa finestra di bel tempo che potrebbe permettere alle spedizioni di compiere il primo tentativo serio della stagione, sia al K2 sia al Broad Peak: martedì e mercoledì saranno i giorni con meno vento in quota, nei quali, dunque, si concentrarà l’attacco finale. Nel frattempo quindi la maggior parte dei team è in attesa al campo base: ultime ore di riposo prima della grande fatica.

Nei giorni scorsi diversi alpinisti hanno raggiunto il campo 3 al K2 e il campo 4 al Broad Peak, concludendo quindi la fase di acclimatamento. Poi la maggior parte di loro è ridiscesa al campo base, dove ora riposa in attesa di vedere che la finestra di bel tempo prevista dal meteo sia di fatto confermata.

Taqi, il capo spedizione del team pakistano-italiano di K2 60 anni dopo, e Agostino Da Polenza hanno fatto ieri il punto insieme al resto della squadra. “La prossima finestra di bel tempo potrebbe essere una buona occasione per tentare” hanno detto. Oggi poi sono arrivati nuovi dati meteo che hanno confermato le ipotesi: le giornate di martedì e mercoledì dovrebbero essere quelle con le migliori condizioni per provare a raggiungere la cima, con venti deboli in quota. Gli alpinisti potrebbero lasciare il base tra domenica e lunedì, contando di raggiungere prima il campo 2, poi il campo 4 e infine la vetta. Saranno divisi in due gruppi però, che tenteranno nelle due giornate consecutive. Gli sherpa e i pakistani della spedizione K2 60anni dopo saliranno il prima possibile per finire di attrezzare l’ultimo tratto, compatibilmente con le condizioni di sicurezza dei pendii sopra e sotto C3 e oltre la spalla.

Nel gruppo di chi tenterà la cima la settimana prossima ci saranno anche Tamara Lunger e il suo team. Così infatti scrive l’altoatesina sul suo blog: “sono contentissima e grata di aver fatto l’acclimatamento e che adesso siamo pronti per la cima”.

“Ci sono alpinisti al campo 3 del K2 – scriveva ieri anche l’americano Alan Arnette sul suo sito -, la maggior parte di loro si sta acclimatando dal momento che scalano senza ossigeno. Torneranno al campo base per tentare la cima probabilmente la settimana prossima. Le corde fisse al momento sono state installate fino a c3. Al K2 un piccolo team composto da un’occidentale (l’americana Cleo Weidlich ndr.) e 3 sherpa vuole tentare la via Cesen lottando contro la neve alta, ma tutti le altre spedizioni saliranno dallo Sperone Abruzzi, compresi noi. Le condizioni continuano ad essere buone al K2, nonostante le recenti nevicate. Ma come sempre in alta montagna ogni giorno porta con sé qualcosa di nuovo”.

Della situazione neve parla anche Michele Cucchi che con Simone Origone e gli altri alpinisti pakistani della spedizione K2 60 anni dopo ha concluso l’acclimatamento dormendo una notte a campo 3. “Dovremo vedere qual è la situazione neve – ha detto infatti la Guida alpina di Alagna -, dal campo 3 in su ce ne è un sacco”. Per il resto Cucchi si dice contento, soprattutto dei complimenti ricevuti per l’allestimento delle corde e delle soste fino a campo 2. “Sono venuti apposta qui al nostro campo per dircelo – ha detto -. Con i Pakistani del team abbiamo fatto un ottimo lavoro”.

Al campo base del K2 si compie nel frattempo anche la seconda missione scientifica di EvK2Cnr, che sostiene tutta la spedizione pakistana K2 60 anni dopo. Lo staff scientifico e tecnico sta infatti procedendo con la misurazione del profilo altimetrico dello Sperone Abruzzi per mezzo di GPS di altissimi precisione e con la rimisurazione della cima del K2. Il Gps master è stato installato e Mr Fahad, alunno del Professor Poretti a Trieste che coordina tutto il progetto, dà indicazioni e spiegazioni agli alpinisti coinvolti.

Anche al vicino Broad Peak le spedizioni rimaste si preparano a un nuovo tentativo di cima, il terzo su questa montagna dall’inizio della stagione, ma anche forse il più quotato al successo. Vi prenderà parte un numero maggior di alpinisti rispetto ai due precedenti: il primo ad opera dei bulgari fermatisi a 7700 metri, e il secondo del team dell’australiana Chris Jensen Burke, tornato indietro a 7700. Questi ultimi non proveranno di nuovo la vetta del Broad, bensì quella del K2.

“Gli alpinisti al vicino Broad Peak – ha scritto infatti ieri Alan Arnette sul suo blog – hanno dovuto interrompere tutti i tentativi di vetta per la neve pesante, e al momento hanno raggiunto il campo 4. La maggior parte di loro sta lasciando il Broad Peak questa la stagione, rimangono solo pochi team che attendono la prossima finestra di bel tempo per la cima. Alcuni di loro si spostano invece al K2”.

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