AlpinismoAlta quotaPareti

Niente vetta al Broad Peak, i baschi pronti a 12 giorni in parete al Paiju Peak

Broad Peak (Photo Flothias - Wikipedia Commons)
Broad Peak (Photo Flothias – Wikipedia Commons)

UPDATED – SKARDU, Pakistan — Sono tornati indietro a 7400 metri gli alpinisti i in salita verso vetta del Broad Peak. Il team era quello dell’australiana Chris Jensen Burke, che ha come obiettivo principale della stagione il K2, verso cui si dirigerà a breve, senza riprovare il Broad. Mentre sugli altri 8000 si sta per concludere la fase di acclimatamento, Alberto Iñurrategi, Juan Vallejo e Mikel Zabalza sono pronti a partire per la cima del Paiju Peak, montagna di 6610 metri la cui Sud è tuttora inviolata: li attendono 12 giorni in parete su un muro verticale.

Sono tornati indietro ieri a 7400 metri i 4 alpinisti saliti con l’intenzione di tentare oggi la cima. “Senza corde fisse a batter traccia in così tanta neve – si legge sul blog dell’australiana -, è stato chiaro che dovevamo rinunciare. Quindi ancora nessuna vetta in questa stagione”.

Le previsioni del tempo del resto, parlano di un peggioramento a partire da domani. Chris Jensen Burke lascerà il Broad nei prossimi giorni, per dirigersi verso l’obiettivo principale della sua spedizione. “Questa sarà la nostra unica possibilità di Broad Peak – ha scritto infatti sul suo blog -, dal momento che una finestra di bel tempo potrebbe arrivare presto al K2”.

Nei giorni scorsi la spedizione bulgara aveva compiuto il primo tentativo sull’ottomila pakistano, superando per la prima volta nella stagione il campo 3 e fermandosi a 7700 metri. La maggior parte degli alpinisti vorrebbe comunque tentare la cima nella prossima finestra di bel tempo, prevista tra il 20 e il 25 luglio. Così il rumeno Alex Gavan, così gli alpinisti messicani e lo spagnolo Oscar Cadiach, a caccia del suo ultimo ottomila. Secondo Explorersweb, diventerebbe la 33esima persona al mondo ad aver scalato tutte le 14 montagne più alte della terra.

Anche sugli altri 8000 gli alpinisti stanno procedendo con la fase di acclimatamento. Così ai Gasherbrum, dove sarebbe stato installato il campo 2, così al K2 dove gli alpinisti sarebbero in salita in queste ore verso, e così anche su altre montagne, come il Paiju Peak, dove sono impegnati Alberto Iñurrategi, Juan Vallejo e Mikel Zabalza.

La linea dei baschi al Paiju Peak (Photo www.walkonproject.org)
La linea dei baschi al Paiju Peak (Photo www.walkonproject.org)

I tre fuoriclasse baschi domenica hanno installato il campo 2 a 5500 metri, il punto più alto mai raggiunto, sia quest’anno sia l’anno scorso. La parete sud del Paiju Peak nei giorni scorsi era a forte rischio valanghe, per via dell’aumento delle temperature. Lunedì gli alpinisti sono tornati al campo base, dove contano di riposarsi circa 3 giorni prima di ripartire per il tentativo di vetta: prevedono di stare 12 giorni in parete, salendo in stile capsula, per affrontare il muro verticale di roccia che li attende sopra il secondo campo.

“Anche se le condizioni della parete di quest’anno sono peggiori – ha scritto Vallejo dal campo base -, con molto più ghiaccio nelle fessure, e anche se abbiamo fatto molta più fatica a salire lungo la via che abbiamo aperto l’anno scorso, muoversi su un terreno familiare ti dà un grande vantaggio rispetto a posti nuovi e sconosciuti. A questo si dà oggi poco valore, in questo mondo di alpinismo di consumo dove i risultati immediati sono tutto ciò che conta”.

“Non abbiamo idea di ciò che ci attende su quel muro di roccia verticale che si staglia sopra le nostre teste – conclude Vallejo -, ma sicuramente ci regalerà grandi dosi di emozione e vero alpinismo”.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close