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Everest Sud, due alpiniste a campo 2 in elicottero. Folini: avevano i permessi

Elicottero Fishrtail Air in volo (Photo Maurizio Folini)
Elicottero Fishrtail Air in volo (Photo Maurizio Folini)

UPDATED (15/05)- KATHMANDU, Nepal — Sebbene il campo base dell’Everest Sud sia ormai svuotato, ancora due spedizioni si trovano ai piedi della montagna, affatto disposte a rinunciare alle loro salite. Sono quelle della cinese Wang Jing e dell’americana Cleo Weidlich: la prima, impegnata a completare in tempo record il suo progetto alle Seven Summit e ai Poli, mira all’Everest; la seconda invece punta al Lhotse. Per cercare di raggiungere l’obiettivo le due hanno utilizzato l’elicottero per bypassare l’Icefall e arrivare direttamente a campo 2, dove si trovano tuttora. I voli, che al contrario di quanto si pensasse sono stati autorizzati dalle autorità, sono stati effettuati da Maurizio Folini, pilota e Guida alpina italiana, da cui arrivano appunto precisazioni e nuove informazioni sull’attuale situazione al’Everest.

A parlare di voli non autorizzati in effetti sono stati in tanti nei giorni scorsi, compresi molti siti autorevoli. Le informazioni però oggi ci arrivano direttamente da Folini, che si trova sul posto dove sta lavorando come pilota di elicottero per la compagnia Fishtail Air. Proprio a lui è toccato occuparsi dei trasporti in elicottero della cinese Wang Jing e dell’americana Cleo Weidlich e delle loro squadre.

Maurizio Folini (Photo Maurizio Folini)
Maurizio Folini (Photo Maurizio Folini)

“La Jing ha 8 sherpa mentre Cleo ne ha 2 – speiga Folini -. I permessi sembra che ci siano anche perché gli elicotteri devono avere un piano di volo con destinazione esatta e questo é stato dichiarato, perciò se ci fossero dubbi l’aviazione civile non darebbe il permesso di decollo. I voli sono stati autorizzati con lo scopo di portare persone e materiali. Io ho effettuato i voli per portarle entrambe a campo 2, dove si trovano tuttora”.  La Weidlich è volata l’8 maggio da Gorak Shep (5.164 metri), mentre un paio di giorni dopo è salita la Jing, elitrasportata dal campo base dell’Everest. Ci sono voluti una dozzina di voli per portare su quest’ultima, i suoi sherpa e tutto il loro equipaggiamento, ma Folini spiega che ha preferito volare con poco carico alla volta, quindi più leggero, a causa del vento.

“Fino a ieri erano ancora tutti al c2 e nessuna corda fissa è stata attrezzata per i campi alti – continua Folini – . Ho portato chilometri di corda al campo 2 che in caso di non utilizzo resterà li per la prossima stagione. Quando saliranno non lo so, la prima finestra di tempo buono e vento meno forte in quota é domani e dopodomani, perciò penso che aspetteranno la prossima”.

Cleo Weidlich (photo cweidlichsherpagirl.blogspot.it)
Cleo Weidlich (photo cweidlichsherpagirl.blogspot.it)

Dopo la tragedia del 18 aprile scorso, nella quale sono morti 16 sherpa, Wang Jing avrebbe provato a chiedere alla Cina il permesso per cambiare versante dell’Everest e salire quindi da nord. Il documento però non le sarebbe stato concesso. L’alpinista faceva parte della spedizione commerciale di Russell Brice, la Himex Everest: a seguito della posizione tenuta dagli sherpa nel “dopo-valanga”, Brice aveva posto fine alla spedizione, così come praticamente tutti gli altri team al campo base.

“Sebbene Jing mi avesse chiesto di continuare a gestire la sua salita al versante sud – scriveva lo stesso Brice sul sito dell’Himalayan Experience -, mi sono rifiutato e così pure tutto il mio staff di sherpa. Nei fatti sembra che Jing si sia accordata con un’altra agenzia per continuare nella scalata e che sia salita senza permesso in elicottero fino a campo 2, nonostante l’avessi avvertita di non farlo”. L’informazione di cui era in possesso Brice a questo punto si rivela non corretta, ma questo dà il polso dello stato confusionale e dell’incertezza generale della situazione odierna all’Everest.

“Il permesso di salita per chi ha dovuto rinunciare quest’anno sembra sia valido per 5 anni – continua a spiegarci dal Nepal Maurizio Folini – , ma forse non individualmente ma per spedizione. Insomma, ci sono molte cose ancora da chiarire incomprensioni e accordi da prendere e anche noi che siamo sul posto non abbiamo tutte le notizie”.

Jing Wang (photo himalayanexperience.com)
Jing Wang (photo himalayanexperience.com)

Per quanto riguarda invece Cleo Weidlich la sua spedizione al Lhotse sarebbe la sola rimasta della quarantina che a inizio aprile affollavano il campo base. Sebbene il governo Nepalese non abbia infatti chiuso la via di salita, tutti i team internazionali avevano deciso di rinunciare. Ma non la Weidlich, appunto. “La mia scalata nel massiccio dell’Everest continuerà con o senza scalette – ha scritto su Facebook secondo quanto riportato da Explorersweb -. Ho scalato alcune delle più pericolose montagne del mondo senza scalette e questa montagna francamente è più mansueta di altre, come il Nanga Parbat, l’Annapurna 1 e il Kangchenjunga. Mi rifiuto di cedere alle pressioni della mafia dell’Everest. Mi piace stabilire da sola quando ho raggiunto il mio limite”.

“L’Everest non è mai stato chiuso da parte delle autorità – conclude Maurizio Folini, che nel darci le ultime informazioni ha voluto prendere le distanze da questo tipo di utilizzo dell’elicottero legato all’alpinismo – infatti al campo base c’é l’obbligo della presenza degli Icefall Doctors, anche se la via non é stata attrezzata. Ci tengo a precisare che io sono qui a fare il mio lavoro, ma personalmente non sono assolutamente d’accordo con questo sport, perché alpinismo non è. Tanto che quando ho trasportato Cleo ho parlato a lungo con lei cercando di convincerla a non salire in questo modo”.

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