AlpinismoAlta quota

Emilio Previtali: la mia vetta sarà aiutare Simone e David. Ma non si sa mai. Porterò gli sci

Emilio Previtali, Denali
Emilio Previtali, Denali

BERGAMO — “Non conosco nessun alpinista che vada su una montagna senza il desiderio di andarci in cima. Ma ovviamente questo è un lavoro che tiene conto di un’infinità di altre parametri, quando saremo lì vedremo”. Non nasconde i suoi sogni, Emilio Previtali. Il freerider bergamasco, che partirà il 21 dicembre con Simone Moro e David Goettler per tentare la prima invernale al Nanga Parbat, 8.126 metri, avrà principalmente il compito di story teller della spedizione, ma una volta sul posto potrebbe decidere di salire con i compagni fino alla cima.

“Sono stato coinvolto da Simone in questa spedizione con un ruolo duplice – ci racconta Previtali -. Da un lato nell’organizzazione, acclimatamento, aiuto nell’allestire la salita. Dall’altro mi occuperò di contenuti, di raccontare la spedizione attraverso i media per The North Face. Produrrò contenuti per giornali, per i social, il web e per il post-spedizione nel quale abbiamo in progetto di creare anche un film da portare ai Festival. Diciamo che coniugherò due passioni, quella per la montagna e l’alta quota con quella di scrivere e raccontare. Non preferisco l’una o l’altra, sono due parti integranti della mia vita che non sarei in grado di separare”.

Chi conosce Previtali, o semplicemente legge il suo blog o i suoi post su Facebook, sa che di storie e racconti se ne intende. Ma nasce come alpinista, come freerider, e l’istinto lo farà sicuramente guardare verso la cima. E sognare.

“Non conosco nessun alpinista che vada su una montagna senza il desiderio di andarci in cima – confessa -. Ma ovviamente questo è un lavoro che tiene conto di un’infinità di altre parametri, quando saremo lì vedremo. Il mio compito è di raccontare bene la spedizione, tutto quello che viene in più poi, sarà ben accetto. Tengo sempre in mente che la prima volta che Wielicki è arrivato in cima all’Everest d’inverno era il suo primo ottomila…”

Per previtali è la prima volta in invernale su queste grandi montagne, ma la cosa non lo preoccupa. Anzi, lo attrae. “Penso che a parte una manciata di persone non ci sia in effetti mai stato nessun altro – sorride Previtali -. è una delle ragioni per cui voglio andare al Nanga Parbat. Mi aspetto un’esperienza che mi completi e integri la mia conoscenza della montagna in tutti i modi e le forme di esplorazione possibile. Non sono spaventato dalle condizioni invernali, sono curioso, ho voglia di vedere com’è e di vedere la differenza tra le montagne del Pakistan e quelle dell’Himalaya orientale dove sono sempre stato io”.

Emilio Previtali ha alle spalle diverse spedizioni in Himalaya: con la tavola è sceso due volte dal Cho Oyu, dallo Shisha Pangma e dal Peak Lenin. E’ il curatore del progetto Story.teller di The North face: raccoglie le storie degli atleti per raccontarle al mondo. Sono usciti due libri, ma il progetto è diventato multimediale e ha toccato video e web a diversi livelli. I primi due libri erano “da collezione”, ma c’è un terzo libro in uscita, che sarà prodotto anche in versione per Ipad.

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