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Orobie: il vecchio rifugio Curò rinasce e diventa l’ostello più alto d’Europa

Ostello al Curo, taglio del nastro (photo courtesy www.ostelloalcuro.it)
Ostello al Curo, taglio del nastro (photo courtesy www.ostelloalcuro.it)

BERGAMO — Anche le cascate del Serio, inaspettatamente “aperte” per motivi tecnici, hanno fatto festa domenica 1 settembre all’inaugurazione dell’Ostello al Curò, ricavato dalla vecchia struttura del rifugio della sezione Cai di Bergamo. L’edificio, con anima di ferro e legno, è stato molto apprezzato dai numerosi ospiti ed escursionisti che hanno affrontato la salita del lungo sentiero (o utilizzato la funivia dell’Enel) per visitare la struttura pensata come centro didattico naturalistico del Barbellino.

Con la conclusione dei lavori dell’ostello, che detiene il record del più alto in Italia e in Europa, a 1.895 metri, la sezione Cai di Bergamo festeggia alla grande i propri 140 anni, nell’anno in cui il Club alpino ricorda i 150° di fondazione. “È un momento molto importante – ha dettto Paolo Valoti, ex presidente del Cai che ha voluto e promosso il progetto già dal 2009 – si apre una struttura nuova e innovativa per accogliere giovani e famiglie che amano la montagna” .

Posto a 1.895 metri di altitudine, l’Ostello al Curò è stato denominato in questo modo dopo aver scartato altri nomi: «Ostello del Barbellino», «Ostello Cascate del Serio». Dotato di una quarantina di posti in camera da 4-6 letti (con bagno privato o comune) la struttura sarà dotata di servizio internet wi-fi e di una grande biblioteca che sarà dedicata alla natura.

Piermario Marcolin, presidente in carica ha quindi ricostruito la storia del rifugio inaugurato nel 1886, ampliato nel corso del tempo, primo rifugio alpino dotato di energia elettrica già nel 1919, e poi diventato “il vecchio Curò” di supporto a quello nuovo costruito nel 1973. “Abbiamo voluto una struttura dall’alto livello qualitativo – ha evidenziato Marcolin –, anche in vista dell’evento di Expo 2015 che porterà nella nostra regione visitatori da tutto il mondo”.

A sottolineare questo aspetto anche l’assessore regionale allo Sport e alle Politiche giovanili Antonio Rossi che con il proprio assessorato sta sostenendo i progetti di riqualificazione degli ostelli lombardi. “Puntiamo alla qualità – ha detto Rossi -, siamo già intervenuti su 62 strutture, contiamo di arrivare a 80 che possano garantire il passaggio di 500 mila persone, a fronte delle 180 mila attuali, creando una rete tra ostelli, concepiti come strutture low cost in cui si spende meno di 30 euro a notte”.

Regione Lombardia ha finanziato al 50% il progetto, sostenuto al 35% dalla Fondazione Cariplo: “Il Cai avrebbe dovuto mettere a disposizione solo l’immobile – ha spiegato Marcolin -, poi rispetto al costo iniziale di 960 mila, siamo passati a 1 milione e 70 mila. La Fondazione non è riuscita a coprire la metà dei costi, così la parte rimanente rimane a carico del Cai”. Assente rispetto al programma il sottosegretario all’Expo Fabrizio Sala che ha inviato un saluto.

“Ferro, legno e acqua sono gli elementi che caratterizzano il territorio e che ritroviamo in questa struttura – ha detto il sindaco di Valbondione Benvenuto Morandi -. Nonostante le perplessità di qualcuno, la trovo bella e degna, frutto di sinergie”. “Pietra e ferro sono gli elementi che rendono austera la struttura – ha spiegato il progettista Paolo Belloni, docente di Architettura ambientale al Politecnico di Milano -, mentre all’interno il legno di rovere crea un ambiente ovattato ed accogliente”.

“La sfida vera è ora quella di far vivere questo luogo, favorendo la presenza soprattutto dei giovani” ha
concluso Valoti, prima del taglio del nastro e dopo la benedizione impartita dal parroco di Valbondione don
Michele Rota.

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