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Aperta inchiesta sulla morte di Tito Traversa: già cinque indagati

Tito TraversaTORINO — E’ stata aperta un’inchiesta sulla morte del baby campione di arrampicata Tito Traversa, precipitato sulla falesia francese di Orpierre all’inizio di luglio e deceduto sul colpo a soli 12 anni. La Procura della Repubblica di Torino ha aperto un fascicolo per omicidio colposo; a coordinare le indagini sarà il pm Raffaele Guariniello, già noto per le indagini sull’abuso di farmaci nel calcio, per il rogo della ThyssenKrupp e per il caso Eternit.

L’inchiesta è stata aperta in seguito alla denuncia del padre di Traversa, sporta poco dopo l’incidente, e dopo la consegna della relazione della Géndarmerie francese sull’accaduto. Lo scopo è quello di accertare eventuali responsabilità di terzi nell’accaduto.

Traversa era precipitato da un’altezza di 20 metri, mentre stava per iniziare la discesa, a causa – sembra – di un errato montaggio dell’attrezzatura. Sotto accusa ci sono i “gommini” che dovrebbero semplicemente servire a bloccare i moschettoni sulla fettuccia che li lega, per evitare che si sfilino: sembrerebbe invece che i moschettoni a cui era appeso Traversa fossero stati inseriti direttamente e soltanto nei gommini, che si sono spezzati quando il ragazzo vi si è appeso.

Secondo quanto riportato dalle agenzie, le prime eventuali responsabilità da accertare sono quelle del titolare della ditta che ha prodotto i gommini che hanno ceduto provocando la caduta e del titolare del negozio che li ha venduti, del responsabile della società torinese di arrampicata che ha organizzato l’uscita a Orpierre durante la quale Traversa è caduto con due suoi istruttori. Ma la lista degli indagati è destinata ad allungarsi: indagini sono in corso per stabilire chi avrebbe montato quell’attrezzatura.

“L’unico interesse del padre di Tito è che si restituisca verità al dramma che li ha travolti – ha riferito l’avvocato Paolo Chicco, che rappresenta Giovanni Traversa, all’agenzia Ansa – Da troppe parti sono stati espressi giudizi improvvisati e disinformati. Abbiamo assoluta fiducia nel lavoro che il procuratore e i suoi esperti stanno svolgendo e siamo certi che riusciranno a fare piena luce su quanto e successo e sulle rispettive responsabilità”.

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7 Commenti

  1. Mi fa una certa impressione vedere le foto del piccolo Tito che arrampica senza casco ,
    era molto molto bravo per la sua età , pero’ alla protezione del casco, utile anche in caso di
    semplice e breve caduta , secondo me , non si doveva rinunciare .

  2. Mandare un ragazzino in parete senza casco è una gravissima negligenza, mi chiedo che tipo di istruttori erano. Nell’ambito CAI l’uso del casco è la prima regola difronte ai corsisti, ancora prima di avvicinarsi alle pareti, quindi credo (e spero) che non erano istruttori CAI. Comunque al giorno d’oggi con mille associazioni che ci sono in giro, basta avere una maglietta per diventare istruttore di qualcosa…

      1. l’assenza del casco può essere visto come indicatore più generale della gestione della sicurezza in parete …… visto quello che è accaduto, mi sembra azzeccato come indicatore

  3. Ritengo che il casco sia un elemento essenziale della sicurezza in arrampicata. Il problema però qui mi sembra che siano stati i rinvii. Mi chiedo allora chi era responsabile della sicurezza di quel gruppo e chi preparava il materiale. E me lo chiedo soprattutto considerando che in quel gruppo c’era un ragazzino che era un fuoriclasse e non un corsista qualsiasi. Se si è ben protetti le cadute in arrampicata sportiva non sono mai eclatanti e la verticalità della parete può aiutare a evitare il peggio. 20 metri son sempre 20 metri, praticamente come cadere dal settimo piano di un palazzo e se son saltati tutti i rinvii vuol dire che è caduta a terra.

  4. da alpinista in erba e da arrampicatore per sbaglio 😉 mi domando se quanto detto nell’articolo sia reale o solo frutto di errori di qualche genere, la fettuccia fissati ai gommini???? Ma scherziamo? io quando moschettono guardo 3 volte come lo giro come lo metto cosa c’è attorno come giro il singolo moschettone….si può credere che un campincino cosi, con l’esperienza che gia poteva aver accumulato non avesse visto una cosa cosi madornale come le fettucce fissate ai gommini?? E poi comè possibile fissare le fettucce al gomminio?? Si deve sfilare dal moschettone almeno da un lato, infilare la fettuccia e ricollegarlo al mmoschettone?? ma siamo alla follia?
    se poi uso atrezzatura altrui per qualche motivo che ora mi sfugge di ipotizzare, controllo tutto 4 volte!
    Poi sul casco assente non credo ci sia nulla da dire….

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