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Sei morti in motoslitta sul Cermis: precipitano in un burrone da una pista nera

Cermis- il foro nella rete di protezione (Photo afp)
Cermis- il foro nella rete di protezione (Photo afp)

TRENTO — E’ senza precedenti il drammatico incidente in motoslitta avvenuto ieri sera sulla pista Olimpia 2 del Cermis, in Val di Fiemme. Sei turisti russi sono morti precipitando per oltre 100 metri in un burrone, finendo fuoripista con la motoslitta che – secondo le prime stime diffuse dalla stampa nelle ore scorse – poteva viaggiare fino a cento chilometri orari.

Sul mezzo viaggiavano otto persone. Le sei vittime accertate sono una donna di 48 anni con i suoi due figli, un 16enne e una 25enne che viaggiavano su un carrello attaccato alla motoslitta ma non abilitato al trasporto di persone. Sono deceduti anche un’altra donna di 45 anni, un uomo di 52, e la 51enne moglie russa del gestore dell’hotel Sporting Cermis (sopravvissuto, insieme ad un altro uomo, entrambi sono ricoverati in ospedale).

Secondo le prime ricostruzioni, i turisti russi avevano cenato in un rifugio in quota, e stavano percorrendo ad alta velocità una pista non illuminata e chiusa al transito. Su una curva hanno sbandato finendo fuori dal tracciato e sfondando la rete di recinzione. Pare che la motoslitta fosse di proprietà della società impianti, in uso all’albergo dove risiedevano i turisti per il trasporto di materiale.

Sul posto sono giunti prima i carabinieri e poi i tecnici del Cnsas, che nel buio hanno cercato di recuperare feriti e salme dispersi fra le rocce e il bosco in fondo al dirupo. La procura di Trento ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e sta cercando di ricostruire la dinamica dell’incidente. I sopravvissuti sarebbero stati sottoposti ad alcoltest e interrogati.

Il Comandante reggente della stazione dei Carabinieri di Cavalese ha riferito all’agenzia Agi che tra le cause dell’incidente ci sarebbero la scelta di percorrere una pista vietata, il numero eccessivo di passeggeri a bordo e il carrello, che non era indicato per il trasporto passeggeri.

“Siamo profondamente scossi di fronte a questa tragedia – ha detto il presidente reggente della Provincia autonoma di Trento Alberto Pacher – e impegnati in prima linea nei soccorsi”.

In Val di Fiemme, dove in questi giorni erano programmate alcune gare di coppa del mondo di sci nordico, sono state annullate tutte le iniziative di spettacolo e di divertimento. Prima delle gare verrà osservato un minuto di silenzio.

Nel frattempo, l’Ansa ha reso noto che entro martedì dovrebbero fare ritorno in Russia le bare delle sei vittime dell’incidente sul Cermis.

“L’incidente contribuisce a mettere in luce un problema di portata più ampia – ha dichiarato Mountain Wilderness in un comunicato stampa uscito poco fa -. Un problema che la nostra associazione tenta invano, da anni, di sottoporre all’attenzione degli amministratori locali, della classe politica, del Parlamento e dei Governi del paese. Noi sosteniamo che sia necessario e inderogabile porre mano a una severa regolamentazione riguardante tutti i mezzi motorizzati che tutt’ora – d’inverno come d’estate – scorrazzano su e giù per le vallate alpine e appenniniche (siano essi motoslitte, quad, fuoristrada, elicotteri) al fine di limitarne l’utilizzazione solo in casi di indubbia necessità e urgenza. Ci auguriamo che il tristissimo episodio del
Cermis serva almeno a porre le autorità competenti di fronte alle proprie responsabilità, e le induca a rimettere in discussione, in modo serio e responsabile, il rapporto tra la montagna e la sua frequentazione”.

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