Film

Cambiamenti climatici, “Dhe non deve morire” al Think Forward Film Festival

Dhe must not die (photo courtesy evk2cnr.org)
Dhe must not die (photo courtesy evk2cnr.org)

VENEZIA — Il 30 novembre e l’1 dicembre Venezia ospiterà la seconda edizione del Think Forward Film Festival, festival cinematografico sui cambiamenti climatici e le energie rinnovabili. Fra le pellicole presenti alla kermesse “Dhe non deve morire”, documentario prodotto dal Comitato EvK2Cnr e realizzato dal giornalista Stefano Ardito nella regione nepalese del Mustang.

La desertificazione, lo scioglimento dei ghiacci, l’innalzamento degli oceani, sono fenomeni ormai noti al grande pubblico, grazie anche ai numerosi film e documentari che vengono prodotti sul tema della sostenibilità ambientale, spesso anche con note piuttosto “catastrofiste”.

Oggi è arrivato in Italia un intero festival cinematografico su questi temi. E’ il Think Forward Film Festival, nato a Venezia nel 2011 con l’obiettivo di approfondire, discutere e divulgare, attraverso cortometraggi e lungometraggi, il tema dei cambiamenti climatici e le questioni legate all’efficienza energetica e alle energie rinnovabili. Si tratta di un progetto dell’International Center for Climate Governance (ICCG), con la Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e la Fondazione Giorgio Cini.

Lo scorso anno il Festival ha ospitato una selezione di film e documentari a tema, con eventi collaterali, incontri con registi ed attori, laboratori per le scuole, ottenendo un grande successo. Questa seconda edizione ospiterà anche una selezione dei migliori cortometraggi del concorso, tra i quali figura quello di Ardito, prodotto dal Comitato Evk2Cnr. “Dhe non deve morire” verrà proiettato venerdì 30 novembre alle ore 16.45 nella slot di cortometraggi fuori concorso.

Questo cortometraggio racconta il cambiamento climatico sul Tetto del Mondo, in Himalaya. Spesso nell’immaginario comune resiste l’idea di queste montagne come paradisi ambientali eterni, ricchi di ghiacciai, cascate, torrenti, e fitte foreste. Ma sono ormai pesanti ed evidenti i segni che il cambiamento climatico lascia anche in questo ambiente.

Coloro che a Venezia assisteranno alla proiezione di “Dhe non deve morire” potranno, almeno inizialmente, sentirsi spaesati. Le riprese di Ardito, svolte nel Mustang, centro-nord del Nepal, testimoniano una realtà ben lontana dall’idea che potremmo avere di luoghi situati a pochi chilometri dalle montagne più alte del mondo e prossimi ad enormi ghiacciai. Ormai da anni infatti la siccità affligge questa regione, costringendo gli abitanti dei villaggi ad abbandonare la propria terra per spostarsi verso zone più fertili. Gli abitanti di Dhe pur avendo sviluppato nei secoli raffinate tecniche di irrigazione, sono stati costretti a migrare a causa del progressivo esaurimento delle ultime sorgenti. Alcuni hanno chiesto al governo Nepalese di essere considerati “rifugiati ambientali” per ottenere terre coltivabili lungo il fiume Kali Gandaki.

La siccità attanaglia altri villaggi oltre a Dhe ed alcuni insediamenti, soprattutto quelli a Nord di Lo Manthang, capoluogo del Mustang, hanno dovuto fare i conti con un problema beffardamente complementare a quello dell’inaridimento: le alluvioni. Si contano a decine i morti per annegamento in seguito alle violente piogge che hanno colpito la regione provocando danni ad abitazioni e coltivazioni.

Nonostante il documentario costituisca una testimonianza di un dramma ambientale ed umano, Ardito è riuscito a descrivere anche usi costumi e tradizioni degli abitanti di Dhe e le attività di assistenza che organizzazioni nepalesi come l’Annapurna Conservation Area e il NCTC svolgono a favore della popolazione.

Ritornato a Kathmandu e a Pokhara, Stefano Ardito ha intervistato ricercatori, scienziati e ONG nepalesi impegnati nello studio del cambiamento climatico, cercando di capire le dimensioni reali del problema siccità e se il cambiamento climatico abbia davvero innescato un processo di inaridimento nella regione del Mustang così come in altre parti dell’Himalaya. La proiezione di Dhe non deve morire al Think Forward Film Festival di Venezia ha l’obbiettivo di dimostrare al grande pubblico che la montagna non è più un “paradiso idrico” eterno ma, come dimostrano anche i recenti studi del Comitato EvK2Cnr, è sensibile, al pari degli altri ambienti, al mutamento del clima.

“Dhe non deve morire” non lascia spazio alle fantasie esotizzanti che usualmente coinvolgono coloro che assistono a documentari di montagna. Calca la mano sulle criticità, come quelle riscontrate a Dhe, che sono presenti in tutta la zona Himalayana e anche sulle nostre montagne.

Forse, quando durante un’escursione confondiamo i letti dei torrenti con il sentiero o troviamo un ghiaione al posto di un ghiacciaio dovremmo interrogarci, oltre che sul nostro scarso senso dell’orientamento, anche sul cambiamento climatico che riguarda tutte montagne del mondo.

 

Info: www.thinkforwardfilmfestival.it

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close