Medicina e benessere

Doping genetico e la variante dello scalatore: fantascienza o realtà?

Sherpa (Photo tripwow.tripadvisor.com)
Sherpa (Photo tripwow.tripadvisor.com)

BERGAMO – Atleti geneticamente modificati, che inseriscono nuovi tasselli al proprio Dna per migliorare le prestazioni sportive. Un procedimento di cui non si conoscono ancora i rischi e che al momento non pare essere stato applicato a livello umano, ma tra pochi anni potrebbe diventare realtà. Tra le autorità antidoping la discussione è accesa. Uno dei temi più attuali è la cosiddetta “variante dello scalatore”, che riguarda mutazione I del gene Ace (o enzima convertitore dell’angiotensina) e permette una resistenza nettamente superiore rispetto agli altri. Chi la possiede riesce a scalare facilmente gli 8.000 metri, non a caso, il gene Ace I è presente nel 94% degli Sherpa himalayani, e solo nel 45-70% di chi appartiene ad altre etnie.

Il doping genetico è un’idea che qualcuno ha avuto per modificare  i geni di un atleta  al fine di aumentare la sua prestazione fisica. L’origine del doping genetico si colloca nella terapia  genetica, messa a punto dagli scienziati per curare alcune malattie, modificando dal punto di vista genetico le cellule del paziente. La terapia genica consiste nel trasferire materiale genico a livello delle cellule dell’organismo umano per curare o prevenite una malattia.

L’Agenzia Mondiale Anti-doping  ( WAD) definisce doping genetico l’utilizzo non  terapeutico delle cellule, dei geni  o della modulazione dell’espressione dei geni con l’intento di migliorare la performance  di un individuo. Esistono sostenitori e  contrari  a questa illecita tecnica.  Ufficialmente l’Agenzia  Anti-Doping inglese che controlla l’utilizzo di sostanze in grado di aumentare la performance degli atleti ha dichiarato che la manipolazione genetica quale mezzo atto a modificare la prestazione sportiva  è qualcosa di teorico e non ancora provato.
La Commissione Medica del Comitato Olimpico Internazionale si è riunita nel 2011 per  discutere le implicazioni nel campo dello sport del doping genetico.
La WADA, Agenzia Mondiale Anti-doping, ha affermato che  denaro e risorse vengono investite con l’intento di trovare tecniche in grado di migliorare le prestazioni atletiche di individui, modificando i geni. Nel 2003 la WADA ha inserito il doping genetico nell’elenco delle sostanze e  dei metodi proibiti.

Da studi scientifici  pare sia tecnicamente possibile utilizzare delle modificazioni genetiche per migliorare le capacità atletiche di un individuo. Sembra che alcuni atleti siano disposti a rischiare la propria vita pur di poter vincere alcune competizioni olimpiche. Studi effettuati su animali  hanno dimostrato l’efficacia e la fattibilità di modificazioni genetiche su esseri umani non solo a fini terapeutici, ma anche per fare aumentare la capacità atletiche degli sportivi.
Tramite  le manipolazioni genetiche gli atleti verrebbero indotti a produrre  autonomamente le sostanze dopanti.

Il doping genetico che altro non è che l’introduzione di DNA nelle cellule del corpo tramite virus inattivati o modificati, potrebbe costituire un’ opportunità per migliorare la prestazione atletica  incrementando la crescita muscolare, la produzione di globuli rossi, la resistenza, l’utilizzo dell’ ossigeno, la capacità aerobica o la percezione del dolore.

Al momento nessuno sa realmente se gli atleti stiano utilizzando tale tipo di terapia genetica.
Ci si chiede se codeste manipolazioni possano  danneggiare a lungo o a breve termine la fertilità, diminuire la longevità degli esseri umani, provocare il cancro o causare altri effetti molto negativi.
La terapia genetica sull’eritropoietina su alcune scimmie messa a punto da dei ricercatori dell’Università della Pennsylvania  ha determinato un tale incremento dei globuli rossi da causare un’ eccessiva viscosità del sangue di questi animali, rendendo necessari dei salassi per garantire la sopravvivenza.

La riduzione o l’eliminazione dell’espressione genica della miostatina, una proteina che inibisce la crescita dei muscoli  scheletrico e cardiaco, potrebbe far aumentare la crescita muscolare.
Una modifica del gene che controlla l’Eritropoietina potrebbe incrementare la produzione endogena dell’ormone stesso per far aumentare la produzione di globuli rossi. L’Insulin-like Grotwth Factor ( IGF-1), prodotto nel muscolo e nel fegato,  è una proteina legata all’ormone della crescita, che potrebbe venire modificata per incrementare la crescita delle masse muscolari degli atleti.

Il Vascolar Endothelial Growth Factor è coinvolto nell’angiogenesi e nella vasculogenesi e potrebbe aumentare la quantità di ossigeno che raggiunge i tessuti specialmente negli sport di endurance. L’ACE presente in maggior quantità nell’organismo degli Sherpa in Himalaya potrebbe far aumentare le prestazioni fisiche degli alpinisti sugli Ottomila. L’uso di peptici analgesici ( endorfine  e encefalite) tramite una manipolazione genetica dei geni che codificano tali sostanze potrebbe portare gli atleti ad andare oltre la normale soglia del dolore.

Tali modificazioni genetiche potrebbero essere in grado, per esempio, di curare le gravi forme di anemia, le distrofie muscolari o di aumentare la forza della muscolatura degli anziani, oppure ancora curare le malattie delle coronarie tramite la terapia angiogenica. Nello stesso tempo tutte queste modificazioni genetiche potrebbero essere utilizzate per migliorare la prestazione atletica nell’uomo.

Forse non dovremo aspettare molto per avere il primo atleta geneticamente modificato. Certamente alcuni atleti sono disposti a rischiare la propria vita, sottoponendosi a manipolazioni genetiche pur di vincere qualche medaglia d’oro alle Olimpiadi.
Ciò che al momento è solo poco più che teoria, potrà domani realizzarsi?
Le Olimpiadi di Londra potrebbero essere le ultime senza atleti geneticamente modificati….
Quale sarà il futuro ? Un doping sempre più tecnologico?

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4 Commenti

  1. Fino a che ogni atleta (alpinisti compresi) non capirà che la pratica sportiva può essere sì un modo di vivere e per vivere, ma è e deve essere soprattutto un’esperienza personale che possa far crescere in quanto uomini, allora avremo sempre paura e bisogno di doping, genetico e non.
    L’alpinismo ormai, tra forum, rincorse alle cime o alle vie per ottenere le prime pagine e bugie nascoste da falsi eroismi, sta diventando un grande reality show.
    Ben pochi mi sembra che abbiano compreso che tale pratica è prima di tutto una disciplina ed in quanto tale si definisce come “l’atto con il quale si ottiene la disposizione personale ad apprendere e a perfezionarsi” [cit.].
    Ciò significa che è e deve essere una crescita individuale, che non necessità dimostrazioni ad altrui persona, ma solo a sé stessi.
    La disciplina, però, ha anche un aspetto di insegnamento/apprendimento; oggi ciò manca molto, in quanto la maggior parte coloro che dovrebbero essere i maestri, i riferimenti sono “perversi” mediaticamente tanto quanto i discepoli.
    Anche nel lavoro si parla di disciplina ed anche questo ambito non è esente dalla degradazione che permea oggi giorno.
    Manca la cultura etica, la voglia di dimostrare a sé stessi i propri mezzi, senza imbrogliare, senza cercare scorciatoie.
    Se sono in grado, ce la metto tutta e lo faccio.
    Se non arrivo al mio obiettivo, lo ammetto, senza scuse, senza nascondermi dietro il filo d’erba, ma cerco di migliorarmi ancor di più per riuscire al prossimo tentativo.
    Le “balle” che girano in questo mondo potranno pararti il sedere di fronte agli sponsor, potranno farti apparire un eroe agli occhi della massa di caproni che segue in poltrona il reality della montagna, ma di certo non ti proteggerà di fronte al giudizio di te stesso.

  2. Doping tecnologico?!?!
    E’ un argomento vastissimo questo!!Riguarda i professionisti e per spirito di emulazione ed arrivismo riguarda anche tutte le altre sottocategorie(di sportivi).Entrate nella più banalissima palestra ed aprite a caso qualsiasi armadietto…..confezioni station wagon di pastiglie….personal trainer e utenti!e non mi si venga dire che il mondo del professionismo è controllato dal fior fiore dei medici.Alchimisti e usurai sulla pelle di chi sceglie di giocarsi la pelle per quattrini.Le sottocategorie invece ingrassano un mercato che ha bisogno solo di carne da macello!!A qualcuno va bene a qualcuno salta il cuore!Muoiono “inspiegabilmente” ritratti della salute.Gli sponsor sanno benissimo….i giornalisti sportivi anche ma nessuno proferisce parola altrimenti sei fuori dal giro!
    Londra….vero si vero no già si parlava di doping genetico su una nuotatrice cinese,che se avesse nuotato in vasca con Phelps l’avrebbe tritato per il lungo e per il largo!!Phelps,mica il primo piccio che passa per la strada!
    Se adesso si parla pure di doping genetico su un “montanaro” a posto stiamo!!Se già prima pensavo che fossimo al capolinea adesso ne ho la totale certezza!!Probabilmente senza andare in Nepal basta fare qualche esame del sangue a qualche skyrunner….

  3. Non credo che un alpinista possa affrontare le spese necessarie ad un simile “upgrade”… a prescindere ovviamente dal discorso etico e dal banale buonsenso nel sottoporsi ad una simile tortura solamente per aver qualche chance in più.
    Penso invece che si tratti di possibilità tecnologiche che verranno sperimentate e sfruttate nei laboratori militari nel prossimo, anzi immediato futuro.

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