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Alaska, nuova via nelle Kichatna Spires

Hard Arteries nelle Kichatna Spires (Photo www.ukclimbing.com)
Hard Arteries nelle Kichatna Spires (Photo www.ukclimbing.com)

ANCHORAGE, Alaska — Nuova via sul pilastro nord ovest del Middle Triple Peak, con i suoi 2693 metri la seconda cima più alta del gruppo delle Kichatna Spires. E’ stata aperta da due cordate incontratesi eccezionalmente per caso al campo base della montagna nel cuore dell’Alaska: gli alpinisti l’hanno chiamata “Hard Arteries”, in onore delle proprie arterie dopo che metà della squadra si è cibata di burro puro durante tutta la salita. La linea è lunga 1000 metri e ha richiesto 8 giorni di lavoro in parete, di cui 6 per aprirla.

Site nell’estrema periferia occidentale delle montagne dell’Alaska a circa 110 chilometri dal  McKinley, le Kichatnas Spires si trovano in una zona notoriamente caratterizzata dal cattivo tempo, tanto da essere definita da alcuni la “Patagonia dell’Alaska”. Difficile trovare al campo base due diverse spedizioni nello stesso momento in queste terre poco battute, eppure, neanche a farlo apposta, due cordate distinte si sono incontrare sul ghiacciaio ai piedi delle montagne. Da un lato gli inglesi Dave Gladwin e Mike ‘Twid’ Turner, quest’ultimo un veterano del posto, dall’altro Stu Inchley, anch’egli britannico, e il suo compagno di scalata, uno scalatore della Tasmania il cui nome era Kim.

Secondo quanto riferisce il British Mountaineering Council, nonstatate le condizioni proibitive della via di ghiaccio e misto che avrebbero voluto salire Turner e Gladwin lungo il lato destro della parete ovest del Middle Triple Peak, i 4 alpinisti hanno deciso di unire le forze e di puntare all’inviolato pilastro nord ovest. La complessa scalata si è svolta nel primo tratto a sinistra di un pendio ad alto rischio valanghe, poi su un delicato traverso alla base del pilastro. I successivi 500 metri salgono su fessure e diedri di ghiaccio che richiedono una salita di misto e in artificiale. Quando il gruppo ha toccato la vetta della montagna il meteo era dalla loro parte, e ha consentito loro di ammirare dall’alto lo splendido panorama di vette imbiancate delle Kichatna Spires. Scendendo al bivacco intermedio i quattro hanno dovuto aspettare per un paio di giorni che passasse la bufera, riparati in una truna, poi hanno potuto proseguire in sicurezza fino al ghiacciaio, dove sono arrivati 8 giorni dopo la partenza.

“Non ho dubbi che la maggior parte della via possa essere salita in libera con condizioni meteorologiche ideali – ha dichiarato Gladwin a UkClimbing.com -, molte delle sezioni che siamo stati costretti a salire in artificiale erano bellissime fessure di granito, belle come quelle che ho visto sulle Alpi. Sfortunatamente durante la nostra salita erano incrostate di neve e ghiaccio”.

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