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L’Everest “da polso”: ecco la pietra dello scandalo

Kobold Himalaya Everest Edition (Photo forums.watchuseek.com)
Kobold Himalaya Everest Edition (Photo forums.watchuseek.com)

KATHMANDU, Nepal — Orologi da polso con il quadrante fatto di pietre dell’Everest. Questa la fonte dello scandalo che ha indotto il governo nepalese a revocare, per questa primavera, il permesso di cima a tutte le spedizioni non prettamente alpinistiche dirette all’Everest, compresa quella del campione di bike trial Vittorio Brumotti. Ma di cosa si tratta, e chi li ha inventati? Ecco com’è andata.

La pietra dello scandalo si chiama “Himalaya Everest”, ha il quadrante formato da una pietra raccolta nei pressi della cima dell’Everest, costa 16mila Dollari ed è prodotto in edizione limitata: ne esistono solo 25 pezzi. E’ un orologio da polso firmato dal produttore americano di orologi tecnici di lusso Micheal Kobold, i cui prodotti sono indossati da celebrità, forze armate americane, scienziati della Nasa e perfino da Bill Clinton.

Ma l’orologio dell’Everest non è solo un business. Dietro, c’è una storia avvincente. L’idea, suggerita dal celebre esploratore inglese Sir Ranulph Fiennes che da anni indossa questa marca di orologi, pare sia nata due anni fa, quando il signor Kobold in persona salì in cima alla montagna insieme alla moglie accompagnato da due guide sherpa: Ang Namgel, 27 anni, e Lakpa Thundu, 38, entrambi plurisalitori dell’Everest. Sir Fiennes faceva parte della stessa spedizione.

Durante la salita, Kobold ha rischiato di morire per un guasto alla sua bombola di ossigeno, e Namgel gli ha salvato la vita offrendogli la sua bombola. Secondo quanto riferito dalla Bbc, anche la moglie di Kobold ebbe diverse difficoltà durante la salita, risolte sempre dai due sherpa, che non hanno mai avuto timore di rischiare la propria vita per salvare quella dei loro clienti.

Kobold ha raccontato alla stampa che in quel frangente si è reso conto dei rischi che comporta la professione di guida sherpa. E al rientro dall’Everest, ha deciso di offrire ai suoi due sherpa una carriera sicura, anche per il bene delle loro famiglie. Ha quindi offerto loro un corso di formazione di un anno nella sede americana dell’azienda e poi ha investito in Nepal, facendogli aprire un laboratorio a Kathmandu, inaugurato martedì scorso 27 marzo.

Lì i due sherpa producono orologi di lusso marchiati “Made in Nepal”. Tra questi, anche il famoso orologio con le pietre dell’Everest nel quadrante (che, sul mercato nepalese, pare essere messo in vendita all’evocativo prezzo di 8.848 dollari). La notizia è stata accolta con entusiasmo dalla stampa di settore, che la scorsa settimana ha lodato l’iniziativa con fiumi di pagine.

Ma, a quanto pare, l’idea non è piaciuta per niente al governo nepalese, che si è sentito offeso e ha deciso addirittura di negare il permesso di vetta a chi, quest’anno, vuole salire sull’Everest per motivi di record e non per motivi alpinistici. La notizia ha fatto il giro del mondo e su internet la discussione impazza: molti si domandano come mai una tale reazione ad un progetto sì commerciale, ma non più di tante spedizioni che da anni popolano la montagna più alta del mondo. Altri plaudono alla rivincita della sacralità della montagna. In questa diatriba, chissà quale futuro attende il laboratorio dei due sherpa…

 

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2 Commenti

  1. Interessante parabola sulla condizione umana oggi: tutto ha un prezzo, ma quello pagato in questa circostanza è stato valutato troppo basso dal governo nepalese. Ciao ciao civiltà dell’uomo, è questione di tempo

  2. Niente paura, i pataccari saranno già all’opera con qualche altra pietra somigliante. Il vero figo dovrebbe avere il quadrante di minerale prelevato dal suolo lunare , molto più raro e costoso.Sempre in attesa di non ancora prelevata roccia di Marte.Coì lo scorrere del tempo della vita del portatore acquisterà immenso valore, non per le sue opere ma per” l’urulugin”.

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