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Salini e Fiorelli in cima al Fitz Roy, salita lampo sulla Supercanaleta

Fabio Salini e Daniele FIorelli in cima al Fitz Roy (Photo Fabio Salini)
Fabio Salini e Daniele FIorelli in cima al Fitz Roy (Photo Fabio Salini)

EL CHALTEN, Argentina — “Il settimo giorno porta bene in Patagonia!”. Fabio Salini e Daniele Fiorelli sono saliti in cima al Cerro Fitz Roy tre giorni fa, lungo la celebre via Supercanaleta. A distanza di una sola settimana dall’arrivo le due guide alpine valtellinesi hanno già messo a segno l’obiettivo primario della loro spedizione: tempi velocissimi, gli stessi peraltro registrati da Salini nel 2008 nella salita del Cerro Torre, realizzata con Matteo Bernasconi. “Sette giorni dalla partenza da casa con Daniele Fiorelli e siamo in cima al Fitz Roy – ci dice Salini -. E’ il 4 dicembre e il vento fa paura!”.

Una salita veloce quella realizzata da Salini e Fiorelli tre giorni fa sul Cerro Fitz Roy, la splendida e celebre vetta patagonica. La via che hanno seguito per arrivare alla cima è l’altrettanto famosa Supercanaleta, il difficile itinerario di 1600 metri di dislivello, che percorre il canalone della parete ovest: 1000 metri iniziali di neve e ghiaccio e un tratto roccioso successivo.

“Salita lampo al secondo tentativo in questo gioco fatto di attese di tentativi di speranza e di fortuna – racconta Salini -. Dopo sette giorni dalla partenza da casa con Daniele Fiorelli siamo in cima al Fitz Roy, è il 4 Dicembre e il vento fa paura! Un primo tentativo lo avevamo portato molto avanti (a tre lunghezze dalla fine della Supercanaleta) già il 30 novembre, ma battere la traccia nella neve fresca scesa in abbondanza nel canale iniziale di oltre 1000 metri di dislivello ci affatica, così come la ricerca dell’itinerario reso vergine da una grande quantità di neve che spesso cela la linea logica e ci impegna parecchio. Abbandoniamo convinti che saremmo riusciti a salire e scendere nelle 24 ore senza bivacco e il primo tentativo sfuma”.

Vento e sole al Fitz Roy (Photo Fabio Salini)
Vento e sole al Fitz Roy (Photo Fabio Salini)

Quel 30 novembre, mentre le due guide valtellinesi tornavano indietro per ritentare solo pochi giorni dopo, altri italiani arrivavano in cima al Fitz Roy. “Siamo comunque contenti perché battiamo la traccia ai numerosi italiani che seguono – scherza Salini -…palle! Siamo ancora più incazzati. In ogni caso seguendo le nostre tracce arrivano in cima il giorno successivo due cordate italiane. La prima composta da Marcello Sanguineti, Sergio De Leo e Damiano Barabino. La seconda condotta da Alberto Trombetta, aspirante guida alpina comasco, insieme a Mattia Roncoroni e a Cristian Barandon”.

La domenica successiva Salini e Fiorelli tornano sulla parete ovest, per il loro secondo tentativo lungo la Supercanalata e questa volta le cose vanno a buon fine.

“Il secondo tentativo è un film già visto fino al punto più alto precedentemente raggiunto – continua l’alpinista veltellinese -, il nostro procedere sembra quello accelerato dei film muti di inizio ‘900. In breve siamo al colle, poi in cima. Mille foto che non rendono giustizia, con il gruppo del Torre e gran parte del panorama coperto dalle nuvole. Resta comunque grande soddisfazione essere in cima da soli su questo grande montagnone.

Fitz Roy Supercanaleta (Photo Fabio Salini)
Fitz Roy Supercanaleta (Photo Fabio Salini)

Discesa nel vento furibondo. Lanciamo le corde e loro risalgono anziché scendere, fantastico! Siamo proprio nell’emisfero meridionale a testa in giù! Oggi (6 dicembre) si prevede vento con punte che dovrebbero raggiungere i 140 km/orari, meglio rimanere a Chalten…domani si vedrà!”.

 

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