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I No-global: attaccheremo le Olimpiadi

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TORINO — "Attaccheremo le Olimpiadi". E’ la delirante minaccia dei centri sociali, che quest’oggi presentaranno un vero e proprio piano anti-olimpiadi.  

Dopo il dietrofront della fiaccola in Val di Susa, la protesta si sposta ora nella capitale dei Giochi. I centri sociali paventano nuove azioni di boicottaggio. Saranno annunciate quest’oggi dal popolo che ha detto «no» alla tregua olimpica: autonomi e disobbedienti, squatter e no-Tav, pezzi di sindacato e di partito.
 
Rifondazione Comunista annuncerà oggi in una conferenza stampa il suo  «appoggio a ogni manifestazione pacifica contro i Giochi». Parola del segretario provinciale Gianni Favaro.
 
Ma la città di Torino non ci sta. Il sindaco Sergio Chiamparino punta il dito contro la conferenza stampa anti-olimpica. A stretto giro la risposta di Bertinotti: «Quella di Chiamparino è una idea strana della politica, pensa a una politica che comanda e alle masse che obbediscono».
 
Pronta la replica del sindaco: «Diteci che cosa pensate delle Olimpiadi: se sono utili e importanti per l’Italia, oltre che per Torino, oppure no». E il presidente della Regione Bresso: «Che si facciano iniziative contro le Olimpiadi è davvero stupefacente».
 
"Sono esterrefatto – ha commentato il vicepresidente del Gruppo parlmamentare amici della Montagna, Gianantonio Arnoldi -. Richiamiano i verdi e Rifondazione al senso di responsabilità.  E dire che questi fanno parte della maggioranza che si candida al governo del Paese. Mi auguro che le minacce non abbiano un seguito. Sarebbe un gravissimo danno per l’Italia".
 
Insomma, saranno giornate calde quelle a venire. Con i vip in arrivo da tutto il mondo a fare da
bersaglio: in prima fila Laura Bush, attesa all’università proprio il giorno dell’inaugurazione dei Giochi.
 
Intanto la torcia olimpica domani tornerà in val di Susa. Poi sfilerà per le vie di Torino. Sempre che qualche no-global non se la rubi prima.
 
«Quasi ogni giorno succederà qualcosa» minaccia Lele del centro sociale Askatasuna. «E’ arrivato il momento di forzare la mano».

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