Itinerari

Dolomiti, la variante “Simone” alla via Ferrata dei 50 sul Creton dell’Arco

Versante est Creton dell'Arco
Versante est Creton dell'Arco

SAPPADA, Belluno –  Un nuovo tratto di via ferrata sul Cretòn dell’Arco che si congiunge con la via “Ferrata dei 50” sul gruppo dei Clap – Alpi Carniche. Il percorso è stato realizzato nel 2009 ed inaugurato nel 2010 dagli uomini del Cai e del Soccorso alpino di Sappada con il patrocinio Comune di Sappada e Comunità Montana. Ecco la relazione tecnica della via inviataci da GianPaolo Piller, tecnico del Soccorso alpino di Sappada.

DESCRIZIONE TECNICA

Dal passo dell’Arco a metri 1.907  raggiungibile da Sappada per il sentiero segnavia numero 317 in circa un’ora e mezza di cammino– risalire verso sud – est su sentiero, prima tra pini mughi e poi su roccette fino a portarsi sopra il saltino ripido al primo terrazzamento erboso. Si risale su sentiero con brevi tornanti già fuori dalla vegetazione arbustiva verso sud-ovest sino al primo tratto attrezzato che per roccette porta fino ad un grosso larice.

Sentieri e vie di arrampicata sul versante nord ovest del gruppo con la via ferrata “Simone” in rosso gruppo dei Clap dal monte Siera in versione invernale
Sentieri e vie di arrampicata sul versante nord ovest del gruppo con la via ferrata “Simone” in rosso gruppo dei Clap dal monte Siera in versione invernale

Si prosegue per il prato agevole alla prossima banca rocciosa inclinata, risalendola verso sud – est sul secondo tratto di attrezzatura, passando poi per un intaglio tra le rocce, fino all’ampia cengia sovrastante che si percorre verso sud-ovest ad imboccare il canale che si addentra tra il Creton dell’Arco e la Torre alta dell’Arco.

Risaliti i primi salti con un ulteriore tratto attrezzato, ci si porta nella parte alta dell’incavo salendo per il canalino sino ad un masso che lo ostruisce e che si supera con alcuni gradini sulla parete di sinistra. Sino a tale punto, le difficoltà alpinistiche sono minime Si arriva al punto chiave del tracciato sotto il salto che dal canale immette alla Cresta del Creton dell’Arco con un tratto ferrato di 40 metri e qualche scalino per consentire l’accesso e la discesa in sicurezza dalla Cresta del Creton dell’Arco.

Passato tale discontinuità, il percorso si svolge lungo l’ampio Crinale fino alla sommità del Creton dell’Arco, con splendido panorama in tutte le direzioni senza difficoltà alpinistiche particolari seguendo gli “ometti” ed i bolli rossi, prima a destra poi a sinistra della cresta con qualche tratto esposto fino alla Cima del Cretòn dell’Arco metri 2.357, ore 1,30 dal passo dell’Arco.

Per raggiungere la “Ferrata dei 50” nel suo tratto intermedio, si scende dal lato sud-ovest della Cima del Creton dell’Arco alla sottostante forcella (due brevi tratti attrezzati), e risalendo sul lato opposto per il versante est che dà sul Cadìn delle Vette Nere, con altri 30 metri di attrezzatura si ritorna in cresta , dove con ulteriori tratto di sentiero si è in breve alla congiunzione con la “ferrata dei 50” a quota 2.350 metri circa, con possibilità di salire alla vicina Cima di Rio Bianco metri 2.391.

Lo sviluppo complessivo del percorso è di circa 1100 metri con un dislivello di 450 metri, con 200 metri di tratti attrezzati con cavo d’acciaio inox da 12 mm e fittoni da 18 mm di diametro ed alcuni gradini. Il tracciato della nuova via ferrata è ben noto agli alpinisti che frequentano la zona ed è descritto nella Guida ai Monti d’Italia “Alpi Carniche” di Ettore Castiglioni del 1954 come percorso numero 297 di accesso al Creton dell’Arco e nella nuova edizione del 1995 a cura di Attilio De Rovere e Mario Di Gallo come tracciato 261 a – disponibile anche il tracciato per GPS presso la sede Cai).

CARATTERISTICHE AMBIENTALI

Il Creton dell’Arco dal Creton di Culzei con la splendida cresta dove si sviluppa il percorso
Il Creton dell’Arco dal Creton di Culzei con la splendida cresta dove si sviluppa il percorso

Il nuovo percorso con tratti attrezzati si trova a sud del Comune di Sappada, attraversa un ambiente montuoso con caratteristiche e geologia tipiche delle Dolomiti. Si sviluppa da quota 1900 metri a quota 2.350 metri circa tra in Cadìn delle vette nere ad est ed il Cadìn di fuori e di Dentro sul lato ovest.

Gli habitat interessati sono tipici di alta montagna, nel gruppo montuoso dei Clap –Dolomiti Pesarine, nelle vicinanze del confine regionale tra il sentiero “317” del passo dell’Arco e la “via ferrata dei 50”.

L’area è all’interno del Sito di Importanza Comunitaria IT3230085 denominato “Comelico – Bosco della Digola – Brentoni – Tudaio” e nella Zona di Protezione Speciale IT3230089 “Dolomiti del Cadore e Comelico”.

Nell’area di intervento si trovano gli ambienti tipici di alta montagna su substrato dolomitico. Gli habitat descritti e tutelati dalla direttiva 92-43 CEE presenti nell’area di intervento sono tre:

  • 8120 Ghiaioni calcarei e scisto-calcarei montani ed alpini
  • 8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica
  • 4070 Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum (Mugo-Rhododendretum hirsuti, molto marginale)

Al di là della descrizione tecnico scientifica delle particolarità naturalistiche, la documentazione fotografica del percorso chiarisce da sola la spettacolarità del percorso che si sviluppa prevalentemente in Cresta ed ampia visuale sulla Vallata di Sappada e sulle corone di Monti Circostanti.

DIFFICOLTA’ COMPLESSIVA

Non va comunque sottovalutata la difficoltà complessiva del percorso che va considerato come via ferrata a tutti gli effetti con l’attrezzattura personale conseguente, in particolare per chi intendesse completare l’escursione proseguendo per la “ via ferrata dei 50” passando per il Lastròn di Culzèi ed il Cretòn di Culzèi (Mittòk Plotte) metri 2.460, sino alla Forca dell’Alpino metri 2.302 con tratti attrezzati impegnativi ed esposti e successivo sentiero di rientro al Cadin di Dentro segn. Numero 232” , bivacco Damiana (metri1.980), forcella bassa della Chiesa e rientro a Sappada con un anello che richiede complessivamente oltre sette ore di cammino quindi adeguata preparazione e attrezzatura personale da ferrata.

E’ sconsigliato proseguire dalla cima di Rio Bianco in senso antiorario scendendo per la ferrata dei 50 verso la Forca Alta di Culzèi metri 2.170 percorrendo in discesa il tratto più impegnativo della Ferrata, per contro può essere interessante la salita da Sappada per il sentiero 316 verso Passo Siera, poi per il segnavia 317 fino poco sotto il passo dell’Arco dove si piega a sinistra (bolli rossi ed ometti) verso il selvaggio Cadìn delle Vette Nere e risalendolo su tracce di sentiero sino alla Forca Alta di Culzèi (sino qui escursionistico), ci si collega con la ferrata dei 50 per percorrere il suo tratto più spettacolare aereo ed impegnativo (EEA), sino alla Cima di Rio Bianco, scendendo poi per il nuovo Sentiero Attrezzato del Cretòn dell’Arco “Simone” al passo dell’Arco.

Simone in salita verso il Raukofel – gruppo del Coglians – Alpi Carniche
Simone in salita verso il Raukofel – gruppo del Coglians – Alpi Carniche

Il nuovo tracciato è dedicato a Simone Piller Hoffer di Sappada, caduto sul monte Chiadenis (gruppo Peralba Chiadenis – Avanza) il 26 luglio 2008 a soli 23 anni, mentre arrampicava sulla via “Floreanini” sviluppo 450m. diff. 5° 6- UIAA dopo un volo da I° di cordata nel tratto più difficile della via Seppure giovane, era entusiasta ed esperto di montagna, ottimo arrampicatore e sci alpinista, già membro del soccorso Alpino di Sappada e nel direttivo della Sezione CAI Sappada dove era uno dei componenti trainanti delle attività, specie con i giovani nella palestra di arrampicata artificiale presso il palazzetto ed in tutte le attività del Soccorso Alpino in particolare per la realizzazione della nuova sede della Stazione di Sappada.

Nella Comunità Montana del Comelico e Sappada aveva prestato servizio prima come operaio agricolo nei mesi estivi per mantenersi agli studi, poi come progettista per gli interventi sul territorio in quanto già laureatosi in scienze forestali a Padova, e tra gli interventi di cui ha curato la progettazione, vi è la variante in via ferrata del sentiero 232 tra la Forca dell’Alpino ed il Rifugio De Gasperi in fase di realizzazione contestualmente con la variante a Lui dedicata e che servirà a ripristinare la complessiva percorribilità dei sentieri sul gruppo del Clap.

Nell’ estate 2007 proprio con Simone era stata fatta una ricognizione per verificare nel dettaglio la fattibilità del nuovo tratto di ferrata sul Cretòn dell’Arco a cui da tempo come Cai Sappada si stava pensando, è venuta allora naturale la dedica a lui che tanto entusiasmo per la montagna e per la vita trasmetteva agli altri e se in futuro con più sicurezza potremo andare per quelle montagne sarà anche grazie a Simone.

Immediato ed unanime l’appoggio all’iniziativa tra gli Enti che hanno patrocinato l’iniziativa e le associazioni e che hanno consentito la celere approvazione del progetto a tutti i livelli – urbanistico, ambientale, forestale – collegio Regionale Veneto Guide – Commissione Regionale Sentieri CAI – Commissione Regionale sui problemi dell’alta montagna che ha altresì approvato il cofinanziamento dell’iniziativa da parte della Regione Veneto etc. Più in sordina la realizzazione materiale della ferrata che ha visto “i soliti ignoti” all’opera per la scelta del tracciato definitivo, la pulizia dai sassi, i disgaggi, il posizionamento delle attrezzature portate fino sulla Cresta con l’elicottero e poi distribuite “a spalla” sui tratti necessari, la realizzazione sentiero e gli ometti segnavia, con l’apporto del gruppo Guide Alpine Tre Cime di Auronzo (Leo Gasperina, Michele Zandegiacomo & C.) per la posa finale delle attrezzature ferrate veramente a regola d’arte.

La logica della via, la spettacolarità della zona e le motivazioni per la sua realizzazione illustrate nella documentazione progettuale dettagliata predisposta, e la complementarietà con la già nota “ferrata dei 50 del Clap” hanno portato ad un celere avvio e completamento dell’opera, dove già la natura aveva predisposto la maggior parte del percorso. Un grazie va’ a tutti quelli che hanno collaborato per la approvazione e realizzazione dell’opera a tutti i livelli ed anche a chi è stato lasciato solo a casa, quando c’erano da fare i lavori per la via ferrata.

Gian Paolo Piller – Soccorso alpino Sappada

La variante alla “ferrata dei 50”, la rende più  completa e sicura con possibilità  di percorrerla in due tappe più brevi e scendere dalla cima di rio bianco verso il passo dell’arco in caso di difficoltà o maltempo.

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