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Marc Batard appende gli scarponi al chiodo e si dà alla pittura

Marc Batard
Marc Batard (Photo courtesy www.marcbatard.com)

PARIGI, Francia — Tavolozza e pennelli. Sono queste le nuove armi dell’alpinista francese Marc Batard, noto alle cronache per il suo record di velocità sull’Everest, salito senza ossigeno in 22 ore e mezza nel 1988. Batard, 58 anni, dopo un estremo tentativo di salita-record sul Tetto del mondo lo scorso anno, ha deciso di ritirarsi e dedicarsi alla pittura. Ecco i suoi quadri.

Le sue tele sono vivide di colori. Tratti decisi, pennellate evidenti, linee stilizzate e insieme in movimento. Ecco lo stile di Batard, che da qualche tempo ha aperto un laboratorio a La Celle, dentro un’antica casa coloniale francese da restaurare.

“Sono un figurativo, amante della semplicità – dice Batard -. Non voglio essere riconosciuto come alpinista-pittore e diventare un prodotto di marketing. Voglio solo dipingere. Se capisco che mi invitano come alpinista e non come artista, rifiuto di esporre”.

Batard, noto anche per l’outing fatto con il libro “La via d’uscita” in cui dichiara di essere gay, ha iniziato a dipingere all’età di 14 anni con mezzi di fortuna: fogli di carta strappati, pittura diluita con farina, tubetti di dentifricio per contenerla. Poi ha interrotto, è diventato guida alpina e ha esplorato le vette più alte del mondo. Nel 2009 ha fatto un tentativo all’Everest, sperando di riagguantare il record di velocità che nel frattempo gli era stato “soffiato” da Christian Stangl. Ma non ci è riuscito.

“Per lungo tempo ho pensato agli incidenti – ha detto l’alpinista al quotidiano francese Lamontagne.fr -. Mi dicevo: in quel momento riprenderò a dipingere. Ho avuto fortuna e ho capito che era tempo di fermarsi”.

Ora, si è reinventato pittore. Ecco una selezione dei suoi dipinti.

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