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Riaz Ul-Hassan: i semi del Seed germoglieranno nel turismo

Il resident officer del Comitato EvK2Cnr in Pakistan Riaz Ul-Hassan
Il resident officer del Comitato EvK2Cnr in Pakistan Riaz Ul-Hassan

BERGAMO — L’interfaccia fra due mondi molto diversi. Il punto di contatto fra i metodi di lavoro occidentali e la cultura e le istituzioni dell’Asia centrale. Riaz Ul-Hassan è il resident officer del Comitato EvK2Cnr in Pakistan. Si occupa di dare supporto alle molteplici attività di ricerca scientifica e sviluppo sostenibile che gli italiani del Comitato stanno portando avanti in un paese tutt’altro che facile.

Riaz, come procedono le vostre attività in Pakistan?
In Pakistan con il Comitato EvK2Cnr abbiamo in corso diversi progetti. Il principale è il progetto Seed, che si occupa dello sviluppo socieconomico in collaborazione con i governi italiano e pakistano attraverso il Pakistan Italian Debt for Development Swap agreement. Si tratta di un progetto quinquennale per lo sviluppo del Central Karakorum National park e dell’area di Gilgit Baltistan. Inoltre stiamo lavorando alla formazione di esperti d’alta quota che siano in grado di portare a termine la pulizia del Baltoro attraverso la spedizione Baltoro Clean up. Oltre a pulire le montagne, nei villaggi stiamo cercando di installare sistemi di raccolta dell’acqua per renderla più pulita. In terzo luogo abbiamo un programma di sviluppo di piante nella regione dell’Upper Baraldo. Alla fine dello scorso anno avevamo piantato 18000 piante, quest’anno contiamo di aggiungerne altre 10mila.

Quali sono le maggiori difficoltà che incontrate nel vostro lavoro in quelle zone?
Durante gli ultimi vent’anni sono state tantissime le attività sviluppate dal Comitato EvK2Cnr in Pakistan e devo dire che i rapporti di collaborazione con il governo pakistano si sono intensificati, con ottimi risultati. Lo stesso vale per i governatori locali e le comunità. Ci sono ancora, a dire il vero, problemi nei trasporti e nelle comunicazioni nelle aree in cui stiamo realizzando i nostri progetti. Nella zona di Skardu, per esempio, abbiamo ancora collegamenti aerei difficili. Questa è la difficoltà maggiore che dobbiamo affrontare.

Come giudica la sua esperienza con EvK2Cnr?
E’ decisamente una bella esperienza quella che ho cominciato con il Comitato Evk2Cnr. Si tratta di un’organizzazione completamente differente rispetto alle tradizionali organizzazioni pakistane. Effettuiamo attività di ricerca e sviluppo in aree del paese disagiate e portiamo indubbi benefici alle popolazioni. Per questo sono molto felice di lavorare per il Comitato Evk2Cnr in Pakistan.

Quali prospettive di collaborazione ci sono?
Il settore nel quale promuoveremo le maggiori attività di collaborazione nel prossimo periodo sarà quello turistico. Il turismo in Pakistan, paese d’increbili bellezze naturali, potrebbe essere una grande risorsa per i paese, tutta da sfruttare. Per questo stiamo facendo formazione a portatori, guide, addetti e nuove figure nel campo del turismo nelle Northern areas e nel Gilgit Baltistan.

Il Pakistan è ricco di risorse e bellezze naturali. Il paese saprà sfruttarle come si deve?
C’è stata un importante conferenza fra ambasciatori a Skardu il mese scorso per presentare le nuove prospettive economiche e commerciali della zona di Gilgit Baltistan, specialmente rivolte al turismo, alle pietre preziose e ai prodotti minerari. Alla conferenza hanno preso parte 22 ambasciatori che hanno espresso l’interessamento dei loro paesi a sviluppare attività economiche e commerciali in quelle aree.

Ci sono possibili sviluppi anche per l’agricoltura?
Insieme all’Italia e al governo italiano abbiamo formato Impresa che ha il compito di introdurre nuove e più moderne tecnologie nel campo dell’agricoltura in Pakistan. Le tecnologie che si usano in questo momento in Pakistan sono vecchie e obsolete. Stiamo cercando di introdurne di nuove nell’agricoltura delle aree nord, attraverso il progetto Seed.

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