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Iker ed Eneko Pou: scalare è divertirsi

Iker ed Eneko Pou mentre scalano in parete
Iker ed Eneko Pou (Photo Iker Eneko Pou)

COURMAYEUR, Aosta — “Scalare con una persona che ha il tuo stesso sangue è una cosa diversa, è un legame più forte. Per noi arrampicare vuol dire divertimento: il freddo, le situazioni difficili, tutto questo fa parte dell’alpinismo, ma non è la ragione per cui noi lo facciamo”. Faccia a faccia con i fratelli Eneko e Iker Pou, i fortissimi climber baschi che hanno scalato alcune tra le pareti più difficili del mondo.

Hanno 36 e 33 anni, vengono dai Paesi Baschi e sono simpaticissimi. I fratelli Pou , amano il caldo, il buon cibo, la mamma e soprattutto divertirsi. Li abbiamo incontrati a Courmayuer in occasione del Piolet d’or. Erano tra i protagonisti della serata organizzata dalla Grivel e interamente dedicata a cordate particolari, quelle tra fratelli o tra padre e figlio.

La loro complicità, l’affiatamento, l’intesa sono sicuramente un esempio emblematico di come un rapporto così stretto possa ben funzionare anche sulle pareti. Non c’è un capo in assoluto nella loro cordata, ci dicono, perché dipende dalle situazioni. L’importante è essere un team.

“In questo momento la società è molto individualista – dice Eneko -. In tanti fanno paragoni tra l’alpinismo di squadra e il free climbing in solitaria. Per noi è molto importante la squadra, come lo era nel periodo dell’alpinismo romantico di Walter Bonatti e di Messner. Oggi invece la gente pensa in modo individuale: è interessata a capire chi è il leader, chi fa le cose più difficili. Ma questo non è importante, quello che conta è quello che riusciamo a fare insieme”.

Ecco la loro videointervista.

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