Alpinismo

Miss Oh interrogata. E sul primato resta il dubbio

Miss Oh con Edurne Pasaban
Miss Oh con la Pasaban al campo base dell'Annapurna (Photo http://blogs.rtve.es)

KATHMANDU, Nepal — E’ avvenuto ieri l’atteso incontro tra Miss Elizabeth Hawley, la signora delle statistiche sugli ottomila, e Miss Oh, la prima donna ad aver salito tutti i 14 ottomila della terra. Oggetto della discussione: la cima appena salita dell’Annapurna, e la cima contestata del Kangchenjunga, che l’alpinista coreana ha dichiarato nel maggio 2009 ma che la basca Edurne Pasaban ha contestato nei giorni scorsi. Esito: il primato resta di Miss Oh, ma sarà bollato come “contestato” finchè la Pasaban non ritirerà le accuse. Il racconto di Miss Oh, infatti, è risultato troppo diverso da quello fornito dalla basca e la cosa non ha convinto l’occhio esperto della Hawley.

“Non c’è ragione di togliere la dicitura “disputed” dalla cima del Kangchenjunga di Miss Oh – ha detto la Hawley all’agenzia Afp -. Lo farò solo se Miss Pasaban ritirerà le accuse. Purtroppo il racconto della coreana è completamente differente da quello della Pasaban quindi davvero non so chi abbia ragione”.

Niente gloria incondizionata per l’alpinista coreana Oh Eun Sun, che il 27 aprile ha salito il suo quattordicesimo ottomila. La spedizione, rimasta bloccata a Pokhara per alcuni giorni a causa degli scioperi maoisti del primo maggio, una volta rientrata a Kathmandu si è trovata a doversi difendere da un mare di accuse.

Prima di tutto, quelle di falsità lanciate dalla Pasaban, che ha rinfocolato i dubbi che molti avevano sul fatto che Miss Oh avesse effettivamente salito la cima del Kangchenjunga da sola e in mezzo alla nebbia. La Pasaban si è fatta portavoce di questi dubbi sostenendo presso Miss Hawley di aver saputo dagli sherpa della coreana che su quella cima, in effetti, non ci era arrivata. E Miss Hawley ha preso atto.

I coreani, secondo quanto riferisce Explorersweb, si limitano a sottolineare che contestato non vuol dire che la cima è stata tolta alla coreana, e che non è un giudizio ma solo un appunto di cronaca. “Sono davvero dispiaciuta che siamo arrivati a questo – ha detto Miss Oh all’Afp -. Sono stanca dell’alpinismo, ora voglio riposare a casa per qualche anno”.

Ma non è finita. Poi ci sono le accuse di egoismo e omissione di soccorso lanciate da Juanito Oiarzabal, che ha puntato il dito contro i coreani per non aver contribuito ai disperati soccorsi per Tolo Calafat durante la discesa di vetta dall’Annapurna.

”Gli alpinisti erano esausti dopo la cima – ha detto il portavoce del loro sponsor Black Yak ad Explorersweb -, e dovevano affrontare altri pericoli in discesa. Tra l’altro scalavano da 20 ore solo con l’acqua perchè avevano perso la borsa del cibo. Se poi gli sherpa si sono rifiutati di salire, non so che cosa dire. Loro dovevano supportare i coreani in discesa e Miss Oh non poteva decidere delle loro vite”.

“E’ vero, io gli ho chiesto di aiutare i soccorsi – conferma Miss Oh – ma loro si sono rifiutati dicendo che non erano in condizioni di muoversi. Da quando i soldi sono più importanti della vita? Qualcuno ha anche detto che abbiamo tagliato le corde in discesa. Non è vero, lo dimostrano i filmati girati lassù”.

Info Explorersweb and Afp.

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