Cronaca

Gli Agnelli dicono addio al Sestriere

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TORINO — Sestriere e gli Agnelli. Un binomio indissolubile che ha segnato la storia di una famiglia. Di un nonno senatore che negli anni Trenta decise di acquistare un vasto appezzamento di prati e boschi sulle montagne torinesi. E dei discendenti che hanno fatto di quell’appezzamento una delle stazioni sciistiche più note al mondo. Ahimè, ora il binomio è destinato a spezzarsi. 

Gli Agnelli hanno deciso di vendere tutto e cedere la società Sestriere spa, quella che possiede il 50 per cento degli impianti di tutto il comprensorio per intenderci. La lasceranno all’imprenditore Alessandro Perron Cabus e a Giovanni Brasso (titolare della Publigest, la società che aveva gestito lo stadio delle Alpi perima che finisse direttamente alla Juventus) entro fine giugno, per 30 milioni di euro.
Per Sestriere sarà un passaggio difficile. Il senatore Giovanni Agnelli l’aveva "fondata", Umberto vi trascorreva i fine settimana, suo figlio Giovanni Alberto fu presidente del comitato organizzatore di mondiali di sci del ’97, Giovanni Nasi (nipote del senatore e cognato dell’Avvocato) ne fu sindaco dal 1948 al 1980.
 
Tutti i membri della famiglia la consideravano meta usuale delle loro vacanze invernali. E con loro tutto uno strascico di personaggi della Torino-bene. E’ la fine di un’epoca.
(Nella foto: la Torre di Piazzale Agnelli, simbolo di Sestriere)
Elisa Lonini

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