Film

Cervino CineMountain Festival, tutti i film vincitori

La XXII edizione del Cervino CineMountain Festival si è conclusa con la vittoria della pellicola “A Thousand girls like me”.

La giuria del Grand Prix des FestivalsConseil de la Vallée d’Aoste, riconoscimento ribattezzato “Oscar dei film di montagna”, riservato ai film già premiati nei principali festival di settore provenienti dal circuito dell’International Alliance for Mountain Film (IAMF), ha scelto di premiare una storia speciale, già vincitrice del Grand Prix festival di Kathmandu.

Khatera è una ragazza afgana di 23 anni che, come una moderna Antigone, decide di cercare giustizia dopo aver subito per anni abusi da parte del padre. Una scelta coraggiosa, rischiosa, che la porta a scontrarsi con un sistema giudiziario inefficiente, incapace di tutelare la popolazione femminile. Dietro la macchina da presa la regista afgana Sahra Mani.

Tutti i vincitori del Cervino CineMountain Festival 2019

Anche il “Premio Montagnes du Monde al miglior film straniero” è stato assegnato a una promettente regista, stavolta irlandese. Katrina Costello si è aggiudicata il premio con “The silver branch”, un film di riflessione sul tema estremamente attuale della difesa dell’ambiente contro la trasformazione dei paesaggi e delle comunità rurali.

The Dawn Wall” ha vinto per pochi punti la sfida contro “Free Solo” per il “Premio del Pubblico”.

Il “Premio Montagne d’Italia” è andato a “La patente” di Giovanni Gaetani Liseo. Anche in questa pellicola protagonista è la vita rurale, con la storia di un giovane pastore e del suo sogno di emanciparsi.

Il “Premio Montagnes Tout Court al miglior cortometraggio” è stato assegnato a “Brotherhood” di Meryam Joobeur. Il tema è stavolta il ritorno dal fronte di guerra. Protagonista è un tunisino, combattente dell’Isis. Una menzione speciale per la categoria è andata a “Let’s go to Antarctica”, un film divertente a firma del regista spagnolo Gonzaga Manso che riflette sul turismo di massa e la moda dellel “nuove mete esotiche”.

“Premio per il miglior film valdostano” è andato a “Gamba in spalla”, film di Romuald Desandré sul rapporto tra disabilità e ambiente, presentato al Festival in anteprima mondiale.

“Boy Nomad” di Nyobe Thompson si è aggiudicato il Premio SONY per la fotografia grazie alle meravigliose immagini degli sconfinati paesaggi della Mongolia.

“Theory of happiness” di Rastislav Hatiar ha invece conquistato il “Premio al miglior film di alpinismo, esplorazione e arrampicata”. La giuria del CAI ha voluto premiare questa pellicola in quanto specchio dei valori dell’associazione: “l’avventura, l’esplorazione, amore per la montagna, la sua cultura, i valori che tramanda, l’attenzione alle persone e al rispetto dell’ambiente”.

La giuria

A decretare i vincitori delle varie categorie in concorso sono stati tre esperti del settore cinematografico: Paola Piacenza, Michael Pause e Fulvio Mariani.

Paola Piacenza: giornalista dal 1990, attualmente nello staff di Io Donna e del Corriere della Sera, per la quale si occupa proprio delle pagine dedicate al cinema. Dal 2005 è inoltre curatrice della rubrica di critica di cinema per la trasmissione Piazza Verdi di Rai Radio3.

Michael Pause: figlio di Walter Pause, autore di libri sull’alpinismo, ha ereditato in famiglia la passione per la montagna. Laureato in giornalismo, ha iniziato ben presto a  lavorare per la radiotelevisione pubblica bavarese e da allora ha prodotto, diretto e presentato oltre 150 film per un programma dedicato all’alpinismo. Dal 2003 è direttore artistico del Tegernsee International Mountain Film Festival, festival che aderisce all’International Alliance for Mountain Film.

Fulvio Mariani: nato a La Chaux-de-Fonds nel 1958, è fondatore della casa di produzione Iceberg-Film, specializzata in documentari d’avventura. Nella sua carriera ha collaborato con nomi eccelsi del mondo alpinistico, quali, Reinhold Messner, Walter Bonatti,  Hans Kammerlender e Stefan Glowacz.

Le sue pellicole hanno raccontato attimi indimenticabili della storia dell’alpinismo. Ne citiamo solo alcune, quali “Cumbre“(1985), con la prima ascensione in solitaria del Cerro Torre di Marco Pedrini;  “Il grido di pietra”, di Werner Herzog, ispirato alla storia di Cesare Maestri e Toni Egger; “Discesa al successo”, con Hans Kammerlander che tenta la discesa con gli sci dall’Everest. Nel 2004 ha vinto il Grand Prix dell’International Alliance for Mountain Film, riconoscimento che celebra chi, attraverso il proprio talento, ha cambiato il mondo del cinema di montagna.

Una XXII edizione innovativa

La XXII edizione appena conclusa del Cervino CineMountain Festival si è presentata al pubblico, numeroso come ogni anno, in modalità innovativa. Da quest’anno le proiezioni del  festival del cinema più alto d’Europa, sono state itineranti. Accanto ai Comuni ospitanti di Breuil-Cervinia e Valtournenche, i film sono stati portati anche nelle località di Chamois, Torgnon e Antey.

Dieci giorni intensi, ricchi di eventi e ospiti, tra cui Erri de Luca, Nives Meroi, Hervé Barmasse, e Fausto De Stefani dal mondo alpinistico, accanto a esponenti del mondo scientifico come la biologa marina Maria Sole Bianco e il divulgatore scientifico Andrea Bernagozzi.

Una edizione di ampio respiro, inaugurata con una serata dedicata al ricordo dei campioni granata del Torino, a 70 anni dall’incidente di Superga e terminata con un evento dedicato ai 50 anni dal primo allunaggio.

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