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Alto Adige, i 150 anni della Cima Grande e del Sassolungo

Nel mese di agosto, sulle Dolomiti dell’Alto Adige, si celebrano due straordinarie arrampicate su roccia di 150 anni fa. Insieme all’alpinista austriaco Paul Grohmann, vengono ricordate le guide che lo hanno accompagnato nelle due imprese: sui 3181 metri del Sassolungo, come sui 2999 della Cima Grande di Lavaredo (la prima ascensione risale al 13 agosto del 1869, la seconda al 21), con lui c’erano il viennese Franz Innerkofler, di Sesto in Val Pusteria, e il carinziano Peter Salcher. 

A celebrare i due eventi di un secolo e mezzo fa sono degli importanti alpinisti di oggi, come il gardenese Ivo Rabanser, autore di libri e di guide, che ha all’attivo numerose vie nuove sul Sassolungo. Star dei festeggiamenti, però, sarà ancora una volta Reinhold Messner, che presenterà nel corso dei due eventi i suoi nuovi documentari dedicati alle due cime.

La Cima Grande di Lavaredo, Grosse Zinne in tedesco, si alza sul confine tra Alto Adige e Veneto, ed è nota agli alpinisti e agli escursionisti soprattutto per la sua straordinaria e in parte strapiombante parete Nord, salita nel 1933 da Emilio Comici, insieme ai fratelli Angelo e Giuseppe Dimai. La via normale, che ha difficoltà di II e III grado, è diretta, breve e verticale, e risale con dei passaggi esposti un sistema di canali e camini. 

La normale del Sassolungo, che in tedesco si chiama Langkofel e i Ladini conoscono con il nome di Saslonch, presenta delle difficoltà simili, ma è un itinerario lunghissimo, dov’è necessario muoversi rapidamente e in sicurezza sull’aerea Cengia dei Fassani e sui ripidi passaggi che seguono. 

Paul Grohmann, arrivato sulle Dolomiti per la prima volta nel 1862, è il vero padre dell’alpinismo sui Monti Pallidi. Insieme a Francesco Lacedelli detto Checo da Melères, ad Angelo Dimai e ad altre guide ampezzane, compie le prime ascensioni della Marmolada di Penia e della Tofana di Rozes, del Cristallo e del Sorapiss, dove realizza anche la prima corda doppia della storia. Forse, tra le sue conquiste, c’è anhe l’Antelao. 

Nel 1869, quando lascia i suoi compagni di ascensione di Cortina per legarsi con Innerkofler e Salcher, il viennese riesce a spingersi su difficoltà più alte di prima. Alle 11.15 del 13 agosto, quando i tre toccano la cima del Sassolungo, il pubblico assiepato a Santa Cristina li saluta con grida e spari.Ha un panorama interessante ma rinuncio a descriverlo. Chi mai sale il Sassolungo soltanto per il panorama?” annota caustico Grohmann.

Qualche mese dopo queste straordinarie ascensioni, il fallimento dell’azienda di famiglia canella il patrimonio di Paul Grohmann, e lo costringe a dire addio alle crode. “E’ stato lui ad aprire con entrambe le mani i battenti della storia di queste nostre montagne divine” scriverà negli anni Venti del Novecento Antonio Berti, alpinista e celebre autore di guide.       

Le celebrazioni dell’estate 2019 in Alto Adige sono iniziate lo scorso 18 luglio con un’escursione e un pic-nic gourmet ai piedi della Punta dei Tre Scarperi, la prima grande vetta conquistata da Innerkofler, Salcher e Grohmann nell’estate di 150 anni fa. In questi giorni l’attenzione si sposta sul Sassolungo, la cui storia può essere scoperta su un affascinante ebook creato da Ivo Rabanser.

Il 13 agosto, anniversario della prima ascensione, il gruppo Odle Sound suonerà sulla Forcella del Sassolungo, accanto al rifugio Toni Demetz, oggi punto di partenza della via normale. Il paleontologo Herwig Prinoth spiegherà al pubblico la storia geologica delle Dolomiti. Completa il programma, in fondovalle, la proiezione di Langkofel, il nuovo film di e con Reinhold Messner. Ricordiamo che nel 1969, esattamente cinquant’anni fa, l’alpinista più famoso del mondo ha compiuto la prima solitaria della via Soldà, una delle grandi classiche del sesto grado sui “Monti Pallidi”. La rottura del martello, e l’impossibilità di autoassicurarsi, hanno reso la sua impresa ancora più seria. 

Le celebrazioni per i 150 anni della prima salita della Cima Grande iniziano a Sesto alle 16 del 20 agosto, con l’inaugurazione di una mostra dedicata ai libri di vetta delle Tre Cime curata da Rudolf Holzer, l’ideatore del Museo Bellum Aquilarum. L’indomani, a Forcella Lavaredo, verrà inaugurata una “capsula del tempo” che potrò essere aperta solo tra cinquant’anni, nel 2069. Seguiranno incontri nei rifugi del massiccio. La sera, a Dobbiaco, verrà proiettato per la prima volta Die Grosse Zinne, un altro docufilm di e con Reinhold Messner.

Tutti gli eventi organizzati in Alto Adige per i 150 anni del Sassolungo e della Cima Grande sono inclusi nei programmi del decennale dell’inclusione delle Dolomiti nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. 

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