Cronaca

Dolomiti, le immagini dei sentieri dopo il raduno Jeep. Mountain Wilderness: uno scempio

Dal 12 al 14 luglio San Martino di Castrozza ha ospitato l’edizione 2019 del Jeep Camp, raduno motoristico organizzato da Fca che ha richiamato appassionati delle 4 ruote da tutta Europa.

Quattrocento le auto monomarca che hanno sfilato per le vie del centro, 750 le jeep intervenute alla parata serale, 300 i giornalisti accorsi da tutto il mondo, 1.600 i fan presenti. Un grande successo, questa la conclusione degli organizzatori, entusiasti di aver visto crescere il numero di fuoristrada giunte al raduno di quest’anno di ben 200 unità a confronto con il precedente austriaco del 2018.

Decisamente contraria l’opinione dei tanti che, fin dall’annuncio dell’evento, avevano esposto le proprie rimostranze, quali SAT e Mountain Wilderness. L’accusa mossa nei confronti dello Jeep Camp è stata di mercificare la montagna, sottoponendola ai desideri del business e del marketing turistico, con scarsa attenzione nei confronti della salvaguardia di un ambiente fragile. “Ci si indigna per le grandi navi nel Canal Grande e non per le jeep nei parchi dolomitici, o per le cabinovie che girano anche di notte e che ti servono la cena sorvolando le foreste distrutte dalla tempesta Vaia, simbolo globale della terra ferita”, ha dichiarato Luigi Casanova, presidente onorario di Mountain Wilderness e vicepresidente della Commissione internazionale per la protezione delle Alpi (Cipra) alla vigilia della manifestazione andata in scena in un’area patrimonio Unesco da ben 10 anni, che gli organizzatori assicurano sia stata rispettata nella sua totalità.

Di fronte a una simile dichiarazione lasciano perplessi le immagini che ci sono state inviate dal nostro lettore Alessio Vedovetto, “per riferire i danni arrecati dal raduno Jeep nelle zone del Primiero, in particolare nella zona del Vederna, ai piedi del Pavione”.

Immagini riprese anche da Mountain Wilderness che ha espresso il rammarico di non essere stata ascoltata negli scorsi mesi. “Non siamo stati ascoltati e, come avevamo previsto, i boschi riconosciuti Patrimonio Mondiale dell’Umanità per il loro valore estetico e paesaggistico e per l’importanza scientifica a livello geologico e geomorfologico, sono stati trasformati in un circuito off road privato“. Di fronte alle foto che mostrano il territorio ferito dal passaggio dei fuoristrada lungo le strade forestali, l’associazione ambientalista parla di “ennesima sconfitta delle Dolomiti”.

“Non siamo stai ascoltati nè dalle Amministrazioni nè da Fiat Chrysler che, per accontentare 800 clienti smaniosi di mettere alla prova i propri fuoristrada, ha dimostrato grande insensibilità e grande superficialità per quei boschi già funestati dalla tempesta Vaia delle scorso ottobre”. Chiede chiarezza Mountain Wilderness, auspicando a un intervento della magistratura trentina perché avvii quanto prima una indagine volta “a identificare i responsabili degli scempi ognuno nel proprio profilo istituzionale (Comuni e Provincia) e a intervenire presso le autorità che, con un comportamento omissivo, non hanno impedito nè denunciato quanto accaduto. La tutela ambientale non è ristretta solo alle aree protette ma, come da sentenze della Cassazione, a tutti gli ambienti naturali”.

 

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17 Commenti

  1. Almeno adesso chi ha organizzato….si incarichi della riparazione…con mezzi pickup che carichi di attrezzi e materiale scaricano squadre che riappianano, spargono ghiaia mista a semi di erbe locali, scorze di pino macinato che abbondano…o quanto di meglio consiglia la GuardiaForestale esperta di strade a servizio di agricoltutra e legname.

  2. Articolo interessante. Interessante anche che i vari politichini Trentini hanno dato il benestare a questo raduno e ad altre grandi manifestazioni che sicuramente bene alla montagna non fanno.
    Poi si indegnano ( e con loro anche alcuni cittadini, si cittadini, non veri trentini) si indegnano che ci siano in giro Orsi e Lupi che tutto fanno tranne rovinare l’abitat dolomitico….
    Povera gente.

  3. Ho commentato pochi minuti fa sulla pagnina FB del SAT TRENTO: il ministro dell’ambiente ha visto le foto? NESSUN COMMENTO? Mi meraviglio per questo grido di allarme DEL SAT TRENTO come se vivesse in un altro pianeta. Ho commentato su diversi blog, mi sono unito a tanti veri ambientalisti, quelli che contano, ma questa aggressione alla natura NON E’ STATA ANNULLATA. Caro presidente della SAT TRENTO perchè non cacci il presidente della SAT PRIMIERO E CHIUDI LA SEZIONE? LA SAT è CAI? Quindi tutti i soci devono conoscere e rispettare IL BIDECALOGO… INVECE? I soci che non lo rispettano devono essere allontanati. Certo, mi meraviglio del presidente centrale del CAI, della TAM che non prendono provvedimenti. ANCORA UNA VOLTA E’ L’AMBIENTE CHE SI E’ ADATTATO ALL’UOMO, CON UN EVENTO COMMERCIALE. EVVIVA

  4. …tutto ampiamente prevedibile…mi domando come si potesse immaginare il contrario ….vergogna vergogna! Si parla tanto di far rivivere le montagne di rispetto x l ambiente di preservare la bellezza dei luoghi e poi questi sono i risultati? E tutto avbeneficio di pochi str….. in macchina pseudo avventurieri…..magari poi gli organizzatori si augurano anche che l anno prossimo vada meglio….?

  5. lo scorso anno in tale zona venne ipotizzata pista sci fondo di collegamento tra San Martino di Castrozza e lago Calaita.A che punto stanno gli studi ed i progetti? E’ cosa fatta o e’ sparito pure il normale collegamento escursionistico travolto da alberi schiantati??Poi figurati se tutti quelli che comprano un Suv lo vanno a sporcare e massacrare fuoripista dura e sconnessa.

  6. I politici trentini sparano agli orsi (dopo averli reintrodotti) e consentono alle jeep di deturpare il paesaggio…..sono proprio AVAAAAANTI!!

  7. Cari amici, ora che le elezioni sono passate i nostri politici se ne strafregano dei problemi dell’ambiente fino alle prossime.
    E’ significativo anche il silenzio del Club Alpino Italiano che tanto
    strombazza di ecologia.

  8. Speriamo che qualcuno di questi imbevilli di città vengano sbranati da m49.
    Un amimale uguale un numero. Questo spiega tante cose. Mi vergogno di dare il mio conttibuto alla sat

  9. Trovo pessimo l’articolo che ho letto e ancora più aberranti i commenti! Se per tre giorni sulle montagne sono transitate 700 jeep credo che sia stato un vanto per tutti. Dagli albergatori ai ristoratori alle guide… Mi sembra che i soldi pagati dagli organizzatori possano essere più che sufficienti a ripagare il disturbo, sistemare quello che purtroppo, non per dolo, è stato rovinato e per mettere in sicurezza altre strutture o per investire per incentivare il territorio. Guardate oltre il vostro naso e oltre le vostre forme di egoismo

    1. Le foto illustrano un tratto di strada denominato “variante nera” adibito esattamente a ciò che ci è stato fatto. Nessuno si è azzardato a scorrazzare impunemente fuori dai percorsi stabiliti. E comunque il danno arrecato è risibile e ampiamente risarcito dalla caterva di soldi che l’evento ha portato nelle casse della valle.

      1. Il danno vero è culturale. E la la cultura del motore passa su tutto. Oggi soprattutto. amo le auto d’epoca e capisco la passione. Ma amo la montagna e non capisco l’uso della jeep per andarci. I soldi non sono tutto. Spesso sono il contrario di tutto.

  10. Io chiederei a quella sig.ra Morandini che in una recente intervista qui, si pavoneggiava della fantastica realtà delle Dolomiti Patrimonio Mondiale dell’Unesco, se non trovi piuttosto che siano patrimonio esclusivo di fiat chrysler, redbull, associaz. albergatori trentini e presidente provincia autonoma, appostato all’attivo dei loro ricchi bilanci.
    Un grosso grazie anche al povero e inconsapevole orsoM49 per aver messo a nudo questa vergogna nazionale. Mai più Trentino!! Dolomiti Venete e Friulane forever!!

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