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Valle d’Aosta in 16 millimetri – Speciale Outdoor Estate

Camminate in famiglia, salite alpinistiche, adrenaliniche gite in mountain bike. È questa l’estate che propone lo speciale Outdoor disponibile in allegato al numero 99 di Meridiani Montagne. Sette località per sette avventure da vivere all’insegna della fresca aria di montagna. Il nostro racconto arriva oggi in Valle d’Aosta.

Un sorriso naturale, spontaneo, contagioso e la voglia di continuare a scoprire il mondo, come anche la propria Regione. Eloïse Barbieri, alpinista, viaggiatrice e filmaker, è letteralmente innamorata della sua terra, delle sue montagne valdostane. Conosce ogni angolo di questo piccolo territorio diviso tra boschi incontaminati e ghiacci perenni, li frequenta da sempre eppure ancora oggi riesce a scovarne angoli poco noti con cui affascinare e rimanere affascinata.

Le sue esperienze si dipanano in giro per il mondo, dalle alte cime himalayane dove ha scalato tre Ottomila, a quelle del Sudamerica dove, oltre a scalare, ha preso parte alla prima spedizione femminile, intenzionata ad attraversare integralmente lo Hielo Continental. Nel corso degli ultimi anni poi, Eloïse, classe 1970 di Aymavilles, ha scelto di rallentare il passo per entrare in contatto con i popoli. Così si è mossa a piedi, da sola, attraverso Tibet, India del Nord, Pakistan e Nepal riportando con sè testimonianze e video che ci mostra attraverso i canali della Rai, con cui attualmente collabora. Ma realizza anche documentari che raccontano del suo territorio, dall’artigiano che costruisce campanacci per le mucche castane, regine della Valle d’Aosta, al duro inverno dei pastori, che attendono il ritorno della bella stagione. Eloïse indaga, ricerca e continua nel suo cammino di scoperta e conoscenza che la porta in luoghi sempre meno esplorati della sua bella Valle. Questa volta non sarà sola, con lei sui sentieri della Valle d’Aosta ci saremo anche noi.

 

Eloïse, da filmaker qual è l’angolo della Valle che più ti piace riprendere?

“Difficile individuarne uno solo. La Valle d’Aosta ha questi meravigliosi paesaggi d’alta quota, con i Quattromila che si stagliano in modo inconfondibile nel cielo. Si vedono un po’ da tutte le parti, ma c’è un luogo particolarmente bello che mi trasmette una sensazione di imponenza. Più che un luogo è un’area, una zona che inizia dal piccolo centro, raggiungibile solo a piedi, di Cheneil. Si tratta di un borgo a duemila metri di quota, in Valtournenche, lungo la mulattiera che porta al Grand Tournalin, cima molto frequentata da cui si gode uno splendido panorama sul Cervino, la cui storia si intreccia direttamente a quella della Gran Becca”.

Quindi è il Cervino la montagna che tanto ti piace riprendere?

“Non solo. Da Cheneil, salendo lungo l’Alta Via verso il colle di Nana, a un certo punto il panorama si apre sul Monte Rosa, bellissimo. Se poi si devia verso Chamois, perla alpina dove non esistono le automobili, lo sguardo spazia sulle Grandes Murailles. Il protagonista in questa vallata rimane però sempre lui, il Cervino, che qui si può ammirare in tutta la sua bellezza camminando lungo il sentiero numero 107, anche detto  La Gran Balconata del Cervino. Molto affascinante è anche il Col de Malatrà, suggestivo ultimo passo del rinomato Tor des Géants, dove si sale a testa bassa fino alla stretta apertura di valico oltre cui si apre l’orizzonte contro cui si staglia, inconfondibile, la sagoma del Monte Bianco”.

Al tuo lavoro di filmaker di montagna affianchi anche una grande passione per il cammino. Quali sono i tuoi trek preferiti in Valle?

“Mi piace molto la bassa Valle d’Aosta, le escursioni nella Valle di Champorcher dove le cime sono più basse e i sentieri appaiono più aspri e selvaggi. Oppure i dintorni di Perloz, piccolo paese nella Valle del Lys, dove camminare tra boschi di castagni. Qui i Quattromila sono solo uno sfondo lontano, ma rimangono comunque visibili a ricordarci dove ci troviamo. Per il resto ci si muove su sentieri poco frequentati, percorsi lastricati e villaggi abbandonati molto belli. Se poi devo andare sul personale, la Grivola occupa un posto particolare nel mio cuore. Un quasi Quattromila sullo spartiacque tra Valsavarenche e Val di Cogne. Se la si osserva da nord è una montagna facilissima da riconoscere per la sua forma imponente. Senza dover puntare alla vetta, i trekker più esperti possono cimentarsi nel periplo della montagna. Una gita lunga e impegnativa, ma di grande soddisfazione per i panorami d’alta quota (e quasi lunari) attraversati”.

…continua sullo speciale Outdoor Estate.

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