Trail running

Monte Rosa SkyMarathon: una gara con la S maiuscola. Si lavora per la terza edizione

“Qui a decidere è la montagna” commentano  gli organizzatori della Monte Rosa Skymarathon riferendosi ai problemi meteo che quest’anno hanno fatto slittare la gara di un giorno (QUI i risultati della seconda edizione). Le difficoltà tecniche del percorso, ma soprattutto l’alta quota raggiunta dal tracciato di gara, fanno si che a dettare legge sia la montagna. “In collina sarebbe probabilmente più facile, si potrebbe gareggiare anche con la pioggia” qui invece le cose si complicano già solo con il cielo coperto. “È stato impegnativo distribuire la gara su due giorni, ma crediamo sia stata la scelta migliore sia per noi che per i partecipanti” spiegano.

7000 metri di dislivello positivo e negativo da coprire in 35 chilometri di percorso sono questi i numeri che più impressionano della rinata Monte Rosa Skymarathon. La sua è una storia epica che inizia nel 1993 quando per la prima volta atleti dal fisico d’acciaio si sono trovati nella piazza centrale di Alagna Valsesia pronti ad attaccare la lunga salita che li avrebbe portati alla capanna Margherita, rifugio più alto d’Europa e giro di boa del trail, per poi ridiscendere fino alla località piemontese ai piedi del quattromila. Una skyMarathon con la S maiuscola. Kilian Jornet, partecipante alla prima edizione del 2018 l’ha definita “una delle migliori gare al mondo” grazie “al percorso vario che comprende una moltitudine di terreni” ci spiegano dall’organizzazione. “Prima si corre su sentiero, poi sulla pietraia e sulla morena per arrivare al nevaio e al ghiacciaio. A completare l’itinerario c’è addirittura il canalino a 45 grandi e poi, ovviamente, l’alta quota. Componenti che rendono la Monte Rosa SkyMarathon la gara per eccellenza”. Queste le parole di chi per passione ha voluto riproporre un tipo di competizione che negli ultimi anni è andata via via scomparendo a causa di ragioni legate alla sicurezza e a regolamenti sempre più rigidi. Loro ci sono però riusciti grazie alla competenza e alla professionalità del direttore di gara, Manuel Gambarini; del direttore tecnico e addetto alla sicurezza, la guida alpina Michele Cucchi; a Marco Orbassano, responsabile foto e video; a Marco Pozzi e Luca Monfrini.

“Sul Monte Rosa è sicuramente più facile riuscire a mettere in piedi una gara sicura rispetto a quanto magari si sarebbe potuto fare su altre montagne. Il ghiacciaio è ancora in buono stato, non ha seracchi o grandi problemi di instabilità che insistono sul tracciato” spiegano ancora dall’organizzazione che sta riscontrando con i propri occhi il successo della rinata SkyMarathon. “Siamo molto soddisfatti di questa edizione, siamo riusciti ad aumentare i numeri, ora bisogna consolidarli. Per l’anno prossimo speriamo di poter replicare se non aumentare ancora.

https://www.facebook.com/MonteRosaSkyMarathon/videos/2300504413544747/

La SkyMarathon e il cambiamento climatico

Il 30 giugno scorso, alle 8 di sera i termometri della stazione meteorologica dell’Arpa Piemonte alla Capanna Margherita registravano la temperatura di +10 gradi centigradi. Un’anomalia che preoccupa tutti, dai ricercatori agli appassionati di montagna, e che non lascia certamente immuni gli organizzatori della Monte Rosa SkyMarathon. “Già l’anno scorso l’andamento delle temperature era stato particolarmente altalenante. Nei giorni prima della gara aveva fatto caldo e si era fusa la traccia raccontano. “Abbiamo dovuto ribatterla il giorno prima poi, nella notte, è arrivato il freddo che ha congelato permettendoci di estendere i cancelli di mezz’ora”. Quest’anno invece “la partenza è stata anticipata di mezz’ora e non ce la siamo sentita di estende i cancelli perché le temperature erano decisamente alte. Difficile gestire una gara con un clima “sempre più imprevedibile” anche se per ora “non crediamo di poter avere complicazioni particolarmente serie. Si tratta pur sempre di una gara che si tiene a inizio stagione”.

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