Cronaca

Alpi e Appennini nella morsa del caldo. A Capanna Margherita registrati 10 °C di sera

L’ondata di caldo epocale che ha investito Italia e Europa Occidentale a partire dalla metà della scorsa settimana non accenna a placarsi, anche se le previsioni per i prossimi giorni sembrerebbero preannunciare una lieve diminuzione delle temperature, perlomeno al di sotto dei 40 gradi registrati in molte zone della Penisola nel corso del weekend. Un fine settimana che ha messo a dura prova non solo gli esseri umani ma anche le montagne.

I termometri della stazione meteorologica dell’Arpa Piemonte alla Capanna Margherita, il rifugio più alto d’Europa posizionato a quota 4.554 metri sulla Punta Gnifetti nel gruppo del Monte Rosa, non hanno segnato temperature minime al di sotto di -0,5 °C, registrando alle 8 di sera di domenica 30 giugno addirittura 10 °CTemperature mai rilevate a partire dal 2002, anno dell’attivazione della stazione meteorologica. Neppure nel corso dell’estate 2003 e nelle ondate di caldo del 2005, 2012 e 2015. Si parla di almeno 10 gradi al di sopra della media del periodo.

Anche al Colle Major, a 4.750 metri di quota, dove è stata installata la stazione automatica più alta d’Europa, attorno alle 20 di sabato 29 giugno la temperatura registrata è stata di 9,3 gradi sopra lo zero.

La sofferenza dei ghiacciai, già di per sé costante a causa del riscaldamento globale ma acuita negli ultimi giorni  dal caldo africano, trova prova visiva efficace in uno scatto che ha fatto il giro del web, che mostra la formazione di un lago effimero a Punta Helbronner sul Monte Bianco, in una conca a 3.466 metri di quota, dove giovedì scorso si sono raggiunti i 15 °C. Non si tratta di un evento unico, ma è anzi fisiologico in circostanze in cui lo zero termico si assesti oltre i 4.600 m come sta accadendo in questi giorni. Quando tornerà a scendere, l’acqua raccoltasi nella conca confluirà nuovamente nel ghiacciaio.

E sugli Appennini cosa succede? Fatta eccezione per alcune aree “anomale”, che sembrano aver posto resistenza all’ondata di calore, come in Abruzzo i Piani di Pezza, altopiano glaciale e carsico-alluvionale a circa 1.500 m di quota dove le temperature minime sono rimaste sotto lo zero, anche in Appennino la montagna si è trovata ad affrontare temperature tra i 15 e i 25 °C in quasi tutte le località tra i 1.500 e i 2.000 metri, come accaduto lungo l’arco alpino. Una situazione di disagio che risulta evidente dalle immagini diffuse su Facebook dall’accompagnatore di media montagna ed educatore ambientale Pietro Santucci, che ritraggono un vasto gruppo di cervi intento a rinfrescarsi in una pozza d’acqua a 2.000 metri di altitudine nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. “Poche volte, durante le mie osservazioni, mi è capitato di osservare un tal numero di animali riverso nelle pozze d’acqua” scrive Santucci “forse 3-400 gli ungulati che, alternandosi, si buttavano in acqua per trovare refrigerio. Che spettacolo!”.

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