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Premio Mario Rigoni Stern. Marco Balzano vince l’edizione 2019 con l’opera “Io resto qui”

L’edizione 2019 del Premio Mario Rigoni Stern per la Letteratura multilingue delle Alpi si è conclusa con una cerimonia di premiazione speciale, durata ben due giorni e andata in scena sabato 15 giugno presso Palazzo Labia a Venezia e domenica 16 presso il Teatro Millepini di Asiago.

Ad aggiudicarsi il premio quest’anno è Marco Balzano, autore dell’opera “Io resto qui” (Einaudi), un “lungo racconto, che è anche uno spaccato di storia” – come si legge nella motivazione della Giuria, composta dal sociologo Ilvo Diamanti, dallo scrittore e giornalista Marco Albino Ferrari, dalla docente, traduttrice letteraria e saggista Paola Filippi e dallo storico Mario Isnenghi, con il coordinamento della giornalista Margherita Detomas – in cui l’autore ricostruisce, con scrittura densa e fluida al tempo stesso, una pagina controversa e difficile della storia altoatesina. L’acqua che sommerge il paese di Curon Venosta è una metafora delle decisioni politiche dei regimi fascista e nazista che travolgono una intera comunità creando insanabili fratture in un tessuto familiare e sociale che faticherà decenni a ritrovare una nuova coesione. L’esplicita volontà dell’autore di realizzare un’opera di finzione, a cui la cronaca fornisce le coordinate per una storia più intima e personale, fa sì che il romanzo si legga con grande partecipazione ed empatia”.

Il concorso, nato nel 2011 per onorare la memoria dello scrittore Mario Rigoni Stern, si prefigge annualmente di individuare prodotti di eccellenza della letteratura dedicata al mondo alpino. L’edizione 2019 è stata incentrata, come spiegato dal Presidente del premio Sergio Frigo, sul tema dei “boschi di Mario”, con rimando alla drammatica situazione delle foreste del Veneto e del Trentino colpite dalla tempesta Vaia dello scorso ottobre, diventata punto di partenza per una più ampia riflessione sul rapporto tra uomo e natura.

La fragilità della montagna e le alleanze necessarie per salvaguardarla sono state anche oggetto del discorso, in sede di premiazione, dei vincitori dell’edizione passata, Marco Paolini e Gianfranco Bettin, autori dell’opera “Le avventure di Numero primo” (Einaudi).

Accanto al vincitore Marco Balzano, che ha portato all’attenzione del pubblico il tema dell’identità e del confine, sono state anche insignite di menzione altre opere meritevoli: “Il Pastore di Stambecchi” di Irene Borgna (Ponte alle Grazie); “La Strada delle Gallerie” di Claudio Rigon (CAI di Schio); “Veloce la vita” di Sylvie Schenk, tradotto da Franco Filice (Keller).

Accanto ai premi per meriti letterari sono stati anche insigniti del riconoscimento “Guardiano dell’Arca – Osvaldo Dongilli” per essersi distinti nella salvaguardia e tutela dei valori della montagna Mandra Schennach, titolare di un’azienda agricola della Val Vestino, impegnata nella gestione di alpeggi tra Lombardia, Trentino e Svizzera e Gianluigi Rocca, malgaro, pittore, poeta e docente di disegno all’Accademia di Belle Arti di Brera.

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