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Carovana delle Alpi 2019: 17 bandiere verdi contro 8 nere. Crescono le buone pratiche in montagna ma non basta

Con l’arrivo dell’estate si rinnova anche l’appuntamento annuale con le bandiere assegnate alle regioni italiane sull’arco alpino dalla “Carovana delle Alpi” di Legambiente.

Il 2019 vede un totale di 25 riconoscimenti da parte dell’associazione ambientalista: 17 bandiere verdi (contro le 15 del 2018) e 8 nere (6 nel 2018). Un rapporto incoraggiante, che evidenzia una espansione delle buone pratiche lungo la catena alpina, come la maggiore tutela della biodiversità a rischio, la valorizzazione dell’agricoltura e delle tradizioni, la diffusione della mobilità sostenibile e delle risorse energetiche green, fino ad arrivare alla didattica innovativa. Allo stesso tempo continuano a riscontrarsi debolezze nella gestione degli ambienti montani, attraverso iniziative che si presentano come vere e proprie aggressioni nei confronti degli ecosistemi.

Nel corso della presentazione del dossier, svoltasi a Cuneo lo scorso 15 giugno, sono state delineate le motivazioni alla base delle singole assegnazioni.

La Regione Piemonte conquista il primo posto sul podio delle regioni più virtuose, con ben 5 bandiere verdi, seguita dal Veneto (4 bandiere verdi) e, a pari merito con 2 bandiere, da Lombardia, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia.

Molteplici gli esempi virtuosi che hanno portato tali regioni al riconoscimento positivo di Legambiente. Ne sono un esempio il CRAS (Centro recupero animali selvatici) di Bernezzo (CN), l’impegno dei Comuni di Feltre e Rocca Pietore (BL) per il ripristino degli ecosistemi dopo il passaggio della tempesta Vaia, il progetto di mobilità sostenibile di Charvensod (AO), il recupero della tradizione della transumanza e delle carbonare sui Monti Lessini (VE) o il progetto della ciclovia delle valli bergamasche.

Dato preoccupante riguarda il Trentino Alto Adige, cui sono state riconosciute 2 bandiere nere e solo una verde. La prima nera assegnata alla provincia di Trento per avere decretato l’abolizione del Comitato faunistico provinciale e per aver bloccato la sperimentazione delle limitazioni al traffico motorizzato sul Passo Sella. La seconda alla Provincia autonoma di Bolzano a causa di una delibera che autorizza l’utilizzo di pesticidi potenzialmente dannosi per l’ambiente in aree che andrebbero invece tutelate per garantire la salubrità delle acque potabili. La bandiera verde va invece a Besenello (TN), che si è opposto alla realizzazione della A31 e a Merano (BZ).

Anche le regioni premiate con un maggior numero di bandiere verdi non sono esenti dal riconoscimento di punti dolenti. A Piemonte e Lombardia sono andate 2 bandiere nere, a Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia una bandiera.

Tra gli esempi negativi, in Piemonte quello dei finanziamenti a perdere per il mantenimento di impianti sciistici ormai non soggetti al turismo dell’era d’oro degli anni ’90 e delle inadempienze da parte dell’Anas nella gestione molto poco trasparente del cantiere del tunnel stradale Tenda bis. E ancora il Comune di Costa Volpino per aver consentito manifestazioni di volo in un’area protetta, Livigno per l’inadeguata e incontrollata programmazione urbanistica nella valle dello Spoel e in VDA il collegamento intervallivo tra la Valtournenche e la Val d’Ayas attraverso il vallone delle Cime Bianche.

Le bandiere nere assegnate quest’anno nell’ambito della “Carovana delle Alpi” testimoniano ancora una volta come le norme di tutela paesaggistica, che dovrebbero proteggere il territorio alpino, vengano troppo spesso eluse in nome di interessi privati a discapito del bene collettivo” – ha dichiarato il presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto.

Per la prima volta Legambiente ha anche assegnato una bandiera grigia con la funzione di ammonire ipotesi progettuali negative per l’ambiente. Progetto selezionato per questo nuovo riconoscimento border line è stato quello dell’eventuale arrivo di tappa del Giro d’Italia 2021 sul Monte Lussari, nelle Alpi Giulie.

 

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