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“SOL”. Un docufilm italiano per combattere la cecità delle popolazioni himalayane

In partenza per una escursione in montagna possiamo talvolta dimenticarci la crema solare ma guai a lasciare a casa gli occhiali da sole!

Siamo ben coscienti, grazie anche a pubblicità educative e campagne di sensibilizzazione, degli effetti a breve e lungo termine dell’esposizione degli occhi alla componente UV dei raggi solari, che aumenta in maniera direttamente proporzionale all’altitudine. Soprattutto sappiamo quanto sia importante proteggere gli occhi fin dalla tenera età.

Se consideriamo gli occhiali da sole essenziali in una Penisola la cui montagna più alta misura 4.810 metri, potremmo mai riuscire a immaginare di compiere un viaggio sulle vette himalayane senza dotarci di protezioni per gli occhi? Certamente no.

Eppure in Himalaya, come anche lungo la catena andina, la maggior parte della popolazione vive ad altitudini tra i 2.500 e i 5.000 metri senza utilizzare occhiali da sole, esponendosi senza alcun filtro ai raggi UV per tutto l’anno. La conseguenza diretta è che, a causa di un danneggiamento progressivo dei tessuti che in inizia da bambini, circa l’85% della popolazione sviluppa nel tempo gravi infiammazioni e malattie oculari.

Perdere la vista a 20 anni per la cataratta, una patologia che comporta l’opacizzazione del cristallino e viene tradizionalmente associata all’invecchiamento fisiologico dell’organismo, è di fatto un evento tragico ma normale. Tragico in quanto determina l’impossibilità per i giovani di proseguire nelle proprie attività lavorative.

Si tratta di una problematica poco nota che ha suscitato l’interesse di tre ragazzi veronesi, che hanno deciso di impegnarsi attivamente per farla conoscere al mondo, con un progetto a supporto di una ONG tedesca, la Shades of Love (SOL), che dal 2009 si impegna nel contrastare tali disturbi della vista nei paesi himalayani, distribuendo occhiali da sole, nuovi e usati, dotati di filtri Uv-400 e UV-350. Una iniziativa iniziata su 2 ruote grazie all’operosità del fondatore di SOL Jurgenn Altmann, che ha portato i primi occhiali alle popolazioni del Ladakh a bordo di una moto. In collaborazione con il “Tibetan Health Care Center” ne sono state distribuite finora più di 460.000 paia e al contempo sono state aiutate con un sostegno economico 120.340 persone che necessitavano di interventi oculistici.

L’idea di Gaia Milani, Tazio Nicoli e Pietro Cremona (videomaker del gruppo) è quella di girare un documentario direttamente in alcuni villaggi lungo la catena himalayana, dal titolo “SOL: un documentario per proteggere la vista”.

Un progetto ambizioso, che ha già suscitato l’interesse dell’European Outdoor Film Tour, che sarebbe propenso a distribuirlo in Italia e in altri Paesi europei. Il limite è, come spesso accade quando si ha una buona idea a scopo umanitario, che servano fondi. Il trio sta cercando proprio in questi giorni di trasformare l’idea in realtà chiamando a raccolta la collettività, con un crowdfunding aperto fino al 10 luglio sulla piattaforma online Eppela.

Se entro tale data non sarà stata raccolta una cifra pari a 12.000€, necessaria per coprire le spese di spostamento e l’acquisto dell’attrezzatura, il docufilm resterà soltanto un sogno.

Di seguito vi mostriamo la presentazione del progetto di Shades of Love, nell’ambito del quale si andrebbe a inserire anche il documentario di Gaia, Tazio e Pietro.

 

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