Alpinismo

Wielicki apre l’invernale al K2 anche agli alpinisti non polacchi

La spedizione polacca al K2 in inverno è stata posticipata di un anno a causa dell’impossibilità di formare una squadra di alpinisti in grado di riuscire nel complicato obiettivo. Ad annunciarlo lo scorso 7 maggio il manager del programma alpinistico polacco Piotr Tomala.

A tornare sull’argomento ora è Krzysztof Wielicki, intervistato da Michal Rodak per RMF24, che, ammettendo la difficoltà, si è detto disposto ad aprire le porte anche ad alpinisti non di nazionalità polacca. Importante è non ottenere una squadra “che ha zero possibilità di partire. Mi interessa che questo tentativo abbia la più grande chance di successo e farò di tutto se gestirò questa spedizione perché la composizione del team sia forte”.

Una svolta possibile grazie anche al fatto che, a differenza della spedizione dell’inverno 2017/2018, non sarà sponsorizzata a livello statale dal Ministero dello Sport polacco, ma con fondi privati.

Credo che sia più importante salire il K2 per primi in inverno, lo stile è indifferente. La prima salita, in qualunque esso avvenga, è quella che conta. Tutti sanno che Edmund Hillary ha fatto la prima scalata dell’Everest, lo ha fatto con l’ossigeno come le migliaia di persone che sono venute dopo e che nessuno si ricorda. Hillary è nella memoria perché è stato il primo. Credo che questo sia molto importante: lo stile è secondario. Chi, quando, come, a dicembre, a gennaio, con una piccola squadra, con una grande squadra, con l’ossigeno, senza ossigeno … Queste sono ulteriori questioni, ma in generale qualcuno deve essere lassù per primo e questa non è una cosa semplice con K2 in inverno” afferma Wielicki, che però chiarisce che l’ossigeno supplementare non verrà utilizzato.

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