Cronaca

Un aeroporto minaccia l’integrità di Machu Picchu

Machu Picchu, il magnifico sito archeologico inca situato nella valle dell’Urubamba in Perù, a circa 2.430 m di quota, si sta confrontando con una nuova minaccia.

La conservazione delle preziose pietre antiche, che costituiscono la “vecchia montagna” (questo il significato del nome del luogo), che ha già trovato nel turismo di massa e nel cambiamento climatico i primi nemici, verrà ulteriormente messa a rischio dalla costruzione di un aeroporto.

Per salvaguardare l’integrità dei templi di una sette meraviglie del mondo moderno, il governo peruviano ha imposto di recente un tetto massimo di 2.500 turisti al giorno. Una cifra già di per sé elevata eppure significativamente inferiore alle media giornaliera di 6.000 visitatori che ha caratterizzato il sito finora. E pensare  che gli inca lo avevano progettato per soli 400 abitanti e un massimo di 1.500 persone riunite!

Il record di 1,5 milioni di turisti registrato nel 2017 aveva allarmato a tal punto l’Unesco, che aveva raccomandato un limite pari alla metà di tale cifra, da minacciare di togliere a Machu Picchu lo status di “patrimonio dell’umanità“.

Risulta quasi assurdo comprendere come il governo, che da un lato si è mosso in soccorso del sito, possa aver acconsentito alla costruzione di un aeroporto finalizzato a facilitare e incrementare l’afflusso di turisti a Chinchero, nella Valle Sacra tra fra Cusco e Ollantaytambo. Un progetto che per anni è stato oggetto di contestazioni.

Lo scalo internazionale, sul quale stanno investendo principalmente Canada e Corea, servirebbe a decongestionare l’aeroporto di Cusco. A livello logistico un ragionamento ineccepibile. Ma la sua localizzazione, a così breve distanza dal sito archeologico, sta allarmando sia gli archeologi che gli ambientalisti. Preoccupano le forti vibrazioni indotte dal traffico aereo ma anche la ancor più complessa gestione dell’afflusso di turisti.

I lavori a Chinchero sono già in corso e, come spesso accade in queste situazioni, l’opinione pubblica si è mossa in un tentativo disperato di fermare il progetto sul nascere, con una petizione lanciata dalla storica dell’arte peruviana dell’Università di Cambridge Natalia Majlu.

A detta della storica, l’aeroporto non danneggerebbe solo fisicamente i templi ma altererebbe la loro essenza, quella di luoghi sacri da raggiungere dopo un intenso sforzo. Fino ad oggi i turisti hanno potuto scegliere tra varie opzioni di avvicinamento al sito da Cusco, tramite 3 giorni di trekking lungo l’antico percorso degli Inca, con minivan collettivi o treni con arrivo a Aguas Calientes da dove inizia un’ora di cammino o si possono prendere dei bus che in 15 minuti arrivano proprio sotto la “vecchia montagna”.

Con l’aeroporto sarebbe tutto diverso. Si prospettano voli diretti provenienti da tutto il Sudamerica ma anche dagli Stati Uniti, con ottime prospettive di crescita economica per le attività alberghiere della zona. Una idea che stuzzica solo parte della popolazione di Chinchero, dove sono in tanti a mostrare scetticismo.

Nella petizione viene pertanto fatta richiesta al presidente peruviano Martín Vizcarra di fare un passo indietro e bloccare i lavori, per salvare un patrimonio non solo del Perù ma dell’intera umanità.

 

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